Sicuramente uno dei pregi più grandi di Nintendo Switch nel corso degli ultimi tre anni è quello di essere stata dimora affidabile per tutti gli appassionati del retrogaming. L’abbonamento online garantisce tra i suoi servizi un vasto parco titoli originariamente appartenenti al NES e al Super Nintendo, e sono molti i giochi del passato che hanno trovato nuova vita grazie alla più recente console di casa Nintendo, come The Legend Of Zelda: Link’s Awakening. Nell’ultimo periodo un altro grande classico del passato è approdato sulle sponde di Nintendo Switch grazie ad un lavoro di rimasterizzazione. Si tratta di Grandia, JRPG storico che verso la fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni 2000 contribuì alla diffusione e all’affermazione di uno dei generi più amati nel mondo.
La Grandia HD Collection contiene i primi due titoli della saga riproposti in modo fedele in tutte le sue caratteristiche originali. Il primo Grandia risale al 1997 ed uscì sul Sega Saturn, per poi essere riproposto anche su PlayStation due anni più tardi. Grandia II invece uscì nel 2000 su Dreamcast, approdando in seguito su PlayStation 2 e su PC. I due giochi sono scollegati fra loro in pieno stile Final Fantasy per quanto riguarda la trama, ma condividono molti altri elementi. Nessuno dei due purtroppo vanta una localizzazione italiana. Nel primo Grandia seguiamo le vicende di Justin, un ragazzo vivace e coraggioso che sogna di intraprendere lo stesso percorso scelto dal suo scomparso padre, ossia diventare un avventuriero. Insieme all’amica Sue parte alla ricerca di informazioni riguardanti un’antica civiltà, informazioni bramate anche da una forza militare ostile. Il gioco è piuttosto lineare vista la mancanza di vere e proprie quest secondarie, dunque può essere completato in trenta o quaranta ore a seconda di quanto siate scrupolosi.
Esplorando i vari dungeon è possibile reperire armi e risorse per potenziare il proprio party, e ci si imbatte in nemici di tutti i tipi. Sconfiggendoli, oltre ai classici punti esperienza, si acquisisce dimestichezza con l’arma utilizzata in combattimento. Più è alto il livello di abilità con una determinata arma, più aumentano le mosse speciali a disposizione. I nemici sono visibili nel dungeon, dunque è possibile decidere quando e come affrontarli. Se il nemico viene colto di sorpresa, saremo noi i primi ad attaccare, cosa non altrettanto scontata se invece sono i nemici a cercare lo scontro con noi. Il combattimento si svolge sulla base di un indicatore a scorrimento posto sulla parte bassa dello schermo, che indica i turni di attacco di ogni individuo coinvolto nella battaglia. La velocità di scorrimento è determinata da una caratteristica di movimento che può essere aumentata con equipaggiamento sempre migliore. Quando arriva il momento di agire, il personaggio entra nella fase di azione, che termina solo al compimento dell’attacco o dell’incantesimo. Durante questa fase, è possibile bloccare l’attacco nemico, se quest’ultimo si trova nella sua fase d’azione, eseguendo un attacco speciale, che però richiede un tempo maggiore per essere svolto. Padroneggiando questa meccanica al meglio, si può uscire illesi dalla maggior parte degli scontri, ma serve molta pratica per riuscirci. Si può inserire una modalità automatica che risolve gli scontri autonomamente, ma non aspettatevi che il vostro party ottenga gli stessi risultati di quando siete voi a controllarlo.
Il gioco non mostra gravi problemi né sullo schermo di una TV né in versione portatile, dove non si registrano evidenti cali delle prestazioni. Il lavoro di rimasterizzazione è soddisfacente, nulla di sensazionale ma si parla pur sempre di un titolo con oltre venti anni alle spalle, dunque non c’era da aspettarsi nulla di drastico. Gli unici difetti evidenti si riscontrano in alcune cutscene del gioco che mostrano dei fondali sgranati e in una telecamera che, nelle sezioni di gioco più lunghe, può diventare fastidiosa per lo stomaco a causa dei continui movimenti di rotazione richiesti per esplorare al meglio l’ambiente circostante, soprattutto in versione portatile.
Grandia II, come già detto, racconta una storia distaccata da quella del suo predecessore, non solo per i personaggi, ma anche per le tematiche affrontate. Se il primo Grandia era caratterizzato da personaggi più leggeri e una trama non eccessivamente impegnata, Grandia II tenta di proporre qualcosa di diverso, più in linea con quelle che sono le tematiche tipiche dei JRPG odierni. Questa volta il protagonista è un mercenario di nome Ryudo, il quale viene assoldato dalla chiesa di Granas, antica divinità della luce, per scortare una sacerdotessa di nome Elena in un viaggio. Elena è stata posseduta da un frammento di Valmar, divinità dell’oscurità rivale di Granas, sconfitta in una guerra passata e andata in frantumi sparsi per il mondo. Durante il viaggio, Ryudo comincerà a capire che le vicende legate alla chiesa e al mondo circostante non sono esattamente come vengono raccontate. Come nel caso del primo capitolo, Grandia II può essere completato in trenta o quaranta ore, complice sempre una narrazione lineare che concede pochissimo spazio a incarichi secondari.
Se la trama si discosta dal suo predecessore, raccontando una storia più cupa e matura, il sistema di combattimento rimane pressoché invariato salvo leggere eccezioni nell’utilizzo di incantesimi e attacchi speciali. Questi si apprendono grazie a dei libri che possono essere assegnati ai membri del party, permettendo maggiori possibilità di personalizzazione per ciascun personaggio. Considerata la rinomata semplicità del titolo, GungHo, la società che si è occupata della remaster, ha pensato bene di inserire una nuova difficoltà non presente nel gioco originale, per coloro che cercano una maggiore sfida.
Anche in questo caso il lavoro di restauro è accettabile e vale lo stesso discorso fatto per il primo Grandia. Tuttavia, a differenza del titolo precedente, la maggior risoluzione grafica del secondo capitolo causa evidenti rallentamenti in modalità portatile durante i momenti più concitati.
In conclusione, la Grandia HD Collection è un’ottima occasione e un acquisto quasi obbligato per tutti coloro che sono grandi fan dei JRPG e che non hanno avuto modo di provare questi due grandi classici del passato. La rimasterizzazione ha reso un titolo ormai datato fruibile appieno ovunque si voglia e gli appassionati non possono farsi sfuggire quest’opportunità. Tuttavia, mi sento di sconsigliare l’acquisto a tutti coloro che non sono avvezzi al genere. Non penso che Grandia sia un punto di inizio adeguato ai neofiti del genere, complici alcune meccaniche che richiedono grande passione per essere apprezzate al meglio al giorno d’oggi. Se cercate un JRPG con cui iniziare, Grandia ha fatto sì che il mercato odierno sia pieno di titoli più accessibili a tutti, aprendo la strada ai suoi successori. Di questo non possiamo che essergliene grati.