Il panorama delle produzioni videoludiche giapponesi ad altissimo contenuto di fanservice si arricchisce di un nuovo esponente. Kandagawa Jet Girls, titolo realizzato da SHADE, software house con all’attivo titolo come la serie Bullet Girls e Gun Gun Pixies, è stato pubblicato da poco su PlayStation 4 e PC ed è ispirato all’omonimo anime uscito a fine 2019. Dato il buon successo riscontrato da quest’ultimo anche all’estero, il publisher Marvelous (lo stesso della serie Senran Kagura) ha deciso di localizzare il gioco anche in lingua inglese, in modo da distribuirlo sul mercato globale. Così come la sopracitata serie a base di ragazze shinobi, a farla da padrone in Kandagawa Jet Girls è il fanservice. Peccato che, in sostanza, ci sia solo quello.
Il gioco, da subito, ci propone una modalità storia che deve essere affrontata, almeno per quanto riguarda i capitoli iniziali, così da sbloccare anche altre modalità. La prima campagna ruota attorno a Rin e Misa, le due protagoniste e rispettivamente Jetter e Shooter. All’interno del mondo del titolo è nato un nuovo sport estremo che consiste in corse su moto d’acqua all’interno di circuiti chiusi creati grazie al fiume che attraversa la città e, in sostanza, ogni scusa è buona per fare una gara. Definire “storia” quello che è contenuto all’interno del gioco è davvero difficile, dato che si tratta semplicemente di una serie di pretesti e siparietti comici grazie ai quali chiunque trova un modo per sfidare le altre ragazze ad una gara. Dopo aver completato la prima “campagna” è possibile iniziare anche quelle delle altre squadre che abbiamo avuto modo di conoscere durante le nostre prime gare, per una durata di circa un ora e mezza/due per ogni campagna. Potenzialmente potrebbe durarvi anche una ventina di ore, se avete la forza di resistere e continuare, dato che arrivato a metà della seconda mi sono talmente annoiato da addormentarmi durante un dialogo, ed era una cosa che non mi capitava da tanto. Sottolineo comunque che le fasi antecedenti le gare, in cui le procaci ragazze discutono tra loro, sono molto brevi e concise.
Le fasi di gara, purtroppo, sono praticamente la parte peggiore dell’offerta. Sulla carta, il gioco offre una buona serie di elementi che lo potrebbero anche rendere interessante. Tutto è chiaramente basato sulle meccaniche di Mario Kart. Abbiamo quindi delle armi da raccogliere lungo il percorso e da utilizzare contro i nemici, in modalità manuale o automatica; i drift, che se ben eseguiti permettono di avere una breve accelerazione; una barra gauge, che può essere usata sia per effettuare un turbo che per degli attacchi speciali, diversi per ogni arma; acrobazie, di cui una personale per ogni team. Inoltre, procedendo con la storia, si sbloccano varie parti per modificare le diverse moto d’acqua a disposizione, che permettono di agire su manovrabilità, velocità massima e accelerazione. Il punto è che tutto questo, nella sostanza, è totalmente inutile. Ogni gara ha una difficoltà pressoché prossima allo zero. Ho provato diverse volte a vincere senza mai realizzare un drift o un’arma, e non ho mai avuto problemi. La fisica dell’acqua sarebbe stata accettabile nel caso in cui il gioco fosse stato pubblicato su Nintendo 64, ma anche in quel caso avrebbe sfigurato di fronte a Wave Race anche per quanto riguarda la realizzazione dei percorsi. Coloratissimi e vivaci, sì, ma tutti uguali l’uno all’altro: è impossibile che anche solo uno possa rimanervi impresso nella memoria. Senza contare poi che il frame rate è talmente pessimo che il gioco, durante le gare, è lentissimo e non restituisce mai e poi mai anche solo un minimo di sensazione di velocità. E tutto questo è veramente un peccato dato che la base, in teoria, è davvero buona e Kandagawa Jet Girls sarebbe potuto essere un gioco realmente divertente ed interessante ma sembra che ad un certo punto gli sviluppatori abbiano semplicemente smesso di provare a renderlo tale, preferendo buttare fuori un prodotto mal realizzato sperando di capitalizzarci grazie all’anime.
Come da tradizione per i giochi con una forte dose di ecchi, una buona parte dell’attenzione degli sviluppatori è stata riversata sulla componente di personalizzazione delle protagoniste. È possibile cambiare vestiti, taglio di capelli, colore della pelle e accessori in modo da personalizzarle come più si vuole. Inoltre sono presenti anche dei minigiochi che speravo dessero maggior spazio alla componente più “erotica” dell’offerta ma che falliscono anche in questo. Senza mezzi termini, fanno pena, ma affrontandoli si acquisiscono monete da spendere nello shop in-game e comprare così nuovi vestiti e accessori. Insomma, tirando le somme, difficilmente consiglierei il gioco anche ai fan più sfegatati dell’anime dato che l’offerta, di fatto, non propone alcunché di interessante. E per coloro i quali sono interessati magari ad approcciarsi ai titoli con una buona dose di fanservice, date un’occhiata a Gal*Gun, Hyperdimension Neptunia o i vari Senran Kagura e lasciate perdere, purtroppo, Kandagawa Jet Girls.