Animal Crossing: New Horizons va ad aggiungersi alla lunga lista nera del governo cinese, che comprende già classici come Google, Twitter, Ben Hur, Il Bosco dei cento acri, la libertà di stampa e la democrazia. Sembra che la dirigenza del CPC, guidato dal supremo leader e Winnie the Pooh impersonator Xi Jinping, non abbia gradito l’uso fatto da attivisti pro Hong Kong del gioco, che gli permetteva di condividere messaggi di solidarietà alle proteste facendo (tra le altre cose) indossare maschere antigas ai loro avatar. C’è sempre la possibilità che si sia trattato di un’iniziativa volontaria da parte di distributori “sensibili ai contenuti politicizzati”. In ogni caso il gioco targato Pegi 3+ rappresentava una chiara minaccia alla più grande Repubblica monopartitica sulla faccia della Terra.
The most popular video game under #COVID "Animal Crossing" developed by @Nintendo appears to be removed from sales in #China – probably due to its nearly unlimited freedom for players to create their virtual lives. It can't be searched on Chinese e-commerce platforms anymore. pic.twitter.com/jY6dYn04Yn
— Phoebe Kong 江穎怡 (@phoebe_kongwy) April 10, 2020
HKers are really creative! #どうぶつの森シリーズ #AnimalCrossing https://t.co/osQMO2NzBW pic.twitter.com/QJCemis7Cq
— Joshua Wong 黃之鋒 ? (@joshuawongcf) March 27, 2020
This is how #hongkong ppl spend our time during coronavirus lockdown – villain hitting in #animalcrossing, the villain is #CarrieLam, the worst governor in #hongkong history.#AnimalCrossingNewHorizons#StandWithHK pic.twitter.com/K5AbOTl9tD
— Studio Incendo (@studioincendo) April 1, 2020
Come riportato da Reuters l‘importazione del titolo è stata immediatamente sospesa così come la sua distribuzione online, esattamente come accaduto il mese scorso per Plague Inc. colpevole di avere “contenuti illegali”. Nessun rappresentante dei distributori in questione (Alibaba e Pinduoduo) ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito.