Il concetto di party game nel corso delle ultime generazioni si è certamente indebolito. O forse sarebbe più corretto dire che è mutato. Il focus di giochi per più giocatori si è spostato su prodotti che strizzano l’occhio – o abbracciano totalmente – il genere dei giochi da tavolo, basandosi sulla facilità di imbastire una partita a qualsiasi gioco con relativa facilità grazie al gioco online. L’aspetto del gioco in locale trova respiro ancora nei beat’em up a scorrimento, fra cui spiccano sicuramente River City Girls, quel gioiello di Streets of Rage 4 e il nuovissimo TMNT: Shredder’s Revenge. Esistono poi alcuni titoli che provano coraggiosamente a ritagliarsi uno spazio senza percorrere strade già battute, come il fin troppo sottovalutato Killer Queen Black. Eppure, la dinamica “Party”, dove la si trova? Uno degli ultimi esponenti che ho maggiormente apprezzato – non me ne voglia il brand di Mario Party – è stato il folle Battleblock Theater dei Behemoth, risalente ormai al lontano 2013. Nintendo certo non ha abbandonato quel mercato e oltre alla già citata serie dei “Party” troviamo Mario Tennis, Mario Golf, la serie Sports e oggi, a chiudere probabilmente il circolo di Nintendo Switch, c’è anche Mario Strikers: Battle League Footbal.
Fischio di Inizio
Certo, Mario Strikers non è di per sé considerabile un party game canonico, così come non lo sono Mario Golf o Tennis ma il cuore dell’esperienza, riporta sempre allo stesso esito: danno il loro meglio in locale.
Battle League Footbal può essere giocato fino a 8 giocatori su un’unica Nintendo Switch, potendo sfruttare ovviamente i singoli Joy-Con e creando alcune delle situazioni più deliziosamente caotiche mai viste. Perché sebbene come già detto nell’anteprima, il titolo sia molto tecnico e sfaccettato, rimane comunque un tripudio di delirante frenesia.
E detto francamente, è un bene.
Mario Strikers: Battle League Football ha una modalità single player di ragionevole longevità ma afflitta da un livello di sfida preoccupante. Le prime Coppe che ci vengono presentate sono infatti di una facilità disarmante, il che da un lato è un ottimo modo per raggranellare i soldi per sbloccare gli equipaggiamenti personaggio ma dopo un paio di partite porta a giocare per inerzia. Sbloccata la modalità “Galattica” ci si trova nuovamente ad affrontare le stesse coppe di campionato ma questa volta con una sorpresa: la CPU comincia a barare. Un fortissimo input-snipe permette al tema avversario di sapere esattamente quando sfruttare i tackle per toglierci il possesso palla e quando schivare al momento opportuno mentre cerchiamo noi di entrare in scivolata. Il tutto condito ovviamente da passaggi e tiri perfetti, mentre il nostro portiere sembra nella maggior parte dei casi poco avvezzo al suo compito di difendere lo specchio della porta.
Il potere dell’amicizia
Giocare la modalità Galattica di Mario Strikers può essere insomma molto snervate, sebbene il premio in valuta di gioco sia effettivamente abbastanza ghiotto da spingerci in questo tortuoso girone (di campionato) infernale.
Con una curva di difficoltà più ragionata, e sfruttata a partire dalla modalità classica, sarebbe stato molto più interessante affrontare questi mini tornei e invece si passa da partite auto-finenti a frustranti match in cui spesso non ci si sente in controllo del gioco. Per fortuna, viene in nostro aiuto il multiplayer. E qui è bene fare una precisazione: Mario Strikers: Battle League Footbal non ha senso di esistere se giocato solamente in singolo.
Qualcuno giocherebbe mai Donkey Konga senza la periferica dei bonghi? Ne dubito. Ecco, la periferica di Mario Strikers sono gli amici. Non me ne vogliano le modalità online, che sicuramente possono dare – e daranno – linfa vitale al gioco, e sulla quale tornerò sopra fra poco, ma semplicemente non c’è storia. Ed è chiaro che sia un’opinione puramente personale (come del resto tutto questo articolo) ma nulla batte l’appagamento del giocare questo titolo in locale.
Fra l’altro, giocare fianco a fianco con i propri amici – che dopo un paio di match potrebbero non essere più così tanto amici – permette al sistema di gioco di mostrare il suo meglio. Mario Strikers è infatti un titolo che rientra tranquillamente nella categoria “easy to learn, hard to master”, ma non solo: riesce a intrattenere a ogni livello di capacità. Il dev team ha pensato ad alcuni accorgimenti per permettere ai neofiti di approcciarsi al gioco, eliminando gli oggetti e/o gli Ipertiri ma in realtà la vera forza di Strikers è quella di riuscire a essere facilmente giocabile da chiunque, senza dover perdere la sua anima anche giocando ai livelli più bassi. Il titolo è veloce e immediato, e rende avvincente ogni singolo match fra giocatori che si sfidano gomito a gomito, confezionando un’esperienza appagante e assuefacente. Insomma, Mario Strikers: Battle League Footbal è uno di quei giochi perfetto per le serate con gli amici.
World Wide Football
È necessario spendere qualche parola sulla controparte online di Mario Strikers, essendo la novità più grossa di questa nuova iterazione. Affrontando alcuni match rapidi ci si rende conto che si entra in partica con velocità, trovando celermente uno o più avversari (o compagni) per buttarsi in partita. A livello di stabilità di connessione, anche senza sfruttare il cavo ma potendo contare su una buona connessione wi-fi, si può giocare bene nei match amichevoli e considerata la durata standard dei match (quattro minuti) è facile tuffarsi in sessioni di gioco online mordi e fuggi, perfette per il gioco.
In sostanza, questo nuovo Mario Strikers sembra funzionare bene. L’incognita risiede però nella modalità pensata in ottica e-sportiva, ovvero il Club Striker. Analogamente a molti altri titoli online, Battle League Footbal si muoverà per “stagioni”, e ogni Club potrà guadagnare punti nel corso di questo periodo per scalare le classifiche internazionali. Avere un club significa mettere sotto il proprio stemma varie squadre, le quali concorrono tutte con lo stesso obbiettivo, cercando di rendere il proprio il club più prestigioso possibile.
Il gioco invoglia a creare un proprio Club grazie a una serie di opzioni che permettono di modificare Stemma, Maglietta e, soprattutto il proprio Stadio. La caratterizzazione di quest’ultimo è quella più interessante, perché non si limita a lasciarci scegliere una serie di configurazioni già esistenti ma, a seconda del tema principale scelto, ci permette di sbloccare varie modifiche per la nostra metà campo. Questi elementi da disporre e poter sfoggiare online si sbloccano però non con la valuta classica del gioco, con la quale compriamo gli equipaggiamenti, ma con i punti ottenuti nelle leghe online.
Di per sé insomma sembra che Nintendo punti molto sull’anima “e-sport” della sua ultima esclusiva, il che si spera voglia dire un continuo supporto al titolo, sbilanciarsi oggi su questa modalità è impossibile ma sarà sicuramente determinante per il futuro di Strikers.
Triplice Fischio
Mario Strikers: Battle League Football è un titolo che non può conquistare tutte. Ci sono poche modalità single player, a causa anche della natura del titolo che non si sposa al meglio con varietà e ibridazioni. Certo, sarebbe stato interessante avere uno story mode ben confezionato per rimpolpare l’esperienza di chi gioca rigorosamente in solitaria e la mancanza di una modalità del genere si fa sentire, soprattutto conoscendo ciò di cosa è capace Nintendo, guardando per esempio titoli come Smash. Altra nota dolente è il roster: solo 10 personaggi. Fortunatamente, ma sarebbe stato assurdo il contrario, ognuno di loro è ottimamente caratterizzato, sia nelle proprio abilità sia nel suo stile di gioco e nell’eccellenti animazioni che lo muovo, fino agli spettacolari Ipertiri, di cui però sarebbe stato bello avere almeno una variante.
Al netto di ciò, Mario Strikers: Battle League Football è un titolo da non sottovalutare. Sorretto da un gameplay solido e stratificato e un’estetica accattivante, risulta un gioco dal quale è difficile staccarsi, soprattutto giocato in compagnia.