Hollow Knight è uno dei titoli che ho amato sulla mia Nintendo Switch, capace di intrattenere, stupire e dare fortissime emozioni a tutti gli amanti del genere Metroidvania, con un tocco alla Dark Souls per quanto riguarda la lore del mondo di gioco, ma senza abusare dell’ermeticità usata nei titoli From Software.
La prova del gioco è avvenuta a Milano durante l’evento post E3 di Nintendo, organizzato appositamente per offrire un primo contatto con i titoli presentati e in uscita su Nintendo Switch.
Primo contatto con Silksong
Partiamo subito con la premessa che in Silksong il protagonista non è più il piccolo Hollow Knight, ma la splendida e agile Hornet, armata del suo fido aculeo e dei suoi fili di seta. Tornando al gioco, la prova offriva due sezioni distinte da giocare: una che parte direttamente dall’inizio, mentre la seconda ci vede affrontare l’avventura in una fase avanzata del titolo.
La nostra nuova avventura inizia con una carovana in viaggio verso un luogo sconosciuto nel regno di Farloom, e all’interno del carro scortato dagli insetti, che ricordo sono gli abitanti del mondo creato da Team Cherry, troviamo Hornet. Fortunatamente la prigionia di Hornet non dura a lungo, poiché grazie a un evento misterioso ci risvegliamo soli sul fondo di un burrone. Finalmente il viaggio della protagonista ha inizio.
Preso il comando di Hornet, ecco che comincia la mia esplorazione della prima zona di gioco chiamata Moss Grotto. Una volta guadagnata dimestichezza con i comandi di base, che rispecchiano quelli del titolo precedente, posso avviare ufficialmente la mia avventura.
Nonostante alcune similitudini nei comandi, la nostra protagonista si comporta in maniera differente dal piccolo cavaliere vacuo. La prima cosa che salta all’occhio è l’interfaccia di gioco, simile per il conteggio della nostra energia vitale a quella del primo capitolo, ma molto differente nel indicarci quanta energia abbiamo per ricaricare i nostri punti vita o per usare gli attacchi speciali.
Ago e filo
Proprio questi due indicatori o bobine, introducono una nuova meccanica all’interno del mondo di gioco. Se nel titolo precedente potevamo accumulare le anime dai nemici sconfitti e usarle per ricaricare la nostra vita un punto alla volta, in Silksong ogni volta che le due bobine diventano piene possiamo ricaricare la maggior parte dei nostri punti vita allo stesso tempo. La ricarica delle bobine è collegata al combattimento, quindi ogni volta che colpiamo i nostri nemici, vediamo la piccola bobina posta in basso a sinistra dell’interfaccia riempirsi di fil di seta.
Storia diversa per il rocchetto, collegato al contatore della vita, visto che può essere usato soltanto quando la prima bobina risulta piena. Ma attenzione: anche il rocchetto deve risultare carico, cosa che accade non appena colpiamo o uccidiamo un nemico, ma solo con la bobina a piena carica.
Tolto il discorso degli strumenti da cucito, nel gioco tornano le maschere per aumentare i punti vita, una nuova moneta di gioco chiamata Rosaries che sostituisce i Geo e infine un nuovo elemento chiamato Sheel Shards. Gli Shards vengono usati per il crafting, anche se purtroppo non è dato sapere quali e quanti strumenti avremo modo di creare durante l’avventura, ma lo scopriremo al lancio del gioco.
Mentre proseguo nella mia prova, avanzo senza troppi problemi combattendo e saltando, nonché rimanendo stupito dalla capacità di Hornet di colpire i nemici anche con fendenti obliqui, molto utile contro avversari corazzati, mentre per le fasi platform possiamo contare sulla capacità di aggrapparci ai bordi delle piattaforme, abilità assente nel primo gioco.
Boss, nemici e tanta esplorazione
Il mio viaggio nella prima area di gioco termina ovviamente con una boss fight non troppo complicata, ma perfetta per terminare con la fase iniziale. La seconda area della prova, diversamente dalla prima, è stata quella che è riuscita a darmi le sensazioni migliori sulla bontà del lavoro svolto dal Team Cherry.
Iniziamo così a muoverci nei Deep Docks, una zona del mondo di gioco fortemente industriale, con tubi, colate laviche e macchinari di ogni genere. In questa area ho ritrovato la qualità del level design sperimentata con il primo Hollow Knight: zone segrete, ascensori e innumerevoli dettagli danno la giusta atmosfera al titolo.
Considerata l’ormai consolidata abilità degli sviluppatori nel ideare e realizzare ambienti di gioco, dopo un po’ che camminavo con certezza verso la meta, mi sono ritrovato a vagabondare per la mappa. La mia estrema voglia di esplorare mi ha portato in diversi punti della zona da provare, tanto che ad un certo punto la promoter che era con me, mi ha giustamente ricondotto su i miei passi.
E qui arriviamo alla nota migliore: la boss fight contro la spadaccina Lace. Purtroppo devo ammettere la mia sconfitta contro Lace, nonostante i miei svariati tentativi per avere la meglio sul boss. Questa avversaria è dotata di numerosi attacchi che non seguono un pattern ben preciso, bensì cambiano di tanto in tanto in base a come e dove ci troviamo nell’area di combattimento.
Il divertimento che mi ha regalato e l’intensità della lotta mi hanno provocato un’irrefrenabile voglia di prendere il gioco, arrivare a casa e combattere contro il boss in tutta calma per gustarmi una eventuale vittoria, ma per questo motivo aspetto volentieri il lancio del titolo.
Arrivederci Nidosacro, benvenuta Farloom
Arrivato alla conclusione della mia esperienza con Hollow Knight: Silksong, le sensazioni che ho percepito sono positive sia a livello di gameplay, ambientazione (almeno per le aree della prova), suoni, nemici e tante piccole chicche che strizzano l’occhio al giocatore che ha terminato l’avventura precedente.
Hollow Knight: Silksong è riuscito a darmi le sensazioni che speravo, lasciandomi esasperato all’idea di attendere l’uscita del gioco prima di poterlo rigiocare.
Se siete fan dei Metroidvania con un pizzico di Souls, allora attendete assieme a me l’uscita del titolo che sarà disponibile per PC e Nintendo Switch. Se non avete recuperato Hollow Knight, questo è il momento migliore per rimettervi in pari con un gioco che difficilmente deluderà le vostre aspettative.