Dopo tre anni, i ragazzi di The Coalition capitanati da Rod Fergusson, sfornano Gears 5, il nuovo capitolo della veneranda saga Microsoft. E, sotto tanti aspetti, si tratta di un capitolo di transizione. Una buona transizione, per quel che mi riguarda. Il gioco offre molto e rivoluziona tante piccole cose, guardiamole con calma.

Cover no more

Voglio essere sincero con voi. A me la campagna di Gears 4 annoiò. Era troppo basilare, troppo ancorata al passato, con un ritmo che mi sfiaccava ogni volta che ci giocavo. Con Gears 5 è stato completamente l’opposto. Questo per via di importanti cambi sia lato gameplay, sia dal punto di vista della storia.

Gears 5 - Lancer GL
Il nuovo Lancer con lanciamissili integrato è pura gioia, perfetto per orde e nemici corazzati

Gears ha sempre avuto il problema di essere “lo sparatutto delle coperture ad altezza torso”. C’è quella sorta di mantra che vuole il giocatore piazzarsi contro un muro e passare il tempo a sparare spuntando dalla sua copertura contro nemici a loro volta coperti. Chi ci gioca veramente sa che non è così, ma lo è stato quasi sempre per motivi di reazione. Prendiamo i nemici che tendono a caricare in corpo a corpo e quindi forzano il giocatore a dover indietreggiare e spostarsi. Quel che fa Gears 5 è aggiungere una componente di azione da parte del giocatore nel rompere il mantra della copertura. Ed il risultato è un gioco nettamente più dinamico dei predecessori. Il robottino d’accompagnamento tipico della serie, qui chiamato Jack, è dotato di svariate abilità che cambiano totalmente il volto della battaglia.

L’abilità più utile è quella di recuperare armi dal campo di battaglia e portarle al giocatore. In Gears rimanere senza proiettili o senza un’arma adeguata è qualcosa che può capitare e questa funzione permette di fare il tutto in modo molto più sicuro. Le restanti abilità sono flashbang mirate, trappole elettriche, invisibilità totale e la capacità di assorbire i danni per un periodo limitato. Saper sfruttare questo arsenale è quello che fa fare il salto all’esperienza di Gears, diventando uno sparatutto molto più aggressivo che in passato. Approvo totalmente il passaggio. Tra l’altro Jack è controllabile da un giocatore in co-op, rendendo l’esperienza cooperativa asimmetrica e perfetta per un giocatore meno avvezzo agli sparatutto che si vuole comunque coinvolgere.

L’altro aspetto che ho apprezzato è il ritmo del gioco. Gears è sempre stato molto frenetico. C’era sempre un obiettivo avanti e si continuava a cazzo duro, sempre. Una cosa che va benissimo, ma che tende ad affaticare più del dovuto. In Gears 5, nella parte centrale dell’avventura ci troviamo in due macroaree da navigare per raggiungere le zone delle missioni principali o secondarie. Questo spazio è sfruttato per rilassarsi, per assorbire il mondo intorno a se e per avere tanti dialoghi tra il gruppo. Permettono al gioco di respirare e mantenere il giocatore incollato allo schermo per l’intera durata della campagna. Certo è che qui si va molto a gusti personali, ed alcuni giocatori potrebbero vedere il tutto come perdita di tempo. Ma fidatevi, fa più bene che male.

Gears 5 - Snow
Le zone aperte sono degli scordi di natura incontaminata… più o meno.

L’ultimo cambiamento importante per la campagna è la narrativa. Come si era intuito già da un po’, ci stiamo allontanando dal macismo puro, i personaggi appaiono più proporzionati e si sta cercando di dargli più di un singolo range emozionale. La strada da fare è ancora lunga, ma spostare l’attenzione su Kait come protagonista è stata la scelta giusta. È un personaggio introspettivo con numerosi conflitti interiori da risolvere, un grosso passo avanti se paragonato al più monodimensionale Marcus Phoenix ed anche a JD di Gears 4. Sono rimasto molto colpito da un momento…”Wolfenstein” del gioco e sono curioso di vedere come porteranno avanti la vicenda. Evitando spoiler, si può dire che il gioco va a ripescare tanti elementi dal passato di Gears, per dargli nuova luce e dimensione in questa nuova era fatta di nuovi eroi. E poco importa se il nuovo sciame fa all’atto pratico le stesse cose dell’orda di locuste.

Narrativamente, il gioco sfodera le sue carte migliori nella prima metà e, pure se la seconda metà perde un po’ di mordente, tutta la sequenza finale è degna di nota e imposta bene la traiettoria del sequel. Che ora aspetto con sano ottimismo.

