L’Australia è da anni famosa per le sue regole molto severe sui contenuti dei videogiochi. Giochi che PEGI ritiene adatti ai maggiorenni, non riescono a soddisfare gli standard australiani e non ottengono l’autorizzazione alla vendita.
Sono di solito scelte strane, che possiamo ritenere ingiuste, ma non assurde. Non stupisce poi tanto che sotto queste censure possano ricadere titoli dai contenuti molto spinti come Mortal Kombat o Saints Row.
Questa volta però la censura australiana è andata a toccare un gioco non solo di successo, ma anche pluripremiato. Il 25 marzo 2021 l’Australian Classification ha respinto la richiesta di classificazione di Disco Elysium Final Cut, proibendone la vendita.
Il gioco di ZA/UM, vincitore di quattro Game Awards nel 2019 e di tre British Academy Games Awards nel 2020, era pronto ad esordire su console ma è stato ritenuto:
“Contrario agli standard di moralità, decenza e decoro generalmente accettati da adulti ragionevoli”
Contro questa decisione si è scagliato Ron Curry, capo della IGEA, associazione che rappresenta i produttori e distributori di videogiochi in Australia. In una dichiarazione rilasciata al Guardian Australia, ha difeso Disco Elysium affermando:
“I videogiochi sono trattati in maniera diversa [da altri media] e le linee guida della classificazione non fanno altro che confermarlo […]. La triste realtà è che il sistema applica regole molto più stringenti ai videogiochi rispetto a ogni altro contenuto.”
Queste leggi sono ritenute ormai obsolete dall’intera industria, e anche il governo sembrava essere d’accordo. Nel gennaio dell’anno scorso il governo aveva avanzato una proposta per modificare le linee guida per la classificazione dei videogiochi.
Ma da allora nulla si è più mosso. E non solo, una nuova legge per la sicurezza online, che potrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi, vorrebbe imporre la stessa classificazione a tutti i siti e social network con base in Australia.