L’apertura del BlizzCon ha portato, finalmente, Blizzard a scusarsi(circa) per la gestione del controverso episodio riguardante il torneo Hearthstone Grandmasters di Hong Kong. Nonostante abbiano specificato di voler rafforzare le loro parole con le azioni però, non hanno voluto spiegare quali azioni effettivamente hanno intenzione di intraprendere. Scendendo nel dettaglio insomma, non è stato possibile capire se la sospensione di Blitzchung, già ridotta a sei mesi rispetto ai dodici iniziali insieme all’impossibilità di ottenere il premio in denaro (anche quest’ultima poi revocata), sarebbe stata nuovamente ridotta o del tutto revocata. Inoltre, non sono state spese parole riguardo i due caster, anch’essi sospesi per sei mesi. Possibile dunque che tutte le pene inflitte vengano ulteriormente alleggerite o addirittura revocate?
Grazie ad un’intervista con PC Gamer, sappiamo ora che la risposta alla domanda è “no“.
Sostanzialmente, Blizzard sostiene, tramite le parole di J. Allen Brack, che il loro obiettivo è che i loro contenuti rimangono ancorati all’obbiettivo del gioco, e quello soltanto.
Lo ripeto, non riguarda i contenuti del messaggio di Blitzchung. Riguarda il fatto che non fosse legato ai giochi. Se non avessimo preso una decisione, se non avessimo fatto qualcosa, potete immaginare da soli cosa ci avrebbero riservato le interviste future. Sarebbero diventate momenti in cui le persone possono esprimere dichiarazioni riguardo qualsiasi argomento, qualsiasi cosa volessero. Semplicemente, non è la strada che vogliamo percorrere.
Il presidente di Blizzard ha inoltre affermato che è concorde nel fatto che i giocatori esprimano i propri pareri sulle loro pagine private ma non sui canali ufficiali della compagnia. Questo però sembrerebbe cozzare con quanto affermato da Justin “Jayne” Conroy, un allenatore di Overwatch, il quale afferma di essere stato forzato a cancellare il suo tweet di appoggio a Blitzchung.
Riguardo ai caster di Taiwan invece, Brack ha spiegato come il loro ban sia dovuto non tanto al legame verso la question in sé ma piuttosto alla poca professionalità riscontrata in quell’episodio, non riuscendo a gestire la situazione mantenendo la discussione sul torneo e aiutando Blitzchung a “dirottarla” sulla questione Hong Kong.