Volete scoprire come ci si sente a gestire un’azienda sull’orlo della bancarotta? In Shakedown Hawaii, lo potete vivere. Per farlo, però, vi avviso subito, vi trovate costretti a dovervi sporcare di molto le mani. Ovviamente per sopravvivere dovete pianificare una serie di progetti sfruttando il denaro in arrivo da alcuni poveri negozianti, che in cambio della vostra protezione vi cedono senza non troppi problemi i loro negozi, facilitando la conquista del business dell’intera città. A chi serve avere scrupoli?

Sviluppato da Vblank Entertainment, lo studio dietro Retro City Rampage, Shakedown Hawaii è un nuovo progetto che prende ispirazione dal titolo precedentemente citato. Il gioco ti mette nel ruolo di un misterioso protagonista, un egocentrico vecchio mafioso a capo di un’azienda sull’orlo del fallimento, anche a causa dei consigli (spesso sbagliati) di alcuni personaggi dal dubbio aspetto e dal carattere non facile. L’obiettivo principale del videogioco è quello di tentare di conquistare tutte le attività della città, cercando così di migliorare la precaria situazione economica dell’azienda in. Avvolto in un’estetica a 16 bit, con un tocco arcade a tutto tondo, Shakedown Hawaii è una storia di “affari” che prende di mira (con una discreta ironia) anche alcuni temi attuali legati al mondo videoludico, come la realtà virtuale, e le bevande energetiche per i gamer professionisti.

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Il nostro “simpatico” protagonista alle prese con il suo sport preferito: lo zapping frenetico di pubblicità alla ricerca di aziende da acquistare.

Shakedown Hawaii comincia con uno spunto interessante: il CEO della nostra misteriosa azienda si trova aggrovigliato in gravi problemi finanziari. Essendo la situazione decisamente critica, il nostro protagonista deve trovare al più presto una soluzione per risolvere i suoi problemi ed evitare il fallimento. Per guadagnare soldi facilmente, però, si trova costretto a collaborare con loschi figuri che (s)fortunatamente lo aiutano nonostante un percorso tortuoso con diversi imprevisti.

Durante le prime ore del gioco, seguendo l’andamento principale della storia, si possono sbloccare alcune missioni da intraprendere. Molte di queste sono secondarie e consentono alcuni sbocchi inediti, come l’accedere a nuovi negozi per la città, che ti permettono di personalizzare l’avatar pixelato come lo si desideri (con ottimi risultati, tra l’altro!) oppure di acquisire nuove proprietà che saranno poi utili a migliorare la situazione economica del protagonista. Per fagocitare le aziende, o semplici negozietti, è però necessario applicare metodi non proprio ortodossi dallo stampo mafioso. Volete un esempio? I proprietari dei negozi, ovviamente, non vi lasciano conquistare le loro attività facilmente e senza opporre resistenza. E dunque qual è il metodo che secondo voi può aiutarvi a conquistare il vostro scopo? Ma è ovvio: terrorizzarli distruggendo tutto ciò che si trova dentro l’attività, spaventando magari anche i poveri clienti al loro interno, partecipando prima ad altre subquest che il titolo vi impone. Se riuscite a superare le missioni, i proprietari si convincono a “cedere” le loro attività sotto la vostra ala protettiva, diventando quindi parte integrante della vostra azienda. Il problema è che questi metodi vengono ripetuti più e più volte e ciò può provocare al giocatore un senso di noia. Ad ogni modo quante più attività ottieni, più grande sarà il tuo stipendio giornaliero. I soldi sono sempre soldi.

La storia di Shakedown Hawaii è davvero frenetica e a volte può essere un po’ fastidiosa per l’eccessivo senso di ripetività. La visuale che ci verrà presentata nel titolo è isometrica: suppongo che questa scelta sia stata fatta dagli sviluppatori per tentare di scimmiotare (seppur vagamente) le storie trovate nei giochi dell’era arcade, sia nel bene che nel male. Questo micro-mondo aperto, offre anche delle attività collaterali che potrebbero essere divertenti da completare, come alcune specifiche sfide extra che trovate segnalate nella mappa del gioco. Le missioni principali del titolo sono spesso brevi e facili da completare. Ogni volta che ne finisci una, puntualmente, ricevi una telefonata da uno dei tuoi sgherri con un nuovo suggerimento su attività da comprare o su alcune particolari opportunità di lavoro. Nel giro di pochi secondi, dopo dei brevi sessioni di filmati, un nuovo marker appare sulla tua mappa di gioco e ricomincia così il solito “giro d’affari”. In alcuni livelli, ti viene presentato un nuovo tipo di negozio o proprietà da acquisire e ciò accade puntualmente anche quando non possiedi abbastanza soldi per poterlo fare: è necessario proseguire nella storia ed arricchire le nostre finanze per poterci espandere.

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Acquistare le proprietà potrebbe aiutarvi a guadagnare più soldi.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere: Shakedown Hawaii simula sotto certi aspetti il primissimo capitolo di GTA:  la visuale dall’alto e la libertà di poter fare ciò che si vuole in giro per la città ricorda più volte alcune delle meccaniche del titolo precedentemente citato. Il giocatore, se non vuole seguire l’andamento principale della storia, può essere libero di fare davvero tutto ciò che vuole: dallo sbizzarrirsi nell’uccidere gli ignari passanti utilizzando metodi creativi (tutti abbastanza bizzarri, vista anche la grafica pixellosa) grazie ad un vasto repertorio di armi presenti nell’inventario, che possono essere acquistate in degli appositi negozi o trovati in alcuni punti della mappa, al seguire il filone delle missioni secondarie per incrementare i guadagni. Ogni povera vittima regala del denaro al nostro protagonista, ma attenzione al creare troppi tafferugli in giro per la città: la polizia vi è alle calcagna. E può uccidervi o perlomeno mettervi i bastoni tra le ruote.

Creare caos in giro alza il punteggio ottenuto, ma quest’ultimo, purtroppo, è effettivamente inutile, dato che non fornisce né alcun bonus per le missioni né variazioni nella storia. Un vero peccato, dato che si sarebbe potuto valorizzare questo elemento e sfruttarlo per sbloccare eventualmente oggetti inediti. Ma non c’è molto da fare, purtroppo. Se avete voglia di giocare una breve sessione di gioco, c’è anche la possibilità di scegliere le sfide arcade direttamente dal menù principale, oltre al potervi anche dedicare alla modalità di free roaming.

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Shakedown Hawaii è un titolo che vive all’ombra del suo predecessore: Retro City Rampage. La storia principale porta purtroppo il giocatore a svolgere missioni che a lungo andare sono ripetitive o danno la sensazione di qualcosa di già visto. Tuttavia sono presenti anche degli spunti interessanti, macchiati da alcune sfumature di black humor. Un altro problema potrebbe trovarsi nello scoglio linguistico: il videogioco, infatti, non ha tra le lingue selezionabili l’italiano e l’avventura è dunque interamente disponibile solamente in inglese. Nel complesso, è un’esperienza che consiglierei solo per chi vuole dedicarsi di tanto in tanto a delle brevi sessioni di gioco, per immedesimarsi in un criminale senza scrupoli e stare senza pensieri.