Torniamo a parlare dello Scandalo Activision Blizzard. Negli ultimi giorni, l’azienda americana aveva fatto richiesta per sospendere tutto, a seguito di alcuni problemi d’interesse tra il DFHE, il dipartimento californiano che per primo aveva aperto le indagini sulle molestie ed i maltrattamenti e che abbiamo già coperto durante la scorsa estate, e tra il EEOC, la commissione per le pari opportunità del Congresso degli Stati Uniti.
Per riassumere il tutto in soldoni, anche il EEOC del Congresso degli Stati Uniti aveva depositato una causa legale contro Activision e che venne fin da subito bloccata da quest’ultima tramite il pagamento di una penale di 18 milioni di dollari per risarcire le vittime dei maltrattamenti. A seguito di ciò arrivò una replica del DFEH, che definì l’intera operazione come “dannosa per la loro causa legale”. La vicenda fece emergere un particolare conflitto d’interessi tra le due parti, con la EEOC che accusava il DFHE di aver utilizzato alcuni degli avvocati del congresso per sostenere le loro prime indagini.
Ed è proprio su a questo illecito morale che Activision ha basato la propria richiesta di sospensione. Purtroppo per loro però, il giudice della corte Timothy Patrick Dillon non ne ha proprio voluto sapere e ha rifiutato la richiesta, senza però giustificare la sua scelta al momento della scrittura di questo articolo. Ovviamente, questo non significa che Activision non utilizzerà questa piccola magagna per difendersi durante le prossime fasi della causa legale.