La rinascita di Capcom prosegue incessante, sembrano sempre più lontani i tempi dei tanto criticati Resident Evil 6 e DmC: Devil May Cry (il reboot). Questo 2019 è decisamente iniziato col botto per l’azienda, dopo un Resident Evil 2 Remake acclamato da pubblico e critica, ecco arrivare sugli scaffali di tutto il mondo Devil May Cry 5, che porta finalmente un vero sequel alla storica saga di Dante e compagni rimasta in sospeso dall’ormai lontano 2008. Undici anni fa facevamo la conoscenza di Nero, che torna di nuovo come co-protagonista insieme a Dante in questo quinto capitolo diretto da Hidetaki Itsuno. I nostri due cacciatori di demoni saranno inoltre accompagnati da un terzo personaggio in questa avventura, si tratta di V, un uomo misterioso capace di evocare tre famigli demoniaci che lo aiuteranno in combattimento.
L’intreccio (senza spoiler)
Quando in una discussione si parla di Devil May Cry, il focus in genere non riguarda quasi mai la trama, essendo il gameplay frenetico e tecnico la parte più apprezzata del brand. Tuttavia in un gioco singleplayer l’intreccio narrativo non può essere sicuramente messo da parte, soprattutto per una saga che ormai va avanti da quasi vent’anni. Il titolo tuttavia in questo verrà incontro anche ai neofiti, dato che nel menu principale sarà presente un filmato che riassumerà in maniera esaustiva tutti gli eventi riguardanti i vari titoli (e anche la serie animata) precedenti. Vi abbiamo premesso che non avremmo fatto spoiler nel descrivere brevemente la trama di Devil May Cry 5, e così non sarà, visto che ci limiteremo a riportare principalmente le informazioni della storia contenute nei vari trailer e gameplay ufficiali pubblicati prima del lancio del gioco.
Il tutto comincia con V, un misterioso personaggio che bussa alla porta dell’agenzia Devil May Cry per affidare un compito a Dante: sconfiggere il nuovo auto-proclamatosi “Re dei Demoni” Urizen, che ha strappato il braccio demoniaco a Nero per trarne un immenso potere. I nostri tre cacciatori dovranno dunque avventurarsi nei meandri del Qliphoth, un albero demoniaco che si nutre di sangue umano e che ha quasi raso al suolo Red Grave City, minacciando di espandersi sempre più e riversando orde di demoni nelle strade della città.
Fan service al punto giusto
Il fan service è un fattore al quale siamo sempre stati abituati nello storico brand Capcom, Devil May Cry è una saga che ha sempre presentato personaggi e situazioni sopra le righe. E nonostante questo quinto capitolo continui nella sua tradizione di “spacconaggine”, non può non saltare all’occhio del giocatore l’enfasi che gli sviluppatori hanno voluto spingere sulla storia, approfondendo i legami fra i personaggi e giungendo in un climax finale che farà scendere quasi una lacrimuccia per l’umanità che questi potentissimi demoni arriveranno ad esprimere, a quanto pare anche devils may cry. Lo storytelling del gioco non avrà praticamente mai momenti morti o lenti. Rispecchiando in pieno la freneticità del gameplay anche l’intreccio narrativo prosegue a ritmo sparato dall’inizio alla fine, regalando anche qualche colpo di scena più o meno prevedibile. Unica piccola nota negativa del sopracitato fan service è la presenza praticamente insignificante di Trish e Lady, storiche presenze femminili del brand ma che in DMC5 serviranno solo a mostrare un po’ di forme ogni tanto, quando invece si erano rivelate ben più importanti ai fini della lore nei giochi precedenti.
Una grafica da SSS
Dio benedica il RE Engine. Dopo il lavoro eccelso con Resident Evil 7 e RE2 Remake questo motore grafico torna a mostrare i muscoli nell’ultima fatica di Capcom. Tutte le cutscene sono realizzate con la grafica in-game, e i dettagli fotorealistici di volti e ambientazioni lasciano senza fiato. Noi l’abbiamo recensito su PC, ma Devil May Cry 5 è pensato per girare a 60 fotogrammi al secondo su ogni piattaforma, in modo da garantire la perfetta fluidità necessaria ad ogni Hack n’ Slash che si rispetti. Il lavoro di motion capture dei visi dei personaggi è strabiliante, e anche i demoni riescono quasi ad incutere timore per la qualità dei modelli e delle texture.
Il level design è ben gestito, con i soliti piccoli segreti e missioni extra che potremo sbloccare con un minimo di esplorazione in più e platforming extra. Piccola pecca è però la ripetitività delle ambientazioni nella parte conclusiva del gioco, che sembra quasi essere messa lì per allungare il brodo e farci rigiocare lo stesso percorso con tutti e tre i co-protagonisti. Nel complesso però le ambientazioni urbane semidistrutte della prima metà del gioco sono ben ispirate, e gli effetti di luce e particellari sono resi alla grande con un RE Engine che ci aveva abituato principalmente a corridoi bui.
