Need For Speed è forse il caso più emblematico di quei brand che dopo un passato glorioso, vedi Underground 2 e Most Wanted (2005), hanno visto i successivi capitoli della saga essere una delusione dopo l’altra. Per un problema o per un altro nessun titolo è infatti mai riuscito ad eguagliare, o anche ad avvicinarsi minimamente, alla qualità e allo stile dei sopracitati giochi di un quindicennio fa. Dopo averle provate tutte Electronic Arts si affida dunque ai ragazzi di Ghost Games che, ispirandosi alle vecchie glorie, con questo Need For Speed Heat tentano di riportare la serie ai fasti di un tempo… ci saranno riusciti?
Una città dal doppio volto
Le vicende di NFS Heat si svolgono a Palm City, cittadina della East Coast liberamente ispirata a Miami, nella quale le corse di auto vivono una doppia vita. Di giorno, lo Showdown organizza eventi legali, nei quali i piloti più performanti competono per garantirsi denaro e riconoscimento. Tuttavia di notte la città si trasforma, e le strade diventano una terra di nessuno dove vengono organizzate gare clandestine che offrono fama e rispetto ai racer più sfrontati.
Come nella maggior parte dei racing game la trama anche in questo titolo fa da contorno, e anzi è spesso solamente un pretesto per introdurre al giocatore il mondo di gioco. Il nostro protagonista, personalizzabile in-game, è un appassionato di corse appena trasferitosi in città, attratto dallo Showdown. A Palm City tuttavia non si dorme mai e, gareggiando di notte, oltre a farci un nome attireremo le attenzioni del dipartimento di polizia, che avendo creato una task force apposita per dare la caccia ai piloti di gare clandestine, ci starà sempre alle costole. Il racconto non è sicuramente uno dei punti di forza del titolo, la complessità della trama è infatti ai livelli di quella di un Fast & Furious: poliziotti corrotti, confische sospette e i classici cliché di un film action. Le cutscene d’intermezzo tuttavia sono sicuramente più godibili, e anche presenti in maggior quantità rispetto a precedenti iterazioni del brand, grazie anche al buon uso del Frostbite.
Easy to learn
Il cuore di Need For Speed Heat è senza ombra di dubbio il gameplay, la saga di NFS è infatti considerata l’arcade racing per eccellenza, che propone un sistema di guida semplice da imparare ma allo stesso tempo altamente soddisfacente. La meccanica più importante di questo capitolo è la gestione della derapata: la guida infatti si riduce spesso a gestire l’acceleratore (e talvolta il freno a mano) nelle curve, controsterzando il giusto per effettuare dei drift che consentano al mezzo di tenere la traiettoria della strada. Nonostante il sistema di controlli semplice, l’aderenza dei veicoli cambia drasticamente a seconda del terreno o dell’assetto dei pneumatici e delle sospensioni, costringendoci a pianificare attentamente il tuning del nostro veicolo prima di affrontare, ad esempio, una sfida di derapate o una gara su sterrato.
Le competizioni che si svolgono durante il giorno garantiscono denaro, che nel garage può essere speso per personalizzare le nostre auto sia esteticamente che a livello di prestazioni. Tuttavia i pezzi più performanti si sbloccano solamente facendo salire il livello di reputazione del nostro personaggio, e come prevedibile, questa “valuta” alternativa è ottenibile attraverso gli eventi clandestini che si svolgono quando a Palm City cala il sole. L’alternanza del ciclo giorno/notte non avviene in maniera naturale durante l’esplorazione dell’open world, ma è selezionabile ogni volta che usciamo da un garage, lasciando dunque al giocatore libertà su quando affrontare un tipo di eventi, e quando switchare agli altri, a seconda del tipo di ricompense di cui abbiamo bisogno. Ricapitolando: di notte si sale di reputazione e di livello, in modo da sbloccare nuovi pezzi e nuove auto al concessionario, mentre di giorno si guadagnano dollari per acquistare i sopracitati unlock.
Ed è proprio nel reparto della personalizzazione dei veicoli che Need For Speed Heat sembra ritornare ai fasti di un passato che ormai sembrava essere lontanissimo. Finalmente il tuning delle vetture ritorna presente e prepotente in ogni singolo aspetto, sia per quanto riguarda la carrozzeria e l’estetica, sia per tutto ciò che sta sotto il cofano. Ghost Games, forte anche di un parco auto di circa 130 modelli fra i più disparati tipi di macchine, lascia totale libertà al giocatore per poter sbizzarrirsi nel creare l’auto dei suoi sogni. Che si tratti di una cittadina come la Ford Focus, di una muscle come la Mustang, di un fuoristrada Land Rover o di una supercar come una Lamborghini, Heat ha un veicolo per tutti i gusti e tutte le fantasie più disparate.
Casual o Hardcore
Oltre alla selezione della difficoltà nel menu, il livello di sfida in questo Need For Speed è misurato tramite un “valore del veicolo consigliato” che ci viene mostrato ogni volta che selezioniamo un evento dalla mappa di gioco. Viene da sé che partecipare in gare con valore pari o superiore a quello del nostro mezzo garantisce una difficoltà più alta, ma allo stesso tempo anche ricompense più ricche, rispetto a gare magari con valori più bassi e dunque più facili.
Menzione d’onore va all’IA dei poliziotti, che sono davvero una spina nel fianco, al contrario di come potevano essere negli scorsi capitoli, nei quali eravamo noi i cacciatori e loro le prede. Questi ultimi in Heat sanno mettere in difficoltà anche il pilota più esperto, soprattutto se il nostro veicolo non è equipaggiato con delle contromisure adeguate per gli inseguimenti.
Sbandate evitabili
Il comparto tecnico è forse l’aspetto più altalenante di Need For Speed Heat. Il motore grafico fa senza ombra di dubbio la sua gran bella figura, d’altronde stiamo parlando del Frostbite, quello di Battlefield per intenderci. Gli shader e i riflessi mostrano un’attenzione per i dettagli mai vista prima in un NFS, che uniti alla indistruttibilità degli ambienti concessa dal Frostbite, aggiungono un pizzico di realismo che, soprattutto con i neon onnipresenti di notte, rendono Palm City uno spettacolo per gli occhi. Dall’altra parte tuttavia troviamo una colonna sonora forse non all’altezza del nome del brand, con brani Hip-Hop semisconosciuti uniti a ritmi latinoamericani tutti molto simili fra loro. Se la musica è de gustibus, e quindi ad alcuni potrebbe comunque piacere, ciò che è assolutamente inaccettabile è la stabilità del titolo. La recensione è stata effettuata sulla versione PC del gioco, su un computer con delle caratteristiche che superano anche i consigliati per giocare ad Ultra dagli sviluppatori, e risulta dunque inconcepibile come il gioco possa crashare senza alcun motivo di tanto in tanto. Questo problema tecnico è stato riscontrato dalla maggior parte della community PC del gioco e, sebbene sia un difetto grave, non è nulla che gli sviluppatori non possano fixare con delle patch apposite.
Per concludere, Need For Speed Heat guarda con giusta nostalgia ai fasti passati e, compiendo un’operazione di mea culpa, riesce almeno in parte a “frenare” quello che sembrava un declino inarrestabile per il brand. Il sistema di personalizzazione e di tuning è senza ombra di dubbio il punto forte del titolo, che unito ad un gameplay semplice e divertente è in grado di soddisfare tutti i tipi di giocatori. Con la speranza che Ghost ed EA riescano a risolvere i problemi tecnici che affliggono la versione PC del titolo, non mi resta che augurarmi di incontrarvi sulle selvagge strade di Palm City.