Negli ultimi tempi Unity non se la sta passando proprio benissimo. A causa di svariate difficoltà nella promozione del suo Unity Engine, la software house è stata costretta a licenziare il 4% della sua forza lavoro globlale, ovvero più di 150 dipendenti tra USA, Canada e Danimarca.

Ciononostante, questo non ha impedito a Unity Technologies di investire nel mondo inserzionistico assorbendo IronSource, software house specializzata nella creazione di strumenti inserzionistici su smartphone e tablet e che negli ultimi anni è diventata famigerata per aver distribuito malware all’interno delle proprie applicazioni.

Questa serie di eventi non poteva che suscitare svariate polemiche non solo tra i vari sviluppatori che usufruiscono del motore di gioco, ma anche tra gli investitori, che stanno iniziando a perdere la fiducia sul titolo finanziario e portandolo ad un crollo del 14%. Come se non bastasse, anche il CEO John Riccitiello si è messo ad infervorare gli animi.

Parlando ai microfoni di PocketGamer.biz, Riccitiello ha criticato quegli sviluppatori che, forti sostenitori di una filosofia artigianale, scelgono di non implementare un modello di monetizzazione efficacie come le microtransazioni.

“Alcuni costruttori di automobili di lusso come Ferrari e tanti altri utilizzano ancora l’argilla e il coltello da scalpo, e nell’industria dei videogiochi chi lavora così rappresenta una piccola fetta. Alcune di queste persone sono quelle con cui preferisco confrontarmi, sono le persone più pure e brillanti che ci siano. Ma sono anche dei fottuti idioti.

Faccio parte dell’industria da molto più tempo rispetto ad altri. Un tempo gli sviluppatori lanciavano il proprio prodotto sul muro degli inserzionisti senza alcun tipo di interazione preliminare. Quel modello fa parte della filosofia di molte forme d’arte e medium, e la rispetto profondamente; comprendo la dedizione e cura di questi sviluppatori. Ma questa industria divide le persone tra chi si appoggia a questa filosofia e coloro che comprendono cosa serve per creare un prodotto di successo. E non conosco nessun artista di successo a cui non sta a cuore ciò che i giocatori pensano. È qui che il ciclo di feedback torna e loro sono liberi di ignorarlo, ma scegliere di non volerne sapere nulla è una pessima scelta.

Ho visto bei giochi fallire per aver implementato un loop compulsivo di due minuti quando in realtà potevano farlo durare un’ora. A volte, non noteresti le differenze tra prodotti di successo o tremendi fallimenti e per questo il tuning e ciò che fa sono importanti. Non c’è nessuno sviluppatore sul pianeta che non vorrebbe avere queste conoscenze.”

E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con la visione di Riccitiello? Oppure siete preoccupati per la sua gestione di Unity?