Escape Plan

Una volta “esaurita” la campagna in circa 10 ore, è il momento di tuffarsi nel multiplayer. Il gioco aperto ai possessori di pass stagionale ha permesso di poter testare le modalità di gioco con un numero ragionevole di persone. Di cose da fare ce ne sono molte, il tutto con una base molto solida ed un futuro fatto di update a lungo termine.
Il gioco ha un buon sistema di progressione e vede il nostro profilo salire di livello separatamente dai vari personaggi legati alla modalità Fuga e Orda. Avanzando, si sbloccano sia orpelli di natura estetica, sia nuove abilità passive per i propri eroi nelle modalità Fuga e Orda.

L’assenza delle abilità di Jack nel multiplayer, rende l’esperienza molto più simile alle precedenti. The Coalition ha operato un cambio notevole allo shooting, andando ad eliminare completamente la dispersione dei proiettili dalle armi. I primi Gears, dal primo al terzo, simulavano la perdita di precisione dei fucili d’assalto andando a disperdere i proiettili mano a mano che si sparava con il grilletto premuto. Questo portò velocemente Gears a diventare un violento scontro di fucili a pompa nel perseguire l’ottimo. Ora questo spread è sparito del tutto, lasciando un rinculo vero alle armi. Questo può essere compensato (meglio con un mouse che con un controller ovviamente) ed ha aumentato il livello di abilità ottenibile da un giocatore. Sulla carta almeno. Io personalmente apprezzo molto questo cambiamento perché riporta la precisione della mira nelle mani del giocatore.

L’altra novità è la modalità Fuga. Si tratta di una modalità PvE, incentrata sul correre e muoversi. L’obiettivo è quello di fuggire da un’alveare dello sciame nel minor tempo possibile. L’attenzione è quindi messa sul movimento, sul prendere decisioni velocemente e sul sopravvivere trovando quel che capita in giro. Un cambio di rotta totale rispetto ad orda. A me personalmente come esperienza piace, è in sintonia con quanto si gioca nella campagna, ma solo il tempo ci dirà se i giocatori apprezzeranno questo modo di giocare Gears. A questa modalità è legato anche un editor dei livelli, con il quale creare il proprio alveare dal quale scappare. L’editor, a dir la verità, è al momento un po’ limitato. La speranza è che col tempo possa essere ampliato e, perché no, rivolto anche verso altre modalità.

Ho potuto provare le altre modalità con il matchmaking aperto a chi ha l’accesso anticipato attraverso il Gamepass e l’esperienza è stata per ora ottima, sia ludicamente che tecnicamente, con connessioni pulite e senza intoppi. Le mappe sembrano abbastanza varie e ben fatte, ma occorrono numerose ore per poterne discernere le bontà o criticità del design.

Unreal Engine perfected

Sotto Epic, la serie di Gears era l’opera con la quale presentavano al mondo il loro motore grafico, che dovevano poi vendere. The Coalition si riconferma essere il miglior erede possibile e Gears 5 è audiovisivamente fantastico. I dettagli del mondo e dei personaggi sono ben curati, così come tutti gli effetti di illuminazione. La fisica precalcolata da sempre gran spettacolo, anche se usata in modo meno appariscente rispetto a Gears 4. È un gioco moderno, al passo coi tempi e sapientemente costruito.

Io ho giocato su un PC con queste specifiche: Xeon 1650@3.9Ghz, 16GBDDR3@1600MT/s ed una RTX2060. Impostando tutto ad ultra, vi potete aspettare circa 78fps in 1080p, 56fps in 1440p e 30fps in 4k. A dettaglio basso invece, il fullHD potrete aspettarvi 122fps, ma il mio sistema incorreva in un leggero CPU bottleneck, avendo una CPU del 2011. In ogni caso, le impostazioni sono tante ed è un port davvero ben ottimizzato, riuscendo a sfruttare in modo adeguato il multicore e non eccedendo in consumo di RAM.
Questo nella campagna, ovviamente, dove la fedeltà grafica è spinta al massimo, specie nei filmati. Nel multiplayer ho notato, con il limite a 60fps, un utilizzo della GPU dimezzato rispetto alla campagna, quindi c’è ampio margine per giocare con un’ottima qualità a framerate alti. Non ho potuto provare il gioco su console, ma il consenso è di una versione per Xbox One X davvero buona, mentre su Xbox One S arranca un pochino, specie per il framerate dimezzato nella campagna.

Quindi, tirando le somme, cosa possiamo dire di Gears 5? Che è un bel gioco. Divertente, solido in tutti i suoi aspetti. Bella campagna, gameplay in evoluzione ma ancorato alle sue radici iperaffidabili. Graficamente ottimo. Proiettato verso la nuova generazione. L’unico vero peccato è che è arrivato tardi nel ciclo vitale di Xbox. Tutti gli appassionati della saga non devono farselo sfuggire e chi gioca a shooter anche saltuariamente deve darci un occhio.