Il referto di una TAC può cambiare la vita di un paziente. Di conseguenza, è essenziale che sia interpretato correttamente dal radiologo, e che la privacy del soggetto sia tutelata al meglio. Dei ricercatori israeliani hanno pubblicato uno studio che dimostra quanto i sistemi di sicurezza ospedalieri siano fragili, e quanto sia facile ottenere i dati della radiologia e modificarli. Per di più, il loro esperimento ha mostrato anche la capacità del loro malware di ingannare medici esperti.

Il video nell’articolo mostra come un sistema di deep-learning possa aggiungere o rimuovere noduli da una TAC torace, simulando la presenza di un tumore o (peggio) la sua assenza. Tale potenzialità potrebbe essere facilmente sfruttata da hacker, che sarebbero in grado di organizzare truffe alle assicurazioni, di danneggiare la carriera di politici in corsa per l’elezione o semplicemente di attentare alla vita di pazienti ignari, che non riceverebbero così il follow up medico necessario in presenza di un cancro.

Installare il sistema, oltretutto, sembra facilissimo, soprattutto considerando la scarsa sicurezza nell’ospedale medio e la facilità di introdursi nei locali di notte.

Nello studio in cieco inoltre sono state mostrate 70 TAC alterate dal malware a tre radiologi esperti, che si sono dimostrati del tutto incapaci di scoprire le aggiunte o rimozioni del programma. I medici non erano in grado di distinguere le modifiche nemmeno quando venivano edotti del fatto che alcune sequenze potessero essere false. Neanche un software utilizzato per la refertazione immagini è stato in grado di discriminare, sbagliando pressoché sempre. Tutto ciò è comprensibile considerando l’accuratezza della modifica, che è davvero molto realistica e può trarre facilmente in inganno anche gli occhi più allenati.

Una vera secchiata d’acqua gelida, che costringe a riflettere sulla sicurezza dei dati sanitari e a correre ai ripari al più presto.