Come sappiamo, Josef Fares è un game designer a cui piace molto parlare senza troppi peli sulla lingua ed in grado di fare alcune uscite piuttosto sopra le righe. Ed è proprio durante l’ultima intervista per il Washington Post che il director del “Gioco dell’Anno” It Takes Two ha espresso una sua personale opinione sugli NFT applicati ai videogiochi, tema nelle ultime settimane è comparso più volte tra le nostre news.
In merito ai Non-Fungible Token, Fares ha specificato che preferirebbe farsi sparare alle ginocchia, piuttosto che implementarle all’interno dei suoi giochi, ribadendo la sua posizione da artista del videogioco.
“Qualsiasi decisione tu prenda in un gioco, quando inizi a modificare il design per far spendere o per incitarli a farlo stai sbagliando. Se chiedeste ad un CEO di una grande compagnia, lui mi tratterebbe come uno stupido perché questi ultimi pensano al guadagno. Per me, il videogioco è un arte.”
Successivamente, il director ha parlato della sua avversione verso i videogiochi live service, considerandoli la causa principale dei sempre più frequenti rilasci incompleti.
“Live service? Noi non lo faremmo mai. Alcuni riescono a farlo funzionare e non sto dicendo che la rigiocabilità sia un male per ogni gioco. Sto solo dicendo che per i nostri giochi, principalmente single player narrativi, la rigiocabilità non è un focus. Alcuni non riescono a completare le loro esperienze single player, quindi perché preoccuparsi anche di quello?”