Questa mattina si è aperta la terza edizione del GameRome, evento organizzato da Fondazione VIGAMUS durante la quale è possibile intrattenersi con talk e workshop con figure di spicco della game industry.
Il primo ospite speciale è stato nientedimeno che David Cage, autore di videogiochi e famoso per capolavori come Heavy Rain, Beyond: Due Anime e l’ultimo Detroit: Become Human. Dopo qualche scambio di battute che ha messo tutti a proprio agio, Cage ha cominciato a parlare dell’importanza delle scelte nella vita quotidiana e di come una “pazzia” fatta decine di anni prima l’ha portato a sposare la donna che da anni è sua moglie.
Perché quest’introduzione? Come lui stesso ha precisato, le scelte possono cambiare la nostra vita e questo è ciò che lui ha sempre voluto inserire nei suoi lavori. Non una sola strada, un gioco che sia formato da gameplay -> filmato -> gameplay -> filmato e così via fino alla fine, ma un’unica storia continuamente in sviluppo, che si modifichi e agisca alle nostre decisioni.
Una scelta può cambiare le nostre vite, ma tutto ciò che ci accade va preso così com’è: dietro lo sviluppo di un videogioco c’è invece un lavoro immenso da fare e tantissimi elementi da prendere in considerazione. Per Detroit: Become Human quattro anni di sviluppo, diciotto mesi di lavoro per la graphic design, milioni di righe di codice, il tutto maneggiato da un team di duecento persone, cose da film hollywoodiani e premi oscar.
Un gameplay non lineare coinvolge di più, visto che la storia evolve insieme al gioco stesso senza l’attesa del successivo filmato, ma richiede un lavoro enorme, visto le centinaia di combinazioni possibili che gli sviluppatori devono tenere a mente. Un approccio pacifico o più portato agli scontri? E ciò come influenzerà il nostro rapporto con gli altri personaggi? Anche la loro storia verrà modificata e le nostre scelte successive dovranno tenere conto di tutto.
Se per titoli in cui l’azione la fa da padrona può risultare “facile” coinvolgere il giocatore, in casi come Detroit: Become Human ciò risulta molto più difficile: creare una storia che rapisca i giocatori, con personaggi memorabili che si comportino umanamente, ma allo stesso tempo vivano situazioni al limite del possibile. Sarebbe troppo semplice mettere il protagonista di fronte ad una scelta giusta ed una sbagliata, bianco o nero: per David Cage è importante navigare nelle “sfumature di grigio“, che possano mettere in difficoltà il giocatore e rendere imprevedibile il futuro della storia.
Detroit: Become Human ha diviso la critica, come lo stesso Cage ha evidenziato. Parte della stampa l’ha criticato per i forti messaggi che manda, come le violenze domestiche, cosa che invece ha aiutato persone a denunciare questi fatti, quasi avessero trovato coraggio dopo aver affrontato certi argomenti tramite un videogioco.
Le scelte, quelle che facciamo fin da bambini e a cui magari non diamo molta importanza: una decisione presa oggi potrebbe sconvolgerci la vita, o modificarla quel poco che basta per dare inizio ad una catena di eventi che, sommati, avranno un certo peso. David Cage continuerà con questa sua filosofia di vita, applicandola anche ai videogiochi, e noi non vediamo l’ora di conoscere a quale altro capolavoro la sua fantasia darà vita.