Sebbene la serie di videogiochi YS non abbia il blasone di altri titoli nel proprio genere (per lo meno nel mercato occidentale), nel corso degli anni ha saputo crearsi un seguito abbastanza nutrito di appassionati, dimostrato dall’arrivo di questo YS VIII (che a numeri romani recita 8, ma quindicesimo titolo del franchise, grazie ai vari spin-off), ma anche dalla qualità solitamente sopra la media di tutti i suoi prodotti (l’ultimo gioco della saga a cui ho giocato è stato YS Seven per PSP nel lontano 2009, che ricordo con grandissimo piacere).
Sono passati ben 30 anni dall’uscita del primo titolo della serie ed ancora una volta avremo la possibilità di seguire le avventure di Adol Christin, protagonista della serie da sempre.
Piccola curiosità, YS VIII temporalmente arriva prima di capitoli già usciti in precedenza, YS VI e YS Seven (basandoci sul fatto che in questi due episodi l’età di Adol è di 23 anni, mentre in Lacrimosa of Dana è di 21 anni).
Al primo avvio di YS VIII bisogna subito accettare una dura realtà: il gioco non è localizzato.
Personalmente non trovo questo un grandissimo problema (anzi spesso e volentieri preferisco giocare in lingua inglese perchè troppo frequentemente mi sono ritrovato con traduzioni alquanto discutibili). Dal menù sarà possibile quindi solo settare lingua inglese o francese per i testi, mentre per l’audio avremo la doppia opzione inglese o giapponese.
Esplorato un menù piuttosto scarno, potremo iniziare la nostra avventura e ci verrà data la possibilità di scegliere fra 5 diversi livelli di difficoltà che vanno da Easy a Inferno. Durante il gioco sarà possibile cambiare in qualsiasi momento il livello di difficoltà (aumentandolo o diminuendolo) ad esclusione del livello massimo (Inferno), selezionabile solo all’inizio.
Fin dall’inizio, con il prologo sotto forma di “citazione” da fantomatici testi appartenenti al mondo in cui si ambienta YS VIII, capiamo che il “leitmotiv” di questo titolo sarà l’eterna lotta tra il destino e la libertà di scegliere cosa fare della nostra vita.
La storia di YS VIII parte sulla Lombardia, una nave da crociera (anzi una supernave da crociera, come potete vedere dalle dimensioni del salone nello screenshot) in cui Adol si è imbarcato come “marinaio temporaneo” con l’intenzione di cercare nuove avventure. Palesemente rubando un pò dai Pirati dei Caraibi, un pò da One Piece, il capitano della nave parla ad Adol durante uno dei loro colloqui di un’isola nella zona dove è impossibile avvicinarsi senza rischiare di naufragare (secondo me perchè non hanno un Log Pose per orientarsi e Nami al timone!).
Ovviamente il Capitano è un uccellaccio del malaugurio e la nave si ritrova troppo vicina alla suddetta isola, viene attaccata da una creatura stile Kraken e affondata nonostante l’intervento di Adol.
Devo dire che i primi minuti di gioco di YS VIII mi hanno annoiato e non poco, ma dal naufragio in poi (che avviene dopo pochissimo tempo, per fortuna) il gioco cambia completamente registro.
Ci ritroviamo da soli, sulla classica spiaggia di un’isola deserta, con casualmente soltanto una vecchia spada arrugginita al nostro fianco.
Siccome Adol è un avventuriero, non si perde d’animo e inizia ad esplorare la zona per capire se ci sono stati altri sopravvissuti o se qualcuno abita l’isola per trovare un modo per andarsene.
Ringraziando il fanservice, il nostro primo incontro è con Laxia, rampolla di una famiglia altolocata, che, come noi, si trovava sulla Lombardia. Confortati dall’aver scoperto di non essere soli (dopo il primo momento di imbarazzo) i due ragazzi si rimettono alla ricerca degli altri “ospiti” della nave.
Tralasciando le modalità con cui altri personaggi verranno trovati durante l’esplorazione (OPS, SPOILER!) il gioco con la presenza del Capitano Barbaros inizia a prendere una direzione molto interessante.
Infatti, sotto l’egida e il carisma del Capitano, i naufraghi si organizzeranno in un villaggio dove ogni persona che verrà ritrovata andrà ad occupare un ben preciso ruolo al suo interno (quindi avremo il dottore che si occuperà di preparare pozioni e medicinali, la sarta che creerà accessori e così via).
Uno dei ruoli più importanti lo avrà Dogi (compagno avventuriero già conosciuto a bordo della Lombardia) che, oltre ad occuparsi della costruzione dei “negozi” per i vari mestieri, sbloccherà un magazzino in cui potremo scambiare i materiali trovati durante il grinding dei mostri con i corrispettivi di rango più elevato (da utilizzare per il crafting).
Ebbene sì, ho detto grinding, ma bisogna mettere dei puntini.
