Era pronosticabile che l’azione di Twitch contro le violazioni di DMCA da parte degli streamer avrebbe causato diverse reazioni. Oltre a quelle che tutti potevamo aspettarci però, ne è arrivata anche una meno attesa, da parte del direttore creativo di Stadia Alex Hutchinson. 

“Gli streamer preoccupati che il loro contenuti siano rimossi a causa della musica che hanno utilizzato senza pagare, dovrebbero essere più preoccupati dal fatto che non hanno pagato nemmeno i giochi che trasmettono. Se un editore decide di far valere i suoi diritti, è tutto finito.
La verità è che gli steamer dovrebbero pagare gli sviluppatori e gli editori dei giochi che trasmettono. Dovrebbero comprare licenze come ogni altra attività per i contenuti che utilizzano”


Due semplici tweet che hanno causato reazioni indignate da parte degli streamer di tutto il mondo, Italia inclusa. Va messo subito in chiaro che, come abbiamo spiegato in questo editoriale, Hutchinson ha ragione. Il fatto che gli editori e gli sviluppatori non facciano valere la legge, non significa che la legge non esista.

I videogiochi, come ogni altra forma di intrattenimento coperta dal DMCA, necessitano di una licenza per essere usati a fini commerciali e mostrati in pubblico, licenza che molto raramente viene venduta insieme alle versioni comunemente commercializzate del gioco. Questo rende di fatto gli streaming su Twitch in aperta violazione delle più diffuse leggi sul diritto d’autore. 

Le reazioni degli streamer hanno comunque fatto rizzare le antenne a Google, che ha immediatamente tenuto a sottolineare che le dichiarazioni di Alex Hutchinson non rappresentano l’azienda. 

Inoltre nella biografia di Twitter di Hutchinson intanto ci sono state alcune modifiche. Se prima lo sviluppatore risultava “direttore creativo di Stadia” ora è direttore creativo “@ SG&E Montreal Studio”. Oltre a questa specificazione lo sviluppatore ha anche aggiunto un “ALL OPINIONS MY OWN”, a sottolineare la natura personale dell’account.