Alcuni ricercatori dell’università di Washington hanno scoperto che è possibile attivare le funzionalità degli assistenti vocali degli smartphone anche attraverso gli ultrasuoni.
In una presentazione al Network and Distributed System Security Symposium del 24 febbraio scorso, gli stessi ricercatori hanno spiegato che le condizioni per riuscire in questo strano hacking sono piuttosto rare. Il loro rapporto è lungo circa 20 pagine, ma è disponibile un riassunto sul sito della Washington University.
Il processo richiede un dispositivo che emetta ultrasuoni, quindi onde non udibili dall’orecchio umano, per raggiungere un telefono posato su un tavolo. In questo modo i ricercatori sono stati in grado di attivare moltissime funzioni, dallo scattare fotografie con la telecamera frontale a leggere password. 15 telefoni sui 17 testati si sono rivelati vulnerabili a questa operazione.
L’esperimento funziona attraverso diversi materiali e secondo il professor Zhang, membro del team di ricercatori, i produttori devono rendere pubblica la vulnerabilità per informare i possessori di questi telefoni del rischio che corrono.
Fortunatamente è molto difficile che un hack del genere venga fatto in pubblico. Per fermarlo infatti basta uno strato di materiale morbido. Finché avrete il telefono in tasca insomma, sarete al sicuro. Niente scenari da Watch Dogs quindi, questo però non toglie che questo metodo non possa comunque essere usato per hacking più mirati.