Easy to learn, SAVAGE to master
Devil May Cry 5 si articola in venti missioni, in sette impersoneremo Nero, in quattro V e in altre sette Dante, inoltre in una è possibile scegliere fra Nero e V e in un’altra ancora fra tutti e tre i personaggi. La longevità della prima run a difficoltà normale (Cacciatore di Demoni) si attesta intorno alle 12 ore, ma la vera sfida inizia solamente una volta conclusa quest’ultima, quando sbloccheremo le modalità più toste come “Figlio di Sparda” o “Dante Must Die”. All’aumentare della difficoltà però non aumenterà semplicemente il danno che riceveremo dai nemici, ma ci sembrerà di giocare un vero e proprio gioco diverso: i pattern delle mosse dei demoni cambia, i boss saranno affiancati da minion, e incontreremo mostri che precedentemente appartenevano solo al mid-late game anche nel prologo. La rigiocabilità è praticamente alle stelle se puntiamo a sbloccare tutte le abilità e i potenziamenti nelle varie difficoltà, e se contiamo che a partire dal primo aprile verrà aggiunta gratuitamente anche la tanto amata modalità Bloody Palace, le ore che potrete (e che vorrete, fidatevi) dedicare a Devil May Cry 5 sono virtualmente infinite.
Stylish e tecnico
Come da tradizione, il nostro obiettivo mentre maciulliamo orde di demoni non sarà tanto quello di procedere in maniera safe ed efficiente, ma di farlo con stile e varietà, cercando allo stesso tempo di non farci colpire mentre continuiamo a massacrare senza sosta i vari tipi di nemici che oseranno contrapporsi fra noi e il boss di turno. È risaputo che Devil May Cry non è Dark Souls, parate e roll sono un elemento estremamente marginale di un combat system che premia l’aggressività e le combo diversificate per ottenere più Red Orbs possibili da spendere poi per potenziamenti e gadget. I tre personaggi presenti nel titolo avranno tre gameplay radicalmente diversi fra loro, e che in comune hanno solamente la spettacolarità e la brutalità delle legnate che tireremo a destra e a manca negli scenari.
Nero è il personaggio che utilizzeremo principalmente nelle prime fasi di gioco, che senza troppi tecnicismi permette anche ai giocatori meno accaniti del genere di abituarsi al sistema di combattimento. La sua peculiarità sono i Devil Breaker, braccia meccaniche di diverso tipo che sbloccheremo sconfiggendo i vari boss delle missioni e che dovranno essere equipaggiati ed acquistati da Nico, la nostra folle e creativa compagna di viaggio nel furgone che ci farà da base operativa. Ovviamente il giovane cacciatore di demoni è accompagnato dalla sua fedele spada Red Queen e dal revolver Blue Rose, armi semplici ma che ci consentiranno, in combinazione con i diversi Devil Breaker, di effettuare combo devastanti fin dai primi livelli.
Il committente dell’incarico e appassionato di poesia V è invece il personaggio probabilmente più innovativo in termini di gameplay che si sia mai visto in un Devil May Cry. V infatti è un personaggio esclusivamente “ranged”, che si limita ad avvicinarsi per dare il colpo di grazia ai nemici indeboliti dai suoi tre famigli, Griffon, Shadow e Nightmare. Anche con questi è tuttavia possibile, e anzi forse troppo facile, creare folli combo di attacchi che alzeranno il nostro voto di stile in maniera rapidissima e mi ripeto, forse troppo. La sensazione che si prova infatti nelle missioni in cui impersoniamo V è quasi di onnipotenza, se le nostre evocazioni verranno colpite dai demoni, non subiremo noi danno, e non mi è praticamente mai capitato che la vita dei famigli giungesse a zero. Tuttavia anche se ciò dovesse accadere, basterà attendere pochi secondi e torneranno pronti a combattere. Le missioni con V dunque sono decisamente le più friendly verso i neofiti, essendo il personaggio poco tecnico ed essendo anche semplicissimo ottenere voti come Smokin’ Sexy Style (SSS) con quest’ultimo.
Infine arriviamo al Leggendario Cacciatore di Demoni Dante, personaggio iconico della saga e indiscussamente anche il più amato. In Devil May Cry 5 il Gameplay (con la G maiuscola) con Dante è l’apoteosi di quello che può essere un Hack n’ Slash. Senza ombra di dubbio ci troviamo davanti al personaggio più complesso e tecnico di tutti. Con lo switch fra quattro stili: Trickster, Swordmaster, Gunslinger e Royal Guard e la possibilità di scambiare durante le combo quattro armi melee e quattro ranged ci troviamo davanti ad un moveset capace di fare invidia anche ad un picchiaduro. Per i fan più hardcore di Devil May Cry questo Dante rappresenterà la realizzazione dei sogni più segreti e proibiti, la personificazione assoluta delle Sick Skills tanto agognate, insomma, la vetta più alta mai raggiunta da un videogioco action.
Un grazie non basta
Quando giocherete a Devil May Cry 5, e mi auguro che lo facciate il prima possibile, vi renderete conto di quanto questa storica saga ormai quasi ventennale, avesse bisogno di un titolo come questo. Capcom si sta dimostrando sempre di più capace di ridare splendore a quelle IP che hanno fatto la storia del videogioco, e non snaturandole come c’è sempre il grande rischio di fare, ma anzi strizzando sia l’occhio a quei giocatori che ormai un po’ vecchiotti seguono questi brand dalla loro infanzia, ma anche ai più giovani che hanno bisogno di sapere che il single player non è morto, che ci si può ancora emozionare davanti ad una storia e ad un videogioco che ha come obiettivo ultimo quello con il quale questo medium è nato: far genuinamente divertire.