Marty O’Donnell, ex-compositore e pezzo grosso di Bungie – software house dietro a franchise come Halo e Destiny – ha finalmente trovato un momento per levarsi qualche sassolino dalle scarpe, e ha parlato senza filtri degli accordi tra Activision e Microsoft.
Durante la sua ultima intervista avvenuta all’interno del canale HiddenXperia, O’Donnell ha inizialmente parlato della sua voglia di lasciare Bungie una volta raggiunto un accordo con Activision, e di come quest’ultimo si sia rivelato un passo falso:
“Una parte di me faceva “beh, era ora”, l’altra parte faceva “cavolo, spero che la comprino così compreranno anche le mie azioni” cosa che non è accaduta. […] Eravamo in sette a sapere del potenziale accordo con Activision e sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stato un rischio, ed infine si è rivelato un brutto accordo. Sono l’unico che può dirvi una roba del genere, oltre a quelli che hanno lasciato Bungie. Se lavori ancora per loro devi essere “politico” e dire cose come “avevamo una buona partnership” e “blah blah blah siamo riusciti a creare cose meravigliose e ad un certo punto era arrivata l’ora di separarci per via dei nostri obiettivi, ma eravamo felici, ci vogliamo bene”, cazzate.”
Successivamente, l’ex-compositore ha parlato anche delle difficoltà e del crunching subito sotto Microsoft all’epoca di Halo 2, e dell’accordo tra la casa di Redmond e Bungie sulla proprietà del nome durante lo sviluppo di Halo 3:
“Non abbiamo venduto Halo a Microsoft nel 2007, lo vendemmo nel 2000. Vendemmo Bungie e Halo, l’intero pacchetto fu venduto a Microsoft nel 2000, rendendola una sua divisione interna. […] Nel 2007 il nostro accordo era che avremmo fatto Halo 3 ma al prezzo del nome “Bungie”. Alla fine riottenemmo il nome, ma dopo aver sviluppato Halo 3 ODST e Reach. Ottenemmo l’indipendenza nel 2007. Quando diventammo proprietà di Activision, mantenemmo la prioprietà delle nostre IP, non potevano fare casini. Ma non è questo quello che è successo, ed è per questo che mi hanno licenziato.”
Se siete interessati, rieccovi il link per l’intervista completa.