Anche se la PS5 è ufficialmente disponibile (si fa per dire) da pochi mesi, un problema molto fastidioso e riscontrato in un numero significativo di casi è sicuramente quello che riguarda il nuovo controller DualSense. I problemi di drifting sembrano avere un’incidenza molto alta e Sony è già stata chiamata in causa tramite una class action per colpa di questi, anche in virtù del fatto che sembrano difficilmente risolvibili e che, soprattutto, sarebbero stati prevedibili già in fase di progettazione.
A conferma di ciò è arrivato un teardown effettuato da iFixit, canale Youtube che tratta di riparazioni di apparecchi elettronici, che ha evidenziato come i problemi di drifting che affliggono il DualSense fossero realmente pronosticabili con facilità.
Smontando il controller di PS5 infatti, operazione che si è rivelata più complicata del previsto (e in prospettiva difficilmente replicabile da mani inesperte), è emerso come il DualSense usi dei moduli joystick già utilizzati in passato in alcuni controller prodotti dalla concorrenza, come il Nintendo Switch Pro Controller e l‘Xbox Elite Controller, a loro volta vittime di qualche problema di drifting di troppo.
Secondo l’analisi di iFixit, le plastiche dei moduli sono troppo propense al consumarsi e, di conseguenza, tenderebbero a far accumulare polvere, un’eventualità che rischia di modificare il punto neutro e causare l’antipatico fenomeno del personaggio che si muove da solo senza che le mani siano effettivamente sullo stick. Come se non bastasse, sempre secondo il test, alcune parti avrebbero un ciclo vitale previsto troppo basso, cosa che potrebbe causare la rottura delle stesse dopo poche centinaia di ore di utilizzo in base ai titoli giocati.
Non è chiaro come Sony intenderà far fronte alle problematiche, ma non è da escludere che la class action mossa nei suoi confronti possa portare l’azienda a rivedere il design interno dei DualSense, alla ricerca di un’ottimizzazione delle sue prestazioni.