Una delle mie principali convinzioni e ammissioni che discuto più e più volte non solo all’interno dei miei articoli ma anche con amici e colleghi è che il mio bagaglio videoludico non è mai stato un granché. Un controsenso per chi come me ha puntato ad un percorso lavorativo e di istruzione accademica incentrata sul mercato videoludico e che potrebbe dare innumerevoli proiettili ai vari detrattori della stampa di settore. Eppure, per mancanze di liquidi in gioventù o puro e semplice disinteresse verso particolari generi e titoli, la mia “crescita” come videogiocatore è un evento piuttosto recente e che giorno dopo giorno continua a definirmi come autore. Ed è con questo atteggiamento che, alla domanda “Hey senti, abbiamo un codice per Kirby e La Terra Perduta. Ti interessa?” risposi “Sì, perché no?”
Kirby. Il mio rapporto con quella stramaledetta pallina rosa creata da Masahiro Sakurai è l’esatta rappresentazione dei luoghi comuni più overused delle community di Smash e di Nintendo: quei “I fan di Smash non conoscono nessun altro gioco” e soprattutto “Nintendo fa solo giochi per bambini”, stereotipo che odio fino allo stremo e che mi porta ogni tanto a rispondere in maniera piuttosto accesa nel corso di una discussione, ma che in fin dei conti stavo legittimando in quanto snobbavo questa serie con il classico atteggiamento elitario. Conscio di questo, e curioso di provare in prima persona le atmosfere colorate e spensierate di questo “mondo inesplorato” e in contrasto con la maggior parte delle uscite arrivate nel Marzo 2022, presi in mano il controller e mi misi subito a prendere appunti e giocare. Ignaro del fatto – e posso già immaginare le facce dei Kirby-Stans della prima ora ridere sotto i baffi – che l’esperienza sarebbe stata piacevole ma tutt’altro che una passeggiata.
Un nuovo mondo in 3D
Kirby e La Terra Perduta si apre con una spaccatura netta tra “il vecchio Kirby” e questa nuova interazione. Via con i paesaggi fiabeschi del Pianeta Popstar, questa volta la pallina rosa verrà teletrasportato in un territorio che crea dissonanza e che per pura ironia rappresenta la situazione di HAL Laboratory durante lo sviluppo di questo gioco. In una recente intervista pubblicata da Nintendo ad alcuni membri chiave dello sviluppo, il General Director Shinya Kazumaki ha parlato delle difficoltà nello sviluppo di un capitolo principale della serie che sfruttasse a pieno la formula tridimensionale.
Ripercorrendo tutta la storia dei giochi di Kirby, c’è stato un periodo in cui non siamo riusciti a far funzionare certi concetti di gioco. Di conseguenza, per più di un decennio non è stato pubblicato nessun nuovo gioco della serie principale di Kirby. Continuavamo ad andare a sbattere contro un muro che non riuscivamo a superare.
A partire da lì, abbiamo deciso di applicare un approccio “per tentativi” alla creazione dei prototipi di gioco. Abbiamo sperimentato direzioni di gameplay non convenzionali durante lo sviluppo di giochi della serie relativamente più piccoli per esplorare gradualmente il concetto di platform di Kirby in 3D. Tuttavia c’erano ancora tante difficoltà specifiche da superare. Alcuni colleghi di HAL Laboratory pensavano addirittura che solo i giochi in 2D potessero essere considerati “veri” giochi di Kirby, per cui non riuscivamo a raggiungere il punto in cui poter realizzare un platform della serie principale di Kirby completamente in 3D.
Se dovessi affibiare una metafora al percorso che ha portato HAL Lab alla release di Kirby e La Terra Perduta, direi che le lande post apocalittiche rappresentano il genere Platform 3D. Alt! Questa mia visione non deve essere fraintesa come “dispregiativa”, come se l’intero genere fosse un relitto abbandonato. Tutto il contrario, negli ultimi 20 anni questo genere ha saputo adeguarsi alle nuove tecnologie e a produrre titoli egregi e nel caso di Nintendo si parla di una compagnia che è ormai diventato il sinonimo stesso di Platform (nella maggior parte dei casi, ma non credo che questo sia il momento per citare Chibi Robo Zip-Lash).
