Quando ho avviato per la prima volta Beyond Blue, non mi sarei mai aspettato di mettermi davanti allo schermo, iniziare questa recensione e scrivere le seguenti parole: Cos’è un videogioco? Quali sono i fattori che lo rendono tale? Per farlo, prenderò in prestito la definizione di Player Experience:
“La player experience è qualcosa a cui tutti i game designer puntano. È quello che il giocatore prova quando gioca. Quest’esperienza può essere semplice come le meccaniche gamificate nella gamificazione, una classe basata sull’apprendimento ludico; una simulazione; o un gioco serio. La player experience detta come la nostra creazione, il nostro gioco è ricevuto dall’utente.”
Beyond Blue di E-Line Media rientra perfettamente all’interno dello spettro didattico della player experience e lo fa tramite un’avventura che di narrativo ha ben poco e con un non-finale che non darà tante soddisfazioni ai giocatori che prediligono una buona sceneggiatura sopra tutto il resto. Sebbene il gioco cerchi di dare importanza alla storyline della protagonista Mirai e dei suoi colleghi, lo fa in maniera poco interessante e frettolosa e mette in evidenza come non solo l’intera storia funga da contorno, ma anche come quest’ultima non sia stato il focus principale durante lo sviluppo.
E sebbene con questa premessa potrei essermi giocato una buona parte del vostro interesse, ho voluto mettere le mani avanti fin dall’inizio prima di raccontarvi cos’è veramente Beyond Blue e come il suo contenuto renda irrilevanti i difetti appena elencati.
In fondo al mar
In Beyond Blue, il cuore dell’esperienza è l’esplorazione dei fondali marini. Ottenuta la possibilità di effettuare sessioni di free diving, il giocatore si trova tra le mani un intero ecosistema marino diviso in vari settori. Dai piccoli atolli fino ad arrivare alle grandi montagne marine, per poi immergersi sempre di più nelle profondità del mare e perché no, anche esplorare il vuoto ma allo stesso tempo affascinante oceano aperto.
Una volta immerso, il giocatore può muoversi liberamente a 360° nell’ambiente: se con lo stick sinistro si aggiusta la traiettoria del movimento, con l’analogico destro è possibile guardarsi attorno e scegliere se continuare l’immersione o iniziare la risalita. Durante le nostre esplorazioni i miracoli della tecnologia ci vengono incontro attraverso una serie di gadget dedicati all’esplorazione del mare e delle sue creature. Partendo da una tuta in grado non solo di illuminare le zone più buie, ma anche di interagire con alcune creature dell’ecosistema. Per esempio, illuminando il Cephaloscyllium ventriosum (Swell Shark) con i raggi UV, è possibile farsi una piccola idea del suo punto di vista e di come lui guardi gli altri esseri viventi, tant’è che questo tipo di squalo si trova anche nelle sezioni di gioco più buie.
A facilitare il nostro apprendimento ci pensa un semplice radar, attivabile con i tasti dorsali. Citando il manga di Dragon Ball di Akira Toriyama, questa versione sottomarina dello Scouter analizza il bersaglio indicando sullo schermo non solo la specie e le sue dimensioni, ma anche quanti esemplari abbiamo analizzato e se sono possibili ulteriori analisi ravvicinate attraverso il nostro drone-manta, in grado di analizzare, registrare e documentare i comportamenti degli animali.
Quest’ultima funzione ci permette di esplorare la seconda meccanica principale di Beyond Blue: l’apprendimento. Continuando ad analizzare diversi esemplari della stessa creatura, si ottiene un identikit completo, che ci mostra non solo le sue caratteristiche fisiche e l’ubicazione all’interno dell’ecosistema, ma anche i suoi comportamenti. Dopo poco tempo, la curiosità del giocatore lo porta ad approfondire e a completare questa piccola enciclopedia, mettendo al centro di tutto il valore educativo dell’intera offerta.
Il documentario nel documentario
Tornando a parlare dell’offerta didattica, il pacchetto viene arricchito attraverso una serie di 16 mini-documentari, che offrono un approfondimento di ciò che viene visualizzato dal giocatore in-game e un punto di riflessione sull’importanza e sul ruolo dell’oceano per il pianeta e di come noi esseri umani possiamo salvaguardarlo.
Tutto questo è stato possibile grazie ad una collaborazione tra E-Line Media, BBC Studios, l’organizzazione OceanX e vari reparti di ricerca dedicati alla biologia marina in giro per il mondo, incluso quello situato all’interno dell’Università di Pavia. L’unica nota negativa da riportare – e che mi permette di staccare per un momento dal mio ruolo di recensore, per abbracciare una piccola denuncia a favore del titolo – è il poco interesse da parte del pubblico per quest’ultima sezione. Basta una piccola ricerca tra le statistiche del titolo su Steam, meno del 10% degli acquirenti ha sbloccato e visualizzato tutti i video presenti nell’archivio in-game. E sebbene possano esistere tanti variabili all’interno di un semplice numero visualizzato all’interno di un client, questo dettaglio riesce comunque a dare un’idea di un pubblico che – dal mio punto di vista – non sa cosa acquista, o semplicemente ignora.
Beyond Blue e la bellezza del mare
Dal punto di vista tecnico, il titolo fa un ottimo uso dell’engine Unity, con scenari ben realizzati ed una gestione delle texture e dei dettagli che convincono. Allo stesso modo, i modelli 3D delle varie creature marine stupiscono per la loro varietà, la cura nei dettagli e quelle piccole chicche che fanno intuire l’impegno di E-Line Media nel voler creare un ambientazione viva e verosimile. Anche dal punto di vista dell’ottimizzazione nulla da criticare: sulla mia configurazione – AMD Ryzen 7 3700X, Radeon 5700 8GB, 16GB Ram DDR4 – i dettagli massimi ed i 60 FPS granitici sono stati garantiti. Inoltre, con qualche tweak per i più smanettoni, è possibile far girare il titolo su Linux tramite il layer di compatibilità Proton di Valve, tramite una sua versione modificata dalla community, in attesa del porting ufficiale attualmente in sviluppo.
Per concludere, Beyond Blue si propone come videogioco didattico di alto livello, con le sue pecche ma anche con i suoi punti di forza. Se da un lato abbiamo una narrativa non proprio eccelsa, dall’altro lato troviamo un titolo che cerca di portare l’attenzione e sensibilizzare il pubblico su uno degli argomenti a sfondo ambientalista più importante degli ultimi anni. Dal mio punto di vista, non posso fare altro che premiare lo sforzo di E-Line Media e consigliare l’acquisto di Beyond Blue.