Il grinding risulta necessario solo se si gioca a difficoltà più elevate (da Hard in poi), quindi per chi si vuole godere la storia senza particolari problemi si consiglia di selezionare Easy o Normal, anzi ai livelli più bassi di difficoltà pare di giocare più ad un Musou che ad un Action RPG.
A livello di gameplay ci troviamo di fronte ad un prodotto non molto innovativo, ma non per questo non funzionale e piacevole.
La visuale in terza persona ci permette di controllare uno dei tre personaggi del party, con la possibilità di switchare con la pressione del quadrato (scelta strategica a seconda del mostro che ci troviamo di fronte, viste le diverse tipologie di attacco disponibili dei vari personaggi), mentre l’AI si occuperà delle azioni degli altri due.
Con il Triangolo si potranno lockare i nemici, in maniera tale da averli sempre sotto occhio. All’inizio della recensione ho parlato di prodotto noioso perchè non avendo ancora nessun tipo di skill sbloccata il gioco si limitata ad uno smash del tasto X continuo, intervallato da L1 per evitare gli attacchi più pericolosi dei mostri avversari.
Tutto questo discorso cambia (oltre che per la storia, che inizia a prendere decisamente una piega più interessante) non appena iniziano ad aumentare i personaggi nel party e sbloccando le nuove skill, rendendo sicuramente più frenetico ed interattivo il combattimento.
Le skill consumano SP (Skill Point) che si ricaricano colpendo i nemici e vengono sbloccate a determinati livelli. Più vengono utilizzate e più il livello delle skill aumentano, diventando di volta in volta più efficaci.
L’utilizzo continuo delle skill caricherà una ulteriore barra che ci permetterà di rilasciare un “attacco finale” (pressione L1+R1) che colpirà i mostri intorno a noi senza che questi potranno rispondere (fermando di fatto il tempo).
Da notare che ogni personaggio avrà una tipologia di attacco alla quale è affine (slash, pierce o break) che permetterà di infliggere danni bonus sui nemici contro questi attacchi sono efficaci (ad esempio con gli attacchi di tipo pierce si avranno bonus contro i mostri volanti, oltre che buttarli per terra).
Completamente ignorabili a livelli di difficoltà più bassi, ma fondamentali invece a quelle più alte (da hard in poi), sono le due skill difensive chiamate Flash Move e Flash Guard. La prima permette di avere un piccolo lasso di tempo in cui tutto si muoverà allo slow motion tranne noi dopo aver eseguito una schivata all’ultimo istante su un attacco avversario, mentre la seconda porterà al 100% la possibilità di colpo critico sui nostri attacchi in seguito ad un blocco, sempre eseguito all’ultimo istante.
Da segnalare che in questa versione localizzata (visto che in Giappone YS VIII è uscito già la bellezza di oltre 1 anno fa) sono stati incluse anche le “Invasion” ossia delle quest improvvise in cui Adol e gli altri naufraghi dovranno difendere il campo base dall’attacco dei mostri che li circondano (con classifiche e punteggi che permettono di ottenere diversi tipi di reward, sistema che mi ricorda non poco le invasioni del garrison di World of Warcraft inserite con l’espansione Warlords of Draenor, ma questo capitolo di YS deve molto al mondo dei MMORPG).
Graficamente il gioco (provato su PS4 Pro, ma disponibile anche su PS Vita e Windows) gira senza problemi a 60 FPS e senza presentare quasi mai rallentamenti (anche quando si spammano skill o ci sono molti mostri su schermo), anche se bisogna dire che non ci troviamo di fronte di certo ad un titolo che aspira al titolo di “stato dell’arte videoludica” (per essere buoni).
Per quanto riguarda l’audio l’ho trovato forse troppo carico di sonorità non consone al gioco (alcuni stacchi che introducono alle battaglie sembrano presi direttamente da Final Fantasy VII, dove però avevamo un’ambientazione completamente diversa e quindi l’utilizzo di un certo tipo di strumenti era adatto), ma bisogna ammettere che la Theme Song “Lacrimosa of Dana” è veramente bella e rimane subito impressa nella testa del giocatore (così come molte delle altre tracce “lente”, perfettamente adatte a questo YS VIII).
D’altro canto il gioco ci dà tanto da fare, con in primissimo piano l’esplorazione di Seiren’s Isle, alla scoperta di luoghi da visitare e la ricerca di tutti i naufraghi (fondamentali per sbloccare nuove location), senza tralasciare tutte le sidequest che si presenteranno durante l’avventura (vi aspettano almeno una quarantina di ore di gioco!).
YS VIII: Lacrimosa of Dana è un must buy per gli appassionati della serie (che sicuramente aspettavano da tempo la localizzazione). Per i neofiti della saga invece sono assicurate molte ore di gioco frenetico grazie al sistema di combattimento veloce e immediato, ma che fondamentalmente non regalano nulla di veramente nuovo al genere, rimanendo comunque un prodotto di buona qualità.