All’interno di questo contesto, questo nuovo capitolo di Kirby è chiamato alla sua prova del fuoco e a proporre una formula che possa convincere, circondato dalle rovine e dai resti di coloro che sono arrivati molto prima di lui. Ce l’avrà fatta? Scopriamolo.
Super Kirby 64
Una volta terminato il breve ma ben eseguito tutorial – che oltre a permettere al giocatore di prendere familiarità con i comandi e le meccaniche di gioco offre una simpatica cutscene di apertura con tanto di colonna sonora a tema esplorativo – si viene catapultati all’interno della Città dei Waddle Dee, l’hub centrale dedicato al potenziamento delle proprie abilità, allo svolgimento di varie attività extra e al completismo. Città che all’inizio ha davvero ben poco da offrire e che Kirby e il giocatore dovranno ripopolare percorrendo i vari livelli della mappa di gioco, alla ricerca dei Waddle Dee catturati dai Beast Pack, la banda di animali selvaggi che domina queste terre.
Al contrario di quanto molti pensavano durante il primo annuncio, Kirby e Le Terre Perdute è strutturato come un classico Platform 3D, con una progressione dei livelli che segue il classico schema vai da punto A a punto B. Una definizione tanto vera quanto ingiusta nei confronti del lavoro fatto da HAL Laboratory, che è riuscita a rendere ogni singolo livello unico e divertente, spingendo fino al limite la gimmick che ogni bioma è in grado di proporre. Ambienti urbani? Strade da percorrere, centrali idroelettriche su cui navigare e grattacieli da solcare; il freddo polare? Ville e metropolitane abbandonate; parchi di divertimento? Montagne russe, case degli orrori e sfilate dei carri. Insomma, è evidente come il team di sviluppo abbia lavorato molto al sense of wonder di questa avventura, arricchendola con chicche segrete, blueprint per nuove abilità, sfide da conquistare e Waddle Dee nascosti accessibili solo a coloro che riusciranno a padroneggiare tutte le abilità di Kirby.
E parlando proprio delle abilità della pallina rosa, alle tradizionali trasformazioni ottenibili aspirando i nemici come il peggiore dei parassiti da film horror sci-fi, in questa nuova iterazione fanno la loro comparsa le Boccamorfosi, e che portano l’elemento parassitario esposto in precedenza al livello successivo, sfiorando “”l’uncanny valley””. Eppure, nonostante queste mie parole facciano trasparire un certo disgusto verso la resa estetica di questa meccanica, la Boccomorfosi e ciò che ne consegue per quanto riguarda il design dei livelli sono state una delle sorprese di questo titolo.
E per non farci mancare proprio nulla, il gioco propone diverse sfide a tempo all’interno delle innumerevoli Vie del Tesoro disseminate per la mappa, e che richiedono la massima rapidità e precisione negli input per essere completate. Il completamento di una di queste sezioni è susseguito dall’ottenimento di un Frammento Stella e di ulteriori monete, necessarie per ottenere nuove abilità sempre più potenti.
Purtroppo, quest’abbondanza di creatività, abilità e divertimento va a scontrarsi con una scarsità di nemici e boss secondari, al punto che risultano la parte più dimenticabile dell’intera esperienza. La varietà tende ad arrivare verso l’endgame, ma il 70% delle volte si affronteranno gli stessi nemici della prime aree di gioco. Insomma, una piccola nota dolente che si sarebbe potuta non presentare se il team avesse pensato a qualche nemico sì differente, ma in grado di ricondurre comunque alle abilità ottenibili.
Discorso diverso per le boss fight di fine bioma, che per carità non sono né Artorias né lo Shara Ishvalda ed in linea generale in difficoltà riflettono il target del prodotto, ma risultano divertenti. La situazione cambia leggermente quando entra in gioco il completismo, con obiettivi incentrati sull’esplorazione delle debolezze del propri avversari e cercare di terminare lo scontro non solo nel minor tempo possibile, ma anche senza subire danni.
In generale, Kirby e La Terra Perduta offre un gameplay vario che – al netto di qualche difetto e imperfezione – è riuscito a convincermi e che secondo me svolge il suo ruolo da Kid’s first Devil May Cry nel migliore dei modi. Menzione d’onore per la Modalità Co-op presente fin da subito, e che permette ad amici e famiglia di unirsi alle scazzottate ignoranti tramite il multiplayer in locale.
