Manca un mese all’arrivo dell’attesissimo Death Stranding, il nuovo lavoro di Hideo Kojima che da tantissimo tempo fa parlare di sé. Nonostante manchi così poco, le informazioni in merito non sono tantissime e le dichiarazioni del Kojima non fanno altro che confondere e incuriosire maggiormente i giocatori, ma qualcosa di apparentemente chiaro è stato detto: le nostre azioni e decisioni influiranno sulla vita o morte di alcuni personaggi.
Nel corso di un’intervista infatti, il producer e ideatore di Death Stranding ha parlato di questa possibilità facendo un vero e proprio esempio, che quindi in un certo senso potrebbe risultare spoiler:
C’è un personaggio che vive sottoterra, è malato e ha bisogno di medicine e Sam può portargliele. Questo succede all’inizio ed è praticamente un qualcosa di obbligatorio come prima quest, ma dopo ciò si può avanzare nel gioco e prendere strade totalmente differenti. In ogni caso è possibile tornare e portare le medicine all’anziano, ascoltando le sue storie del passato e saperne quindi di più sulla lore.
Inizialmente può essere semplice, ma andando avanti con la storia Sam si sposterà sempre più lontano e alcuni giocatori potrebbero dimenticarsi o non aver voglia di tornare dall’uomo per dargli le medicine. Se passerà troppo tempo, però, una volta tornati nel posto l’uomo sarà morto e ciò creerà una connessione con il personaggio.
Questo è solo un esempio, probabilmente il meno importante, delle possibilità che offre Death Stranding e dell’influenza che le nostre azioni avranno nel gioco. Che ne pensate? Preferite essere liberi di pensare alla vostra avventura o l’avere sulle spalle la vita di altre persone vi stimola maggiormente?