Shigeru Miyamoto non è estreaneo al raccontare di se stesso e del suo rapporto con Nintendo durante le interviste e dopo il recente Nintendo Direct dedicato a Super Nintendo World, il papà di Mario è stato ospite della testata The New Yorker.
In questo lungo tira e molla, oltre a parlare di come le preferenze dei suoi figli verso SEGA lo abbiano spinto a migliorarsi, il game designer ha anche risposto alla seguente domanda: come mai Nintendo non approfondisce tematiche come la tristezza, il dolore e la perdita? Ecco la sua risposta:
“I videogiochi sono un medium attivo. In questo senso, non richiedono emozioni complesse da parte del designer: è il giocatore che prende quello che gli diamo e risponde a modo suo. Le emozioni complesse sono difficili da affrontare con i media interattivi. Sono stato coinvolto nel mondo del cinema e i media passivi sono molto più adatti ad affrontare quei temi. Con Nintendo, l’appeal dei nostri personaggi si basa sul voler riunire le famiglie davanti alla tv. I nostri giochi sono progettati in modo da creare sensazioni comfortevoli: tutti possono apprezzarli giocando o guardando. […] È questo il “nucleo” del lavoro di Nintendo: portare il sorriso sui volti dei giocatori. Quindi non ho rimpianti. Al massimo, vorrei aver voluto portare più risate, più allegria.”