Monster Hunter Rise regala nuovamente al Nintendo Switch un gioco principale della saga ed è bello tornare a casa. Da cacciatrice esperta, con migliaia di ore accumulate giocando ai titoli precedenti, mi sono gettata a testa bassa nell’avventura e ho vissuto questi ultimi giorni della mia vita totalmente immersa in Rise. D’altronde Monster Hunter è così: o si dà 100% o nulla. Un titolo in cui possono volerci ore per forgiare l’armatura che desideriamo è senza dubbio una rovina per il tempo libero, in quanto lo ruba tutto senza farsi scrupoli. E cacciare non basta mai: ci sono sempre nuove prede dietro l’angolo, più feroci e più difficili da domare. Nonostante chieda un certo impegno per essere amato, Monster Hunter Rise ripaga a pieno, introducendo una serie di novità che rendono il gameplay molto più divertente e, soprattutto, assai meno frustrante.
Caccia personalizzata
Kamura è una ridente cittadina che ospita una Base di Caccia e altri edifici utili per il provetto avventuriero. È l’hub principale – e unico, per verità- di Monster Hunter Rise ed è un po’ più grande dei villaggi esplorati negli altri giochi. Una delle zone a disposizione è una palestra per allenarsi e testare le varie armi, elemento davvero utile per giocatori vecchi e nuovi: il titolo non aggiunge nuove armi ma fornisce a ognuna diverse abilità scambiabili che modificano il combattimento, perciò poterle testare prima di lanciarsi nella mischia è un’ottima idea. Una delle nuove potenzialità delle Doppie Lame, che io prediligo, facilita la danza aerea, consentendo di saltare sul mostro e colpire le zone più delicate. Moltiplicando questi cambiamenti per tutte le armi a disposizione, si ottiene una varietà di gameplay come mai prima d’ora e la potenzialità di personalizzare il proprio stile di gioco. Gli Insetti Filo rappresentano la seconda grande novità introdotta nel titolo e consentono di velocizzare gli spostamenti e di eseguire ulteriori tipi di mosse, diverse a seconda del proprio equipaggiamento. Ci vuole un po’di tempo per prendere confidenza con gli scatti così eseguibili e ammetto che per le prime ore di gioco li ho un po’ trascurati, ma ben presto appare evidente come siano strategie fondamentali per spostarsi rapidamente e riposizionarsi davanti o dietro al mostro che stiamo sfidando. Sono inoltre utili per esplorare rapidamente e per arrampicarsi sulle pareti più ripide, risparmiando un sacco di tempo.
Compagni d’armi
Un’altra area disponibile nel villaggio di Kamura è la Piazza Compagni, dove reclutare alleati Felyne e Canyne, farli addestrare o inviarli in missione per ottenere oggetti. I mercenari gatteschi sono noti a tutti gli appassionati della saga e non necessitano di grandi spiegazioni: sono compagni utili che ci seguono nelle missioni e possono apprendere diverse abilità dedicandosi alla cura, all’attacco o a vari tipi di supporto. I Canyne sono invece nuovi di zecca: adorabili cagnoloni, sono efficienti nel mordere e distrarre i mostri ma soprattutto sono cavalcabili per muoversi rapidamente sulla mappa senza consumare stamina e potendo salire rapidamente i muri. Durante la cavalcata possiamo persino consumare oggetti, cotare l’arma o sferrare colpi ai piccoli mostri che incontriamo, perciò il meccanismo è davvero comodo. Di tutte le aggiunte in Monster Hunter Rise questa è quella che ho preferito: muoversi nelle enormi distese di ghiaccio o sabbia fa perdere molto tempo e risparmiarlo è un toccasana. In Rise sono presenti anche i Gufufi, per un totale di tre compagni animali da portare con noi. Questi ultimi in verità svolgono più un ruolo di supporto, in quanto consentono di arricchire la mappa di ogni zona, segnando la presenza dei vari mostri, dei punti di raccolta e di altri elementi degni di rilievo. Inoltre, sono carinissimi e possiamo vestirli in maniera ridicola, nonché coccolarli e nutrirli prima di andare in missione. Chissà se farlo aumenta la nostra fortuna con i drop?
