Conosciamo tutti la serie targata Metal Gear, ideata dal maestro Hideo Kojima e assoluta protagonista di tutto l’universo videoludico negli ultimi vent’anni. Oggi, per la prima volta in questi vent’anni, Metal Gear diventa oggetto di una controversa teoria firmata Andrey Kartapolov, vice Ministro della Difesa della Federazione Russa.

Durante una tavola rotonda alla Duma di Stato (camera bassa dell’Assemblea Federale Russa, l’equivalente della nostra Camera dei deputati), il vice ministro Kartapolov ha rilasciato alcune dichiarazioni “complottiste” riguardanti proprio la serie pubblicata da Konami. Secondo Kartapolov:
Progetti dei servizi segreti americani come Metal Gear e RuNet Echo puntano alla manipolazione diretta della coscienza pubblica, specialmente tra i giovani […] incoraggiano l’insoddisfazione e azioni di protesta nei confronti delle autorità […] con l’intento di screditare lo stato, la cultura e l’identità religiosa russa”.

Che dire, il vice ministro avrà certamente le sue ragione per affermare quanto letto e, sicuramente, tentativi di manipolazione culturale e ideologica sono sempre avvenuti, soprattutto durante la Guerra Fredda e con l’utilizzo di ogni tipo di media.
Il potenziale dei videogiochi è, sotto questo aspetto, praticamente infinito, considerando anche la maggioranza del pubblico (adolescenti) che ne usufruisce.
D’altronde di tentativi videoludici “politici” ce ne sono stati e continueranno ad esserci, pensiamo a “Papers, Please” o la ben più nota serie di “Wolfenstein”.
Forse l’esagerazione è, più che dare a Metal Gear una certa valenza sociale e culturale,  pensare che dietro il titolo ci siano addirittura i servizi segreti.