Se avete negli occhi la finale finita 4-2 per Toronto contro Golden State grazie ad un sontuoso Kawhi Leonard, se state seguendo con ansia tutti i “trade” dell’off season, se la vostra “follia” vi porta ad aspettare con ansia anche le partite del pre-season 2019/2020, non vi preoccupate: NBA 2K20 è arrivato ad alleggerire quella voglia matta di basket che vi sta dilaniando.

ANNO NUOVO, TANTI UPGRADE

Il grande problema dei giochi “annuali” di 2K (ma vale in generale per tutti i titoli sportivi di qualsiasi casa di produzione) è sempre lo stesso: fornire abbastanza novità al giocatore per convincerlo a comprare la nuova edizione senza per questo snaturare un gameplay che ha già il suo pubblico affezionato. Trovare il giusto bilanciamento tra le due cose non è mai operazione semplice, ma ormai i ragazzi di Visual Concepts sono maestri in questa arte, visto che ormai hanno alle loro spalle oltre 20 anni di carriera su questi titoli.

Tra i “tweak” più importanti bisogna sicuramente segnalare il miglior controllo della palla da parte dei giocatori, soprattutto per quanto riguarda le transizioni offensive. Con l’utilizzo dello stick analogico destro ora i giocatori sono sotto il nostro completo controllo, ma attenzione al giocatore con cui volete condurre la palla: una cosa è avere Kyrie Irving tra le mani, un’altra è Steven Adams (scusaci Steven, nulla di personale)

Uno dei più grandi difetti delle edizioni precedenti di NBA è sicuramente l’AI del gioco visto che spesso e volentieri chi stava dietro lo schermo si trovava a switchare fra tutti gli atleti in campo per non permettere ai giocatori controllati dalla CPU di rovinare le nostre azioni. Ora l’AI gestisce meglio gli spazi, marca molto più stretto, prende i tiri più o meno giusti (sempre meglio di Curry in giornata no che prova a tirare anche da casa sua), anche se ovviamente non tutto è oro quel che luccica e qualche problemino c’è ancora.

Parlando di Steph Curry, ovviamente non si può non parlare delle meccaniche di tiro di NBA 2K20. Anche qui i ragazzi di Visual Concepts hanno migliorato in maniera sensibile questo fondamentale, rendendo i tiratori scelti molto più letali che nelle passate edizioni, sia fuori dall’area pitturata che dentro, rispettando in maniera abbastanza realistica i veri valori dei giocatori sul parquet.

Infine da segnare come anche la fisicità dei giocatori sia stata migliorata in maniera sostanziale: i giocatori più alti e pesanti non hanno più quei movimenti agili e scattanti dei “piccoli”. Da notare come quasi tutti questi miglioramenti siano frutto del feedback dei fan del franchise, che a gran voce hanno chiesto queste feature negli anni passati, dimostrando l’ottima comunicazione di Visual Concepts e 2K con il proprio pubblico.

FAMMI VEDERE CHE SAI FARE

La sezione Mio Giocatore è stata completamente rivista per questo NBA 2K20, dato che abbiamo un controllo pressoché completo sull’assegnazione delle caratteristiche del nostro alter ego virtuale. Non solo abbiamo la possibilità di creare il nostro giocatore come lo sogniamo, ma abbiamo anche il compito di stabilire il suo potenziale futuro.

Da notare come grazie a questa modalità siano spuntati come funghi sulla rete tantissimi siti dedicati alle “migliori build” del gioco, esattamente come avviene in un RPG quando si crea il proprio personaggio!

NBA 2K20 BUILD
Le caratteristiche fisiche influenzano diversi parametri di gioco come il controllo palla o la difesa.

 

Dopo la creazione del nostro giocatore NBA 2K20 ci presenta tre modalità di gioco: La Mia Squadra, La Mia Carriera e La Mia Lega. La modalità La Mia Squadra è praticamente creata per “spillare” soldi reali al giocatore, visto che la quantità di grinding necessaria per poter acquistare nuovi pacchetti è veramente alta, spingendo il giocatore ad aprire il portafoglio per velocizzare il processo. L’unica novità rispetto alle edizioni precedenti è la presenza delle carte Evoluzione, che permettono di “evolvere” un giocatore in nostro possesso rispettando alcune condizioni indicate dalla carta.

La Mia Carriera invece è il classico Story Mode di NBA 2K e, bisogna ammetterlo, quest’anno le cose sono state fatte in grande. La modalità storia infatti è di tutto rispetto, forse la migliore del franchise, con guest star del calibro di Idris Elba, Rosario Dawson, e Lebron James nei panni insoliti di Produttore Esecutivo.

