Sono passati ormai nove anni da quando, ormai a fine ciclo vitale, Nintendo Wii ci regalò tre perle del mondo JRPG: Pandora’s Tower, The Last Story e Xenoblade Chronicles. Se le prime due restano ormai relegate nei ricordi degli appassionati, almeno per ora, non possiamo dire lo stesso della terza. Lodato da critica e pubblico, il titolo si è piazzato direttamente sul podio dei giochi di ruolo giapponesi diventandone uno dei massimi esponenti. Due generazioni dopo, eccoci di fronte alla Xenoblade Chronicles Definitive Edition in uscita il 29 maggio su Nintendo Switch. Semplice remastered o qualcosa di più? 

Dove tutto ebbe inizio

La storia di Xenoblade Chronicles si apre con due esseri titanici, Bionis e Mechanis, coinvolti in uno scontro senza esclusione di colpi che culmina con la morte di entrambi. Migliaia di anni dopo il leggendario duello, si generano sui loro corpi immobili diverse forme di vita: su Bionis si sono sviluppati gli Homs, esseri identici agli umani, e i Nopon, piccole creature nomadi esperte nell’arte del commercio, mentre su Mechanis hanno avuto origine delle creature robotiche denominate Mechan. Queste attaccano le colonie nelle quali vivono gli abitanti di Bionis per nutrirsene e le armi degli Homs sono pressoché inutili contro di loro. Dunban, l’eroe della Colonia 9, possiede però l’unica spada in grado di contrastare questa costante minaccia: la Monade.

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Dunban in azione con la Monade

In pochissimo tempo la Monade arriva nelle mani di Shulk, il protagonista del gioco, donandogli capacità fuori dal comune quali la preveggenza. La storia è a tratti molto simile a quella di uno shonen, ma riserva dei colpi di scena non indifferenti.

Collegarsi al presente: Xenoblade Chronicles Definitive Edition

Partiamo dall’aspetto che più salta all’occhio: l’estetica generale è stata completamente ritoccata in Xenoblade Chronicles Definitive Edition. Non parliamo di un semplice upscaling grafico e di aumento della risoluzione delle texture, ma di una modifica completa allo stile artistico. Ora anche Shulk e compagni possono vantare una resa visiva cartoonesca che dona nuova vita ai personaggi. Le espressioni facciali, grande neo della produzione originale, sono ora simili a quelle viste nell’espansione “Torna – The Golden Country” del secondo capitolo.

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Gli abiti e gli equipaggiamenti godono di un restyling completo, così come il nuovo sistema di illuminazione rende gli ambienti più vivi e piacevoli da esplorare. Questi, nonostante qualche debolezza dovuta a delle texture a bassa risoluzione presenti su alcuni elementi, risultano estremamente evocativi. Il calore del tramonto è reso perfettamente grazie alla luminosità dei colori, così come la notte appare più stellata che mai.

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Vagare per la mappa di gioco sotto un cielo del genere… non ha prezzo

Non un remake completo, ma nemmeno una pigra remastered

Oltre all’estetica già abbondantemente affrontata, il titolo vanta tante piccole modifiche rispetto alla controparte originale. La colonna sonora rimasterizzata è un piacere per le orecchie grazie ad una migliore compressione dei file audio e a un più spiccato utilizzo degli archi rispetto alle tracce originali, che rimangono comunque presenti e selezionabili dalle impostazioni. Il doppiaggio, presente sia in lingua giapponese che inglese, si sposa meglio con le animazioni facciali dei personaggi offrendo una sincronizzazione superiore all’originale. Le missioni secondarie, tediose nel titolo originale, sono ora più semplici da seguire grazie alla mappa migliorata e sono selezionabili da un comodo menù a tendina attivabile in ogni momento.

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La mappa mostra chiaramente come raggiungere gli obiettivi principali e secondari

Menzione speciale al frame rate, sempre stabile anche durante i combattimenti più concitati sia in modalità fissa che portatile, anche se in handheld il titolo appare decisamente meno pulito e più caotico durante gli scontri.

Final Fantasy XII, ma meglio

Il sistema di combattimento non ha subito modifiche sostanziali: ci troviamo dinanzi alla stessa struttura action RPG simil Final Fantasy XII del titolo originale, caratterizzato da una serie di tecniche da ripetere in sequenza. I poteri della Monado vanno studiati attentamente in base al tipo di pericolo che ci troviamo a fronteggiare, così come le abilità dei personaggi devono essere prese in considerazione durante gli Assalti di Gruppo.

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Gli assalti di gruppo permettono di concatenare una serie di tecniche

L’abilità di Shulk di prevedere il futuro è fondamentale per evitare colpi mortali e il tempismo del giocatore gioca un ruolo chiave negli scontri. Importanti anche le affinità tra personaggi, migliorabili grazie alle azioni in combattimento e tramite i Dialoghi empatici, delle conversazioni a risposta multipla attivabili in determinati punti della mappa. Ottima la nuova interfaccia presente durante i combattimenti, caratterizzata da icone più piccole che rendono l’hud più snella.

Un futuro Comune

Veniamo ora alla grande novita di Xenoblade Chronicles Definitive Edition: l’epilogo aggiuntivo denominato Un futuro comune. Selezionabile sin da subito nella schermata principale del titolo, questo contenuto creato ex novo si colloca dopo la conclusione della trama principale. La storia, ambientata ad un anno dal finale di Xenoblade Chronicles, vede Shulk e Melia alla ricerca della capitale imperiale Alcamoth ma, dopo aver subito un misterioso attacco, sono costretti ad un atterraggio d’emergenza sulla Spalla di Bionis.

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La spalla di Bionis è vasta, non si tratta di una piccola area

Quest’area rocciosa, non visitabile nel gioco originale ma comunque presente come cut content, è piuttosto vasta e ricca di pericoli che dovete affrontare senza il dono della preveggenza. Shulk infatti ha perso la capacità di vedere il futuro e questo porta ad un cambiamento di approccio negli scontri, ora ancora più tattici. Altra modifica sostanziale, è l’assenza degli Assalti di Gruppo, sostituiti dagli attacchi collettivi in collaborazione con Kino e Nene, i due nopon del party.

Infine, l’epilogo si attesta intorno ad una lunghezza più che buona: se per portare a termine  la sola trama bastano 10/12 ore, completando ogni subquest e ritrovando tutti i Ponspettori si superano tranquillamente le 20 ore.

Xenoblade Chronicles Definitive Edition, in definitiva

Xenoblade Chronicles Definitive Edition non ha tradito le buonissime impressioni avute in sede di anteprima, anzi tutte le ore in compagnia di Shulk & company hanno confermato l’altissima qualità di questo progetto. Dopo quasi una decade, Xenoblade Chronicles è ancora il punto di riferimento per i J-RPG e, probabilmente, lo sarà ancora a lungo grazie a questa Definitive Edition.

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