Ennesime stragi negli Stati Uniti, con non uno ma ben due episodi di sparatorie di massa nel fine settimana e Donald Trump non perde l’occasione di far sentire la sua voce (insieme ai Repubblicani), dando la colpa alla violenza nei videogiochi.
Partiamo dai fatti:
- 22 persone sono state uccise e altre 24 ferite quando un uomo solo ha aperto il fuoco in un centro commerciale a El Paso, Texas questo Sabato.
- Qualche ora dopo a Dayton in Ohio, di Domenica mattina, un altro episodio ha portato alla porte di 9 persone, con altri 27 feriti.
Risultato finale: 31 morti e 51 feriti in neanche 24 ore.
Dopo gli attacchi i membri del partito Repubblicano, a cui si è unita la voce del presidente Trump, hanno dichiarato apertamente la loro lotta contro il mondo dei videogiochi
“Dobbiamo fermare questa glorificazione della violenza nella nostra società. Questo include i videogiochi spaventosi e macabri che ormai sono la normalità. E’ troppo facile oggi per ragazzi disagiati circondarsi con una cultura che celebra la violenza. Dobbiamo fermare o ridurre drasticamente tutto questo, e dobbiamo iniziare immediatamente”
Non è la prima volta che Donald Trump si scaglia contro i videogiochi, visto che già in Febbraio, dopo l’ennesima tragedia a Parkland, Florida aveva già dichiarato che il livello di violenza dei videogiochi sta realmente modellando i pensieri dei giovani.
A rincarare la dose ci pensano Kevin McCarthy, Repubblicano, che ha dichiarato a Fox News che “quando guardi le foto di come queste sparatorie hanno avuto luogo, puoi vedere le azioni viste nei videogiochi” ed anche Dan Patrick, vice governatore del Texas (quindi toccato molto da vicino dagli episodi di El Paso), che sebbene sia a conoscenza dei studi che dimostrano che non c’è correlazione tra violenza e videogiochi, punta il dito contro questo media visto che basta guardare ai comuni denominatori e in tutti questi anni cosa è cambiato all’interno della società. dichiarando “Abbiamo sempre avuto le armi, abbiamo sempre avuto il male, ma cosa è cambiato quando vediamo questa escalation di sparatorie? Io vedo l’industria del videogioco che ha insegnato ai giovani ad uccidere”.
Non si è fatta attendere la risposta dell’International Game Developers Association, che dopo aver dato le condoglianze alle vittime, ha detto che dare la colpa ai videogiochi distrae dal reale problema, ossia quello della facilità di reperire armi negli Stati Uniti e commettere questi atti terribili.
In Marzo il direttore dell’ESA aveva fatto notare come gli stessi videogiochi giocati negli Stati Uniti, fossero giocati da altri 2,6 miliardi di persone nel mondo, ma solo negli Stati Uniti sono avvenuti eventi del genere e per l’ennesima volta che non ci fosse alcuna correlazione tra il mondo del videogioco e i fenomeni di violenza di massa.