Il sogno di ogni esploratore
Monster Hunter Rise consente insomma di esplorare ogni area con maggiore rapidità, sfruttando inoltre una mappa su schermo dettagliata e ben realizzata. Ciò era assolutamente necessario in seguito alla scelta di introdurre mappe aperte e non divise in zone come in precedenza: ogni regione è molto grande e intricata, caratterizzata da grotte e rilievi di varia altezza su cui arrampicarsi. Trovare i punti di raccolta per minerali rari o reliquie non è sempre facile e anche seguire i vari mostri nei loro spostamenti non è immediato, oltre a richiedere un certo tempo per scalare le pareti. Di conseguenza gli Insetti Filo, i compagni da cavalcare e la mappa dettagliata sono aiuti fondamentali per godersi a pieno l’esperienza. Le interazioni ambientali sono anch’esse aumentate: la fauna e la flora svolgono un ruolo rilevante nel combattimento, fornendo supporto e potenziamento al cacciatore. Sono presenti innumerevoli insetti e animaletti che aumentano la nostra forza d’attacco, la difesa, la resistenza, l’affinità dell’arma o ancora, che ci curano, guariscono dal veleno o che ci rendono irresistibili per i mostri. Ho incontrato anche creature meno comuni, che garantiscono ricompense migliori o lasciano materiali rari da raccogliere e sono certa di doverne trovare ancora altre. Tutto questo brulicare di aiuti sul campo ci consente di aggiungere vari livelli di strategia alla lotta, sfruttando bonus e malus o facendo avvicinare tra loro due mostri per farli combattere. Le Dispute Territoriali in Monster Hunter Rise sono davvero frequenti e capita quasi sempre di trovare a terra residui di un mostro o di un altro, a significare che se la sono data di santa ragione anche prima che arrivassimo. Far scontrare tra di loro i nemici è senza dubbio una mossa intelligente e si può realizzare semplicemente portandoli a contatto o cavalcandoli, rendendoli marionette ai nostri comandi. Tale meccanica sfrutta gli Insetti Filo ed è essenziale padroneggiarla, in quanto ci semplifica la vita ed è molto soddisfacente.
Chi ha paura del desire sensor?
I nuovi mostri disponibili in Monster Hunter Rise mi sono piaciuti tutti. Il Magmamalo, bestia simbolo del nuovo gioco, è davvero un osso duro e combatterlo non è stato facile. Il Goss Harag è una specie di Yeti sanguinario con lame di ghiaccio ed è diventato il mio nuovo preferito, perché sfidarlo è davvero divertente e adrenalinico. Nonostante i mostri a disposizione al momento superino di poco la trentina, un numero abbastanza deprimente dopo il roster di Monster Hunter Generations Ultimate, altri ne verranno quasi certamente aggiunti dopo il lancio e trovo comunque che la selezione dei presenti sia stata ben eseguita. Ci sono tutte le creature più classiche e nuove aggiunte di spessore, che diventeranno presto nomi noti nella saga. Nuovi mostri significano nuovo equipaggiamento e sia le armi che le armature aggiunte hanno riscontrato il mio gusto. I fanatici della serie sanno quanto sia difficile realizzare alcuni equipaggiamenti più rari, per i quali è necessario procurarsi materiali che si trovano con una frequenza di 1 o 2%. Questo titolo non fa differenza: sono ancora presenti le dannate piastre e i rari rubini, ma trovarli è un po’ più facile. I nuovi stili di combattimento e le frequenti Dispute Territoriali fanno sì che quasi sempre i mostri “perdano pezzi”, facilitando la rottura di artigli, code e criniere. Ognuno di questi danni aumenta il drop di elementi rari, facilitandoci la vita. Ciò non toglie che la fortuna svolga un ruolo fondamentale: ho dovuto uccidere più di 20 Anjanath per poter realizzare l’armatura, mentre ho trovato la piastra del Rathalos al primo colpo. Che brutta la vita. Sono inoltre presenti delle accurate Note di Caccia che elencano tutti i materiali che abbiamo ricavato finora da un mostro, incluse le percentuali di ottenimento e i metodi suggeriti per trovarli.
La (mia) furia
Tutte le novità introdotte in Monster Hunter Rise mi sono piaciute alla follia, ad eccezione della Furia. Questa modalità sulla carta è emozionante: si tratta di una sorta di Tower Defense, nel quale dobbiamo posizionare torrette e altri strumenti offensivi per bloccare l’avanzata di più mostri in contemporanea. Ho sempre odiato le missioni nei vecchi titoli in cui si dovevano utilizzare Baliste e Cannoni e stavolta non fa differenza, inoltre ho trovato queste missioni piuttosto confusionarie e, lo ammetto, abbastanza ansiogene. C’è da dire che probabilmente in multiplayer danno il meglio di sé e non ho avuto modo di testarle. Se superate ottenendo determinati obiettivi, ripagano con dei buoni utilizzabili per potenziare le proprie armi e l’impegno è ripagato del tutto, poiché parliamo di upgrade non da poco.
Radunate gli amici – a debita distanza
Il multiplayer è da sempre la pietra miliare di Monster Hunter e Rise non fa eccezione, anzi rincara la dose. Le missioni del titolo sono divise tra Villaggio e Base di Caccia e le seconde corrispondono a quelle dell’hub online, in cui cercare altri giocatori con cui collaborare. La modalità offline in questo caso copre solo fino ad un determinato Grado Cacciatore e tutto il resto è giocabile solo alla Base di Caccia: la vera storia si dipana tutta lì. La scelta può sembrare insolita ma credo che per una serie come questa abbia un razionale, inoltre è necessario considerare come tali missioni siano affrontabili anche in solitaria, seppur con molte difficoltà: i mostri della Base di Caccia hanno molti punti vita in più e in generale sono più grossi (letteralmente) e cattivi di quelli della storia. In pratica le missioni a Kamura svolgono il ruolo di tutorial per indirizzare i cacciatori, specie i novizi, alla modalità hardcore successiva, incluso l’intero High Rank. Ho potuto provare il multiplayer online solo per qualche giorno, poiché in seguito i server per la stampa sono stati chiusi in tutto il mondo. Non ho riscontrato problemi: è facile creare stanze o cercarle, non ho avuto errori di connessione e tutto è filato liscio. È inoltre possibile raggiungere gli altri giocatori a missione iniziata o inviare vere e proprie richieste di aiuto, come in Monster Hunter World, per cui non ho davvero nulla da criticare a questa modalità, a parte la solita mancanza di chat vocali, a cui oramai siamo più che abituati.
L’arte e la cura
Dal punto di vista tecnico, Monster Hunter Rise regge bene su Nintendo Switch. Non è World e nemmeno vuole esserlo, puntando di nuovo a un aspetto più cartoonesco. Ho trovato alcune texture davvero bruttine, tra cui quelle delle montagne, e in generale i colori ambientali un po’ grigiastri, mentre i colori e l’aspetto dei mostri sono gradevoli e contrastano bene. Il gioco appare fluido e perfettamente godibile anche in modalità handheld, tanto da convincermi a procurarmi un Nintendo Switch Lite proprio per giocarlo così: senza dubbio il Pro Controller è più comodo, ma anche così ci si può divertire senza problemi. Non ho notato particolari cali di frame rate nemmeno nelle lotte più concitate, perciò sono più che soddisfatta. Le musiche sono stupende: molte sono cantate e ascoltarle è una goduria. Tutto lo stile giapponese classico scelto per il titolo gli calza a pennello: amerete i video introduttivi di ogni mostro, sono da vedere e rivedere per ore. Un lavoro eccellente di cura per i dettagli.
Monster Hunter Rise è un valido titolo della serie. Per alcuni aspetti è il mio preferito: offre un buon livello di sfida, mostri interessanti e un gameplay migliorato e reso più intuitivo e meno frustrante, oltre a una modalità multiplayer facile da sfruttare. Sembra insomma aver preso il meglio da ogni titolo passato, ma tutto sta a vedere come sarà supportato dopo il lancio e come verrà arricchito il post-game, che per ora è quantomeno spoglio. Inutile dirvi che è un acquisto assolutamente necessario per tutti i cacciatori, a cui consiglio di procurarsi anche l’amiibo del Magmamalo e magari pure il peluche del Canyne. Perché? Ma perché sì, è ovvio che li vogliate.