È ormai da una manciata di anni che Riot Games è stato accusato di discriminazioni di genere nei confronti delle donne che lavoravano per lo sviluppatore. Lo scorso novembre, il padre di League of Legends si è trovato costretto a pagare la cifra di 10 milioni di dollari per le offese ai danni degli impiegati di sesso femminile, un accordo nato per impedire l’inizio di lunghe e dispendiose procedure. I guai, però, non sembrano affatto essere finiti.
Il gruppo di donne che ha inizialmente lanciato le accuse si è recentemente procurato un nuovo studio legale, che sta provando ad aumentare la quota. Secondo quanto riportato, la richiesta di risarcimento ammonta ora a ben 400 milioni di dollari, un incremento oltremodo considerevole.
Riot Games, tuttavia, si è rifiutata di sottostare alle nuove condizioni, sostenendo che la nuova cifra è “ingiusta e inadeguata” e “non si basa su fatti o ragioni concrete”. Lo sviluppatore si prepara quindi a difendersi da “false voci e preteste illecite”, mentre l’avvocato Genie Harrison, in rappresentanza degli impiegati, insiste nel ribadire che la nuova quota è necessaria per ripagare le vittime e “ricompensare il loro coraggio nel denunciare le violenze subite”. Potete trovare il resoconto completo su questa pagina.