Torniamo a parlare della vicenda tra Activision Blizzard e Raven Software. Dopo le proteste di inizio anno e l’esclusione dagli aumenti previsti all’interno dei vari studios del colosso americano, la National Labour Relations Board (NLRB) ha approvato l’elezione di un rappresentante sindacale tra 28 QA Tester attualmente sotto contratto con la software house di Middleton, Winsconsin.
Nelle ultime settimane, i dipendenti di Raven Software hanno ricevuto il materiale necessario per inviare il proprio voto entro il 20 Maggio, con lo spoglio dei voti fissato per il 23. Tuttavia, sembra che Activision Blizzard si sia messa in moto per sabotare l’intero processo.
Stando a quanto riportato inizialmente da The Washington Post e subito ricondiviso dall’associazione More Perfect Union, la lista dei candidati sarebbe stata fin da subito modificata a causa del licenziamento di 12 dei candidati iniziali, sostituiti da altri 9 tester assunti da Activision Blizzard. Inoltre, lo scorso 26 Aprile i dipendenti della software house avrebbero ricevuto diverse email dai piani alti, con questi ultimi che intimavano i dipendenti a votare contro le elezioni, spiegando che “la sindacalizzazione potrebbe rallentare il processo di sviluppo e soprattutto portare a penalizzazioni sul posto di lavoro“.
Messaggi che, secondo diversi dipendenti intervistati dal Post, sono risultati inefficaci.
Activision Blizzard is union-busting in the middle of the union election by Raven Software game testers.
They've fired 12 team members, transferred others to different departments, and are now threatening promotions and benefits. pic.twitter.com/uVxMVjL2GA
— More Perfect Union (@MorePerfectUS) May 11, 2022
La sindacalizzazione all’interno dell’industria videoludica americana (come in tanti altri ambiti) è un tema molto delicato che negli ultimi mesi ha iniziato a prendere sempre più consensi tra i dipendenti delle varie aziende, oltre che a generare polemiche e situazioni spiacevoli. Di recente ha fatto molto parlare la vicenda che ha visto protagonista un dipendente di Nintendo of America, e che avrebbe citato in causa l’azienda accusandola di averli negato diversi diritti fondamentali, tra cui anche il diritto alla sindacalizzazione.