Quale altro videogioco può vantare due star di questo livello al suo interno?

In questa modalità vestiamo i panni di Che, un giocatore del college che decide di lasciare la propria squadra come segno di protesta dopo che il suo migliore amico è stato “tagliato” in seguito ad un infortunio ai legamenti. Nonostante tutto, abbiamo anche noi la nostra occasione di entrare nell’NBA, il sogno di ogni giocatore di basket sul suolo americano e non. Il problema che riuscirci non è assolutamente un gioco da ragazzi visto che NBA 2K20 ci porta ad affrontare oltre alle partite, diverse sfide fuori dal parquet e superandole la nostra posizione nel draft migliora. Purtroppo alcuni dei minigames non sono realizzati in maniera impeccabile, visto che i controlli non sono precisi e fluidi come quelli durante le partite e quindi, anche di fronte a buone prestazioni in campo, la nostra posizione in draft potrebbe risentire a causa di questi problemi.

Una volta terminata la modalità Storia (roba di poche ore, purtroppo), abbiamo la possibilità di visitare il Vicinato, che non ha subito grandi variazioni dall’edizione 2019. Ci sono molte cose da fare e vedere in questa modalità e soprattutto tanti negozi dove spendere la nostra valuta, valuta che purtroppo viene accumulata in maniera troppo lenta, così come la crescita delle abilità del nostro personaggio richiede molto tempo. Queste due meccaniche fanno forse pensare ad una precisa scelta di 2K di spingere il giocatore a sfruttare le microtransazioni per accelerare tutto il processo, come se non fosse già abbastanza chiaro dalla modalità La Mia Squadra.

Infine abbiamo la modalità Il mio GM (General Manager), la modalità più “RPG” di NBA 2K20. Ad ogni turno abbiamo a nostra disposizione solo alcuni punti da spendere nelle azioni proposte nel menù apposito, che vanno dall’incontro con il proprietario della franchigia alle chiacchierate con i nostri giocatori. Esattamente come in un RPG il nostro Manager accumula esperienza che permette di sbloccare nuovi punti abilità da spendere nei vari rami di talenti. Di sicuro la modalità Il mio GM richiede una conoscenza maggiore di come funziona il mondo del basket per poter creare in maniera rapida ed efficiente un team fenomenale, ma i tre livelli di difficoltà permettono anche al giocatore neofita di intraprendere la carriera dietro la scrivania senza dover per forza impazzire, anche se conoscere i meccanismi di scambi con le scelte nei draft successivi, ad esempio, aiuta e non poco (ma a quel punto uno si chiede perché state comprando NBA 2K20).

QUANTO BEL VEDERE

A livello grafico NBA 2K20 alza l’asticella dei titoli sportivi, con dei modelli grafici che rasentano la perfezione, soprattutto per quanto riguarda i giocatori più famosi. L’engine di gioco, che abbiamo già detto aver ricevuto alcune migliorie a livello di gameplay, è fenomenale sul parquet, mentre per assurdo si può notare qualche problemino nelle cutscene, cosa che ovviamente non influisce più di tanto sul gioco, ma che comunque crea un certo fastidio, pensando alla fatica fatta per rendere l’esperienza in campo eccezionale.

Harden ha un rating di 96, dove 90 punti sono solo di Barba!

Oltre alle squadre NBA, in questo NBA 2K20 sono state inserite anche le squadre della WNBA, la lega femminile di basket americano, che sta iniziando a ritagliarsi uno spazio importante, come un po’ tutte le leghe femminili dei sport maggiori (pensate al successo di pubblico del mondiale di calcio femminile di quest’anno. Anche le giocatrici della WNBA sono state “riprodotte” in maniera abbastanza fedele, anche se forse con un pelino meno cura delle controparti maschili, e anche il gameplay è fondamentalmente diverso, data la diversa struttura fisica delle donne, con molte meno schiacciate ed un gioco più veloce e tattico.

Da mettere invece sotto “accusa” sono i tempi di caricamento, decisamente troppo lunghi, che spezzano completamente il ritmo di gioco, oltre al fatto di essere completamente fuori luogo per un titolo di fine generazione su PS4, dove si presuppone che gli sviluppatori abbiano tutti gli strumenti per ottimizzare questi aspetti tecnici.

CONSIDERAZIONI FINALI

NBA 2K20 ripropone una formula ormai consolidata dei giochi sporti marcati 2K: tanti tweak che non vanno a stravolgere il cuore del gioco, ormai consolidato ed amato dai fan. Ci sono tanti sostanziali miglioramenti in questa nuova edizione, soprattutto per quanto riguarda il controllo della palla e l’AI. Buona anche la costruzione della modalità Storia, anche se un po’