Iris and the Giant è un CCG roguelike con elementi RPG: sembra uno scioglilingua ma tutti questi elementi sono implementati e interconnessi in modo eccellente.
Il primo impatto col gioco è strabiliante: la grafica è minimalista e stilizzata, esattamente come i disegni di un bambino, ma la sensazione non è mai quella di avere davanti qualcosa di rozzo o di bassa qualità. Al contrario lo stile scelto è perfettamente in linea con la narrazione e il tema trattato, cioè quello di una bambina con un profondo disagio interiore. Iris infatti non fa mistero della sua profonda depressione, che viene esplorata a partire dal filmato introduttivo, e di come il viaggio che sta percorrendo sia una manifestazione della lotta contro i suoi demoni interiori. Il comparto audio è globalmente di buon livello, ma degna di nota è soprattutto la colonna sonora malinconica, che anche se può risultare un po’ ripetitiva, alla lunga contribuisce a creare un’atmosfera molto immersiva e palpabile.
Come già anticipato, Iris and the Giant combina meccaniche di diversi generi, alla base c’è un cardgame semplice da capire ma con sorprendente profondità e complessità nelle possibili interazioni. Le carte rappresentano armi o magie da usare per sconfiggere dei mostri disposti su più file, tutti con abilità particolari e design unici, che attaccano e scorrono automaticamente, fino a trovare un’uscita e raggiungere il piano superiore. Il deckbuilding continua per tutta la partita man mano che vengono aperti “pacchetti” sparsi per il mondo di gioco: ci sono sempre numerose strategie possibili, ma le carte più forti non sono disponibili in partenza e vanno sbloccate completando varie run o rubandole ai nemici con altre carte apposite. Non c’è una pila degli scarti quindi, una volta usate, le carte sono perdute e, salvo rari casi, è necessario tenere sempre sott’occhio le risorse restanti per evitare “overkill” e ritrovarsi a secco più avanti.
Gli elementi RPG consistono in numerosi sistemi di progressione che vanno avanti parallelamente: i mostri sconfitti garantiscono esperienza, e a ogni level up va scelto uno tra quattro upgrade presi casualmente da un pool vasto, l’unico che viene sempre offerto è un forziere pieno di carte, anche queste a scelta. Sparsi per le mappe si possono trovare cristalli da raccogliere e boss da sconfiggere, entrambi conferiscono nuovi poteri per la run in corso, oltre a ricordi che svelano particolari della storia e si possono riscattare per dei bonus permanenti. L’aspetto roguelike per ora non è molto esplorato: le sequenze di mostri sono generate in modo casuale, a parte alcuni quadri scriptati, ma la progressione dei livelli è per lo più lineare, nonostante la presenza di porte segrete, e avere una sola modalità di gioco non aiuta. Ci sono numerosi amici immaginari, che danno bonus e malus particolari se “equipaggiati”, da sbloccare completando varie sfide, ma niente di radicale. La rigiocabilità è comunque altissima: la storia principale offre sempre scontri variegati e la possibilità di affrontarli diversamente ogni volta.
Il tutorial fa per lo più il suo dovere, ma non spiega adeguatamente certe meccaniche: ho completato una ventina di run, tre finendo anche il gioco e non ho ancora capito come funzioni il mulligan. Purtroppo al momento ci sono ancora dei glitch, tipo icone che rimangono in sovrimpressione durante le cutscene, e un bug derivato da un’interazione non programmata correttamente che blocca la partita in corso, fortunatamente c’è un autosave all’inizio di ogni mappa ed è quindi possibile tornare al menù principale per ricaricare. Il livello di sfida può variare abbastanza da una run all’altra, ma se siete tra quelli che sentono il bisogno fisico di fare le power build, vi conviene comunque scegliere la difficoltà massima, sperimentando appieno tutto quello che il gioco ha da offrire.
Iris and the Giant è un indie con un gameplay che dà dipendenza, esteticamente magnifico e toccante, uno dei cardgame migliori sul mercato, che appena uscito dalla beta vale decisamente il prezzo di 15 euro su Steam o GOG, assolutamente consigliato a chiunque apprezzi i giochi di carte, o anche solo una bella storia illustrata superbamente.