Le opinioni di J. K. Rowling riguardo alla comunità trans sono ormai note da mesi. L’autrice di Harry Potter si è più volte dimostrata in linea con quello che viene definito femminismo essenzialista e trans-escludente (TERF in breve, acronimo spesso usato come insulto).
Le sue idee, per quanto discutibili, non erano mai entrate però nel mondo dei videogiochi, almeno fino all’annuncio di Harry Potter Hogwarts Legacy durante l’ultimo evento di presentazione di PlayStation 5.
In un momento in cui la popolarità personale dell’autrice di Harry Potter non è al massimo, era ovvio che l’annuncio dell’uscita di un gioco del genere avrebbe causato qualche polemica. J. K. Rowling è da sempre molto attenta a mantenere il controllo creativo su tutti i media che ripropongono storia o ambientazioni dei suoi lavori, e molti temevano che questo sarebbe accaduto anche per il videogioco.
Fin da subito però Warner Bros. Games ha tenuto a sottolineare che, nonostante il gioco tragga fortemente spunto dai libri di Harry Potter, l’autrice non è minimamente coinvolta nello sviluppo né nella scrittura di Hogwarts Legacy. J. K. Rowling manterrà semplicemente un guadagno economico legato alle vendite del gioco.
Queste precauzioni non hanno però placato le voci di chi voleva una netta presa di posizione di Warner Bros. Games contro le opinioni transfobiche di Rowling. Durante un Q&A tenutosi mercoledì 30 settembre, la questione è arrivata direttamente alle orecchie di David Haddad, presidente della sezione videoludica di Warner Bros.
Today during a company Q&A, Warner Bros. Games president David Haddad addressed employees' questions surrounding the recent announcement of Hogwarts Legacy and Harry Potter author JK Rowling's anti-trans comments. His comments, per video clip sent to me this afternoon: pic.twitter.com/cbYZ0JT9c0
— Jason Schreier (@jasonschreier) September 30, 2020
Haddad ha voluto rispondere a quelle che ha definito le molte domande che pervengono ai piani alti di Warner Bros. sulla transfobia di J. K. Rowling, allineandosi come prevedibile alla posizione dell’azienda. Quindi pur riconoscendo come problematiche le affermazioni dell’autrice di Harry Potter, l’azienda non le commenta nel merito, rispettando la libertà d’opinione dell’autrice inglese. Dato che Rowling non è dipendente Warner Bros. l’azienda non ha nulla da dire sulla sua condotta. La dichiarazione completa legge:
“Non c’è molto su cui commentare, ma dato che ne riceviamo così tante [di domande] sull’argomento, voglio essere il più esaustivo possibile.
In queste affermazioni faccio eco alle parole dei membri più anziani della direzione dell’azienda.
Anche se J. K. Rowling è la creatrice di Harry Potter, mondo cui Portkey [nome degli sviluppatori dei Hogwarts Legacy] darà vita, rimane una privata cittadina. E questo significa che ha il diritto di esprimere il suo pensiero sui social media. Potrei non essere d’accordo con lei, o con le opinioni che esprime su certi argomenti, ma penso che abbia il diritto di dire quello che vuole.”
In una risposta successiva Haddad ha tenuto a sottolineare come Warner Bros. sia impegnata nel sostenere molte organizzazioni LGBT+, ma senza citare sulla questione il problema della affiliazione dell’azienda a J.K. Rowling.