Kirby Impact 3rd
A fronte di un’esperienza standard di ben 9 ore, la rigiocabilità di Kirby e La Terra Perduta varia da giocatore a giocatore. Terminati gli obiettivi offerti dai 25 livelli tradizionali e le oltre 40 vie del tesoro, il titolo di HAL Laboratory sfrutta sapientemente il riutilizzo degli assets di gioco per impacchettare un post-game bello tostarello, dove il giocatore – per evitare particolari spoiler – è chiamato a ripercorrere i vari mondi di gioco sotto una veste del tutto nuova. Niente a che vedere con la folle Modalità Invertita di Crash Bandicoot 4, piuttosto lo si può interpretare come un best of dei mondi esplorati fino ad ora, di breve durata ma con un riposizionamento di collezionabili e nemici e con boss fight potenziate e ancora più avvincenti. Il tutto si conclude con un climax che va ad espandere ulteriormente la lore dell’universo di Kirby e che ammetto, ha aumentato il mio interesse verso la serie stessa una volta esplorata nel dettaglio (un po’ per la narrazione che gioca sui non detti e sull’apparente pucciosità dei protagonisti).
E gli scontri non terminano qui, anzi. All’interno della Città degli Waddle è possibile prendere parte ai Tornei del Colosseo, delle boss rush dalla durata e difficoltà variabile che mettono alla prova il tecnicismo e la resilienza del giocatore, e con in palio ulteriori monete, frammenti di stella e figurine. Queste ultime rappresentano il pezzo da novanta per quanto riguarda il collezionismo fuori dal gameplay platfrom. Delle 256 figurine, raffiguranti la maggior parte dei personaggi, nemici e oggetti, la maggior parte possono essere ottenute vendendo l’anima alla dea bendata della fortuna e spendendo centinaia di monete all’interno delle Macchine Gatcha suddivise in 4 set e dal costo che andrà man mano ad aumentare. Per fortuna, è possibile ottenere tutto in breve tempo e con una perdita di crediti minima, in quanto il completamento dei vari livelli e tornei ricompensano il giocatore con una quantità di monete elevata.
Tramite il completamento delle attività offerte all’interno delle varie strutture sparse in città, o il completamento di particolari obiettivi, è possibile ottenere alcune figurine speciali e necessarie per puntare al tanto agognato 100%, per la gioia del proprio tunnel carpale e dei tasti del controller.
Squishy Softy Style
Dal lato tecnico, Kirby e La Terra Perduta è leggermente altalenante. Non per colpa sua, sia chiaro, purtroppo Nintendo Switch è la console che è e non riesce a gestire una pallina rosa impazzuta superando la soglia dei 30 frame al secondo e di sicuro non ci si trova davanti al titolone spaccamascella open world e non deve necessariamente esserlo. Tutti questi difetti vengono controbilanciati dalla direzione artistica fenomenale, in grado di restituire quel già citato sense of wonder simbolo della Terra Perduta e che rendono questo gioco una vera gioia per gli occhi di qualsiasi possessore di Nintendo Switch. Al suo fianco, una colonna sonora incredibile. Il quartetto Ogasawara/Ando/Ishikawa/Shimooka alterna tracce tranquille e simpatiche a pezzi epici ed in grado di caricare a mille ed immedesimare ancora di più il giocatore durante gli scontri con i boss più feroci.
“And here we are!”
Ed eccoci, al termine di questo mirabolante viaggio nel nuovo mondo di Kirby e HAL Laboratory. Tirando le somme Kirby e La Terra Perduta è un gioco squisito e che in più momenti è riuscito a entrare in risonanza con il mio palato. In un periodo in cui la maggior parte delle discussioni attorno al medium videoludico girano attorno a titoli focalizzati sulla difficoltà e l’esperienza hardcore, l’ultima avventura della pallina rosa della famiglia Nintendo è un piacevole boccata d’aria fresca in grado di accontentare tutti. Ma soprattutto, rappresenta un ottimo punto di partenza per lo sviluppo dei prossimi giochi del franchise, segnando un punto di non ritorno e alzando un’asticella che i ragazzi di HAL dovranno superare ad ogni costo!