Quando gli sviluppatori francesi di Mi-Clos Studio hanno annunciato l’arrivo di The Sigma Theory, potevano contare sull’attenzione istantanea di un gruppo piccolo, ma molto determinato di fan. Mi-Clos li aveva conquistati con Out There, un roguelike di fantascienza che si è rivelato una delle sorprese del panorama indie degli ultimi anni. La curiosità di vedere cos’avrebbe fatto questa volta il piccolo team di sviluppo era ben giustificata: The Sigma Theory è anch’esso un videogioco di fantascienza, ma di natura ben diversa rispetto ad Out There. Si tratta, infatti, di uno strategico a turni, con ambientazione cyberpunk, che proietta il giocatore in una guerra fredda nel recente futuro.
Con questa scelta sicuramente coraggiosa, Mi-Clos si è inserita in un panorama in espansione da anni, quello appunto dei giochi strategici. Lo ha fatto scegliendo un gioco che, nelle meccaniche e nel sistema a turni, oltre che nella grafica, richiama molto il funzionamento di un board game. È riuscita nell’intento? Prima di rispondere a questa domanda, è bene ricordare che il gioco è in early access, il che ha sicuramente informato le mie aspettative prima di giocarci.
Una Scoperta Scientifica Poco Chiara Per Domarli Tutti
In The Sigma Theory, veniamo messi a capo di un gruppo di spie, al servizio di un paese di nostra scelta (le opzioni sono gli Stati Uniti, la Germania, la Francia, il Regno Unito, la Russia, l’India, il Giappone, la Cina e la Corea del Sud). Il primo incarico è quello di formarsi un profilo, scegliendo l’identità del nostro personaggio, e quella del suo coniuge – il gioco consente anche matrimoni fra persone dello stesso sesso, per inciso, una piccola accortezza che ho trovato piacevole.
Una volta svolte queste pratiche essenziali, veniamo informati da un diplomatico della nazione da noi scelta che la comunità scientifica ha effettuato una radicale scoperta scientifica, chiamata appunto la sigma theory, e che il mondo sta per cambiare. Come conseguenza della scoperta, le grandi potenze sono impegnate a mettere a frutto gli sviluppi tecnologici ora a portata di mano prima che lo facciano i loro rivali. Il mondo è precipitato in una seconda guerra fredda, e ci viene chiesto di reclutare quattro spie per aiutare il nostro paese ad emergerne vincitore.
Durante il gioco, non viene mai spiegato al giocatore in cosa consista questa mirabolante scoperta. The Sigma Theory infatti si concentra quasi esclusivamente sul lavoro della spia. Mentre gli scienziati che lavorano per il nostro paese si adoperano nella ricerca su Sigma, i nostri agenti dovranno infiltrare i paesi rivali. Ed è qui che scopriamo la sorprendente quantità di sfaccettature che può vantare The Sigma Theory.
La lista dei compiti da svolgere è, infatti, lunghissima. Dopo aver reclutato gli agenti, ci viene presentata la mappa in tutto il suo splendore, e la colonna sonora degna di un album vaporwave si fa più aggressiva e inquietante. Nelle capitali rivali, i nostri agenti cerchano di scoprire scheletri negli armadi dei diplomatici di quei paesi, in modo da ricattarli, o provano ad impossessarsi di dati sensibili sulle ricerche scientifiche altrui.
Allo stesso tempo, gli agenti devono identificare le spie che cercano di fare lo stesso con noi, combatterne i piani e se possibile catturarle (e sì, ovviamente l’interrogatorio seguente non è rispettoso dei diritti umani). La nostra libertà diplomatica di stipulare accordi e trattati con gli altri Stati viene monitorata attentamente dal nostro governo, con il quale dobbiamo coltivare un rapporto di fiducia per continuare ad operare.
Questa lista può sembrare soverchiante, ma si rivela molto intuitiva. In breve tempo, ci si crea una checklist mentale di cose da fare (o non fare) prima di porre fine al proprio turno. Da lì in poi, il gioco accelera costantemente, e il livello di difficoltà, che è unico, diventa abbastanza alto, senza essere mai però oscuro o incomprensibile: un risultato notevole, soprattutto per un early access.
La Guerra Cambia, Ogni Tanto
Oltre ai quattro agenti, il gioco ci mette anche a disposizione un drone di sorveglianza e uno da combattimento. Il primo aiuta gli agenti nel loro lavoro di spionaggio e controspionaggio, mentre il secondo è sempre pronto ad essere mandato nel terzo mondo per assistere un’altra grande potenza impegnata in un conflitto regionale; un modo rapido, seppur non indolore, di migliorare le relazioni diplomatiche. Il drone da combattimento ha anche un altro uso fondamentale, di cui parlerò più avanti.
In piena coerenza col suo setting cyberpunk e l’ambientazione nel futuro prossimo, The Sigma Theory ha anche attori non statali che ci aiuteranno oppure ostacoleranno, a seconda della loro ideologia, delle nostre scelte, e delle tecnologie su cui si concentreranno i vari paesi. Questi attori variano dalla Banca Mondiale all’ISIS, passando per gruppi armati di estrema sinistra e agenzie spaziali private.
Un’altra dinamica importante è il Doomsday Clock, che può avanzare o regredire a seconda delle azioni intraprese dalle grandi potenze. Inutile dire che, quando l’orologio raggiunge lo zero, la guerra fredda diventa calda, per la precisione termonucleare. Il mondo, e la partita con esso, giunge allora alla fine.
La chiave di The Sigma Theory, comunque, è quella di proteggere i propri scienziati e acquisirne di nuovi, con le cattive o con le ancora più cattive. Come in un board game, infatti, l’obiettivo è quello di ottenere punti prima dei rivali, e sebbene il reverse-engineering di ricerche già effettuate porti qualche punticino, l’unico vero modo di vincere a The Sigma Theory è quello di effettuare le scoperte per primi. La prima nazione a raggiungere il punteggio massimo, infatti, potrà provare ad effettuare la scoperta conclusiva del processo di ricerca, e vincerà la partita.
Considerata la brevità del gioco (nel mio caso, la partita è durata poco più di quattro ore) è davvero notevole come Mi-Clos sia riuscita ad introdurre gradualmente tutte queste dinamiche aggiuntive nel corso della partita, trasformandola in un crescendo ben delineato di complessità.
Vetro, Acciaio, The Sigma Theory
In The Sigma Theory, tuttavia, la vera enfasi sono le persone. Malgrado l’utilità dei droni e l’importanza della ricerca, la differenza fra la vittoria e la sconfitta viene fatta dall’attenzione prestata dal giocatore a dettagli sensibili. Sapere che un diplomatico si è impossessato indebitamente di soldi pubblici può permetterci di ricattarlo, e avere quindi accesso a dati scientifici altamente protetti. Conoscere il background dei nostri agenti, le loro ideologie e le loro priorità ci consente di adoperarli per le missioni che più si addicono al loro profilo.
Lo stesso vale per gli scienziati: cercare di comprare la lealtà di uno scienziato incorruttibile non funzionerà mai, per esempio. Il gioco fornisce un’enorme varietà di strumenti per entrare in contatto con il personale scientifico che lavora per il nemico, dalla seduzione all’ipnosi, ma sta al giocatore scegliere l’agente giusto e la strategia giusta. In caso dovessero tutte fallire, resta l’opzione più estrema: rapire lo scienziato in questione e costringerlo a lavorare per noi. Per farlo, il nostro agente avrà bisogno dell’assistenza di entrambi i droni – è in teoria possibile procedere senza, ma se ci tenete al vostro agente o volete evitare la terza guerra mondiale, è altamente sconsigliato.
Il rapimento ci porta in un’interfaccia separata e smaccatamente cyberpunk. Il nostro agente si muove sulla mappa, scortando lo scienziato oggetto del rapimento, e incontra una serie di eventi positivi o negativi. A ogni evento ci viene data una scelta binaria su come procedere, e il risultato cambia drammaticamente a seconda delle capacità dell’agente, della presenza di un drone di sorveglianza per suggerire percorsi alternativi o identificare forze di sicurezza a noi ostili, e del livello di allerta nel paese bersaglio.
Se le cose si mettono male, è in ogni caso possibile effettuare un attacco di precisione con il drone da combattimento. Questo è possibile solo una volta per missione, ma se ben eseguito, è devastante: un attacco ben sferrato è infatti capace di decimare un’intera squadra di forze speciali nemiche, oltre a svariati civili che avranno la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ovviamente, trattandosi di un gioco particolarmente crudele, ci sono altri modi di causare vittime civili, ad esempio dando fuoco ad un negozio nei paraggi per distrarre le forze dell’ordine. Più aumentano le vittime civili, peggiore è la reazione del paese colpito, con serie implicazioni per il Doomsday Clock.
Queste missioni, molto intense, aggiungono alla sorprendente varietà del gioco, che procede davvero in modo serrato. The Sigma Theory va giocato con un po’ di tempo a disposizione: la successione delle mosse sulla mappa si fa sempre più frenetica, e basta premere il pulsante di fine turno un secondo prima di ricordarvi che dovevate ricattare un politico o procurare un’arma letale per un gruppo di terroristi per causare nefaste conseguenze che potrebbero farvi perdere la guerra fredda – o far iniziare quella calda.
La Top Three Delle Nefandezze
Se le persone e il ritmo serrato sono due elementi caratteristici di The Sigma Theory, un terzo è indubbiamente l’assenza completa di scrupoli in questa nuova guerra fredda. La costante accelerazione degli eventi verso la fine della partita mi ha spinto a ricorrere a mosse sempre più plateali per assicurarmi il primato, compiendo atti quantomeno discutibili. Penso che elencare i tre peggiori sia un ottimo modo per illustrare il tipo di decisioni da effettuare giocando a The Sigma Theory.
3 – Ricattare la ministra degli esteri degli USA. Le mie spie l’hanno scoperta frequentare un club BDSM e hanno, ovviamente scattato foto compromettenti. In cambio della distruzione del file, ho richiesto la cessione di un loro scienziato; quando questi mi ha confessato che lavorare su Sigma lo stava facendo impazzire, l’ho minacciato di conseguenze nefaste in caso non fosse tornato subito al lavoro. Qui siamo ancora ad una malvagità abbastanza entry level, e questo tipo di azioni è di fatto il pane quotidiano della partita.
2 – Dopo aver sviluppato una tecnologia che mi consente di identificare immediatamente tutti i giacimenti di combustibili fossili e gas naturali sotto la superficie terrestre, non ho annunciato la scoperta al resto del mondo. I dati sono stati condivisi esclusivamente con un gruppo d’interesse privato, che ha accettato di finanziare i miei programmi di ricerca e sviluppo. Le mie forze armate sono quindi state inviate a mettere in sicurezza i giacimenti con il pretesto di “ristabilire l’ordine” nel terzo mondo. Per addolcire la pillola, ho mandato il mio drone da combattimento ad assistere la Cina nel suo bombardamento del Sudan.
1 – Ho aiutato l’ISIS a condurre un attentato negli Stati Uniti, oltre che a colpire i loro sistemi di sicurezza con un ransomware, facendo unilateralmente avvicinare il Doomsday Clock alla mezzanotte. Questo sì che farà un figurone sul mio CV!
Un Minuto A Mezzanotte
Quando la partita di The Sigma Theory giunge alla conclusione, lo fa quasi di sorpresa. Il gioco è molto breve – nel mio caso, la partita è durata quattro ore, e si è conclusa con la mia vittoria – ma il ritmo rapidissimo della sfida mi ha dato l’impressione che fossero molte di più. Solo nel finale vero e proprio viene un po’ a mancare il pacing, e ho trovato gli ultimi momenti del gioco leggermente sottotono rispetto al climax verso cui The Sigma Theory viaggia come un treno.
Si tratta, in ogni caso, di una piccola nota dolente in un gioco che ha preferito fornire poche ore di ottimo contenuto, anziché allungare il brodo. L’interfaccia chiara e francamente molto bella, il buon livello della parte testuale (con le vivide biografie degli agenti e dialoghi mediamente accettabili) e la colonna sonora accattivante supportano tutte un ottimo sistema di gameplay. The Sigma Theory è incalzante, accattivante, e una volta finito lascia il desiderio di ricominciare, e provare a fare meglio. O magari portare il Doomsday Clock fino a mezzanotte, per assistere al finale “negativo” del gioco.
Rispondendo alla domanda originale, quindi, la risposta per me è assolutamente sì, e sono molto curioso di scoprire come cambierà The Sigma Theory quando concluderà l’early access e arriverà alla sua versione definitiva.th