Sull’immensa opera di Eiichirō Oda non credo servano presentazioni: uno dei manga più famosi e longevi del mondo, ha catturato milioni di fan in questi decenni con anime, articoli di merchandising e videogiochi, ovviamente. One Piece: Pirate Warriors 4 è arrivato anche su Nintendo Switch (versione testata) e quel che propone non si discosta molto da ciò che ci si aspetta: un musou ambientato nell’universo di One Piece.
Con tutti i limiti che il genere propone, in questo Pirate Warriors 4 ci troviamo dunque a impersonare i principali personaggi della serie (ben 43 con altri in arrivo tramite DLC) per arrivare ad un unico obiettivo: diventare il re dei pirati.
Se uniamo questo obiettivo al genere musou, capiamo bene come il tutto sia servito su un piatto d’argento: sulla nostra strada troviamo migliaia di nemici da battere con combo più o meno devastanti, attacchi speciali e distruzione dell’ambiente circostante. Una delle cose che più ho apprezzato in questo gioco è infatti l’interattività con ciò che ci circonda: sia chiaro, nulla di strabiliante o che rispetti le regole della fisica, ma vedere nemici scaraventati contro palazzi che conseguentemente cadono a pezzi dà un bel senso di potenza a ciò che facciamo.
Il gameplay di One Piece: Pirate Warriors 4, alla fin fine, è tutto qui, come da regola dei musou: ci troviamo all’interno di mappe discretamente grandi, divise ad aree, in cui pullulano una miriade di nemici, la cui IA è alquanto limitata, (per una sfida quantomeno impegnativa consiglio di giocare a difficoltà massima) pronti a essere riempiti di pugni, capocciate, spadate e calci, in base al pirata che scegliamo.
Nel corso del livello si hanno diversi obiettivi che vanno dall’uccidere un determinato numero di nemici allo scortare qualcuno o al distruggere edifici, fino ad arrivare allo scontro finale con il boss di quell’area. Come detto, nulla di originale e che possa appassionare così tanto, ma è un qualcosa che riguarda i musou e, anzi, Koei Tecmo è riuscito a renderlo anche più divertente di quanto la nomea del genere si porti con sé.
Partiamo ovviamente da una questione fondamentale, o quasi: One Piece: Pirate Warriors 4 è destinato ai fan dell’opera, venendo questi catturati dalle vicende narrative, dall’ottima caratterizzazione dei personaggi e dai loro moveset che rispecchiano perfettamente il loro stile di combattimento. Vivere nuovamente le vicende di Alabasta, Enies Lobby, la Guerra di Barbabianca, Verso il Nuovo Mondo e Whole Cake Island (più una sesta saga appositamente creata per il gioco) fa la gioia di ogni fan che può così rivedere, tramite il titolo, tutte le vicende più divertenti, tristi ed epiche di questa avventura.
Quel che Koei Tecmo è riuscita perfettamente a fare è tramutare l’essenza del manga/anime in videogioco, tanto che le ottime scene animate rapiscono il cuore proprio come ha fatto a suo tempo la versione cartacea o animata.
Vien da sé che chi invece non è mai stato interessato all’opera ma, per un misterioso motivo, è interessato al gioco, tutte queste emozioni vanno a perdersi, per quanto comunque seguire la storia “per la prima volta” tramite One Piece: Pirate Warriors 4 non sia comunque male. Certo, moltissime sottotrame sono state saltate, i personaggi non vengono approfonditi e tutto ciò che è accaduto prima di quello che viene narrato in questo capitolo è raccontato tramite flashback che fanno capire la situazione generale, ma non raggiungono minimamente l’impatto emotivo che ha l’opera originale.
In ogni caso, valutando il gioco in quanto tale, l’esperienza offerta è sicuramente di ottimo livello, con una buona varietà di situazioni e una certa profondità che in un genere ripetitivo come il musou non può che far bene. Oltre alla modalità Avventura che permette di ripercorrere le vicende della storia, abbiamo il Diario del Tesoro, una sorta di seconda avventura ma con missioni slegate l’una dall’altra, in cui è possibile prendere le vesti di un qualsiasi pirata a scelta (se sbloccato) e proseguire nelle missioni raccogliendo berry e punti abilità utili per sbloccare potenziamenti, abilità e attacchi speciali.
Ogni personaggio ha le proprie peculiarità, con attacchi speciali che rendono onore alla caratterizzazione dei pirati. Personalizzarli in base al nostro stile di combattimento e potenziarli al massimo regala tantissime ore di gioco aggiuntive.
Dal punto di vista tecnico, ricordando che quella testata è la versione per Nintendo Switch, ci troviamo di fronte ad un buon lavoro. I modelli poligonali dei personaggi sono ottimi, mentre sicuramente sono meno d’impatto e curate le ambientazioni. I nemici, com’è tipico nei musou, sono tutti uguali tra loro, ma quel che bisogna apprezzare è che nonostante le centinaia di nemici a schermo, il frame rate resta sempre abbastanza stabile, con una media di 30fps. In docked la risoluzione è di 900p e, per quanto non siamo di fronte a qualcosa di spettacolare visivamente parlando, si gioca con piacere.
La situazione cambia in portatile, dove il frame rate continua ad essere stabile, ma la risoluzione si abbassa drasticamente, rendendo nei momenti più affollati tutto molto caotico; nelle scene ferme, inoltre, è abbastanza marcato l’aliasing.
Niente da segnalare per quanto riguarda il comparto sonoro, dove troviamo un ottimo doppiaggio giapponese, effetti sonori e OST adatti al contesto.
One Piece: Pirate Warriors 4 ha tutti i limiti che può avere un musou ma Koei Tecmo è stata ben capace di “nasconderli” rendendo il tutto più vario grazie alle ottime basi che regala l’opera di Eiichirō Oda: i fan dell’opera possono acquistare senza alcun dubbio questo capitolo, soprattutto se hanno apprezzato i primi tre, sapendo che questo quarto migliora tutto ciò che abbiamo avuto in passato.
Sconsiglio invece l’acquisto a chi non è fan di One Piece: non perché il gioco non meriti o non possa divertire lo stesso (anzi), ma perché un’opera del genere è stata pensata e sviluppata proprio per i fan, quelli che più di tutti riusciranno a chiudere un occhio sulla ripetitività del genere.