Dal 6 Giugno, Steam Greenlight ha smesso di accettare nuovi progetti e ha sospeso le votazioni in corso. Dal 13 Giugno, il nuovo sistema Steam Direct sarà pienamente operativo. Capiamone le differenze.
Con Steam Greenlight, gli sviluppatori indipendenti pubblicavano il concept del proprio progetto abbellito da video di gameplay, aspettando/sperando che la community lo giudicasse positivamente. Se il titolo riceveva l’interesse necessario, sarebbe stato considerato idoneo ad essere messo in vendita su Steam. Per poter pubblicare su Greenlight, tuttavia, lo studio sviluppatore doveva pagare una sola volta la cifra di 100 euro. Una volta versata la cifra, lo stesso studio avrebbe potuto porre al giudizio popolare tutti i giochi che avrebbe voluto. Il compito del Greenlight, sostanzialmente, era quello di capire quali giochi potessero interessare agli utenti e quali no. Utile per la piattaforma, utile anche per lo sviluppatore che poteva provare a tastare il terreno. Passiamo ora ai problemi.
Molto spesso dal Greenlight venivano portati su Steam titoli completamente inadeguati sotto l’aspetto tecnico o diversi da quello che dicevano di proporre.
La community che si prendeva la briga di visualizzare e votare progetti era sempre meno; inoltre, non si può chiedere un giudizio esaustivo solo a fronte di un concept e un paio di video. Molti non si facevano scrupoli a dare vita a un sistema di voti di scambio o semplicemente a creare account fake per votare determinati progetti.
La risposta a questi e ad altri problemi,comunque, non poteva che essere una sola: CONTROLLO. La risposta data da Steam, invece, si chiama Steam Direct.
Non si sa ancora molto se non che con Steam Direct la community viene sostanzialmente sollevata dal suo incarico di giudice e torna ad essere semplice consumatore. Il rapporto di Steam con gli sviluppatori sarà diretto e più stretto. Saranno richiesti 100 euro a titolo e non a studio: va bene, ma non crediate che questa possa essere la soluzione. Ne lo sarebbe stata l’innalzare la tassa a cifre spropositate (Steam diceva di oscillare tra i 100 e i 5000 euro). Perché se è vero che chi sa di proporre un prodotto mediocre 5000 euro non li investirebbe, potrebbe essere impossibilitato a farlo anche chi, invece, valuta il suo lavoro ottimisticamente. Non solo: non è assolutamente detto che quei 5000 vengano poi usati per quella che, ritorno a ripetere, dovrebbe essere l’unica vera soluzione: il controllo.
Greenlight andava cambiato, è vero. Ma poteva essere fatto semplicemente applicando vere scelte politiche a riguardo e non stravolgendo il sistema. La giuria popolare, con i suoi limiti, poteva continuare ad aiutare sviluppatori e piattaforma ad orientarsi. E’ vero anche che molti giochi, date le scarse e/o manipolate votazioni, non hanno potuto andare sul mercato ingiustamente. Molti aspetti della questione sono controversi e difficili da giudicare unicamente in un modo. Ad esempio: perché non si dovrebbe essere liberi di mettere in vendita, a proprio rischio e pericolo, un gioco su Steam lasciando che sia il mercato stesso a giudicare? Continuo quindi a ribadire come l’unica cosa NON OPINABILE e non discutibile che Steam dovrebbe aggiungere è il controllo. Il monitoraggio nello sviluppo e del prodotto finito. Un controllo qualitativo di ciò che si intende offrire. Aldilà dei gusti e dei giudizi. Questo avviene e potrà avvenire solo ed unicamente a fronte di una vera scelta che dovrà designare delle persone dedite solo a questo, e poteva essere fatto tranquillamente anche con il Greenlight. Speriamo che Steam Direct porti su questa strada.
Last but not least, non scordiamoci del sacrosanto REFUND che continuerà a rimanere l’unico vero salvagente per gli utenti incappati in sozzerie immani.