“Oh mio Dio ho sentito qualcosa…” (cit.)
Avete presente quelle trasmissioni su DMAX incentrate sulla caccia a fantasmi, spiriti, poltergeist, alieni, presenze occulte di vecchie zitelle morte perché si sono punte con l’ago della Singer forandosi la safena? Ed alla ricerca dei quali vi sono quattro truzzi d’America con l’ausilio di fotocamere ad infrarossi ad alta sensibilità nel bel mezzo di un fitto bosco del Wyoming? A tutto ciò aggiungeteci un cincinnino della puntata di Mistero sull’Area 51 e beh, ci sono buone possibilità che abbiate capito in cosa consista questo Creature Hunt.
Che ci faccio in una foresta dimenticata da dio e dagli uomini?
Gioco molto minimal già dal menù: gioca, opzioni, esci. STOP. Dai contenuti e dal peso (soli 1,6 GB) parecchio esigui, ma che di certo male non fa, anzi. Un titolo che non riesce ad incutere paura nemmeno ad un caso cardiaco ottuagenario, eccezion fatta forse per qualche latrato in lontananza alquanto orrorifico, ma che alla lunga sembrerebbe ricordare un dingo con la raucedine, vagamente somigliante al drowner di The Witcher 3. Ma solo se dotati di una discreta dose di fantasia.
Una volta alle prese con la schermata iniziale, non dovete far altro che premere Ok su Play game e, senza alcun tipo di preambolo, spiegazione, intro, storia o quant’altro, venite catapultati in una dependance molto da Non Aprite Quella porta. Ma non temete, è il vostro loft immerso nel verde spettrale dove troverete: armi, torcia, kit medico sul lavandino del bagno, munizioni, tablet con la mappa, GPS e posizionamento sul vostro PC desktop di “casa” e tante telecamere in 4K (e stica) con tanto di treppiedi, che nemmeno un ipermercato dell’elettronica o Willy, il bidello dei Simpson, quando lo hanno pizzicato a fare il guardone delle coppiette.
Nella vostra casupola dovete raccogliere tutto quello che potete lootare, girando in lungo e in largo (bagno compreso) perché ai fini della ricerca di quei “non si sa cosa” tutto può tornare utile. Assieme a tutto questo nécessaire degno di uno studio fotografico con un alto portfolio, vi sono delle luci da esterno da campeggio ed un pick-up, il vostro migliore amico. Col vostro bel fuoristrada made in U.S.A dovete infatti, tablet alla mano, attraversare tutta la mappa e posizionare accuratamente le videocamere a vostra disposizione, in modo tale da poter individuare sul vostro elaboratore tabulare la presenza di possibili mutanti.
Una volta individuati gli “striscianti mostri” parecchio simili agli alieni di “Mars Attack”, dovete ovviamente affrontarli con tanto di pistola e carabina, cercando però di lesinare sulle munizioni, in quanto, pur trovandone abbastanza nel vostro loft, longo è lo cammino, nonostante una mappa che risulta essere piuttosto piccolina (per un 1,6 gb di roba che volevate, GTA 5?). Scopo del gioco, il quale consta della sola componente single player e stop, fine della corsa,è uccidere queste pericolosissime creature scaltre come un quokka e forse lontanamente parenti dell’incauto alieno che fu poi vittima dell’autopsia più farlocca della storia della tv di una decade fa. Il tutto con l’ausilio di un pick-up che ha degli abbaglianti con un numero di lumen pari a quelli dei lumini cimiteriali ed una torcia che illumina ad un palmo dal proprio naso, nel bel mezzo della più completa oscurità di una foresta spettrale. Quest’ultima risulta essere la componente forse più interessante del gioco per pathos ed atmosfera, disattesa e disillusa da un gameplay scontato e poco curato.
Non andare nel bosco da solo
Graficamente non è male: dettagli e modelli poligonali per certi versi ricordano Condemned 2, e l’effetto lens flare della torcia sulle pavimentazioni e sui muri è particolarmente apprezzabile. Per il resto, texture della foresta in primis, anche se in Unreal Engine 4, il titolo lascia parecchio a desiderare. Il gioco inoltre presenta diversi bug sparsi qua e là. Ad esempio, in zone dove vi sono più fonti di luce, come luci di posizione del pick-up, le luci esterne da campeggio della vostra abitazione e quant’altro, vi è una sorta di effetto strobo che manda in collisione le stesse, facendo apparire i fasci di luce ad intermittenza: non è fatto appositamente per questioni di pathos, no, purtroppo. Gli effetti delle armi sono a dir poco ridicoli, in quanto si sente solo il colpo ma non si vede né il proiettile, né l’esplosione del colpo, né il il foro di entrata del bossolo, né effetti particellari di qualsivoglia tipo, dando l’idea di quanto il suddetto gioco sia stato fatto alquanto alla carlona.
In Creature Hunt l’ottimizzazione non è delle migliori, difatti oltre a necessitare di parecchia potenza sotto la scocca del vostro case, talvolta è afflitto anche da un fastidioso effetto motion blur non nativo, senza avere alcuna possibilità di agire sulle impostazioni grafiche di tipo avanzato se non per ciò che concerne risoluzione e livello del dettaglio, quest’ultimo scalabile a vostro piacimento ma solo con una semplice levetta a mo’ di volume audio. Vi sono poi numerosi bug di composizione dei modelli poligonali, sopratutto in presenza di oggetti ravvicinati con numerosi dettagli, come ad esempio gli intagli dei listelli di legno. L’audio dell’automobile è un wave in loop a mo’ di effetto incantato, e per cercare di capire quali tasti adoperare per fare qualsiasi cosa, vista l’assenza di qualsiasi opzione che faccia chiarezza in merito, siete costretti a fare il rabdomante tra i tasti della vostra tastiera, soprattutto per quel che riguarda i comandi al volante del vostro mezzo. Capire come si accenda quest’ultimo rasenta la tragicommedia.
I want to believe
Creature Hunt poteva rivelarsi divertente soprattutto nella fase di ricerca delle entità non meglio specificate, ma senza una storia, senza un minimo di lore in riferimento agli alieni di cui sopra, la vostra ricerca risulta al pari di un tiro al bersaglio al luna park. Troppo risicato in tutto è dire poco, e a livello di giocabilità sarebbe stato meglio porre una cartina muta in basso a sinistra o una mappa ics, per poi vedere sul tablet se le nostre telecamere hanno fatto il loro dovere o meno. Utilizzare all’unisono tablet, armi e correre sotto la “minaccia” dei grugniti marziani sparsi per la foresta non è di certo il massimo. L’idea era buona e ricorda parecchio gli sci-fi anni ’90 soprattutto per le ambientazioni in stile mostro della palude U.S.A, ma la realizzazione di Creative Hunt è sin troppo spartana e sparagnina per centrare l’obiettivo. Troppi gli aspetti di importanza vitale tralasciati o omessi del tutto, come la mancanza di una modalità multiplayer e l’assenza di una trama, che negli indie rappresenta spesso il vero punto di forza. I bug vi divertono e non poco, come ad esempio gli alieni che talvolta corrono a vuoto a mo’ di tapisroulant senza però muoversi realmente di un millimetro.
In definitiva, Creature Hunt poteva essere mirabile nonché alquanto divertente, ma alla luce del fatto che sia stato realizzato più che altro con i piedi dell’alieno, è un titolo che diverte non grazie al gameplay, ma grazie ai bug o alle interazioni assurde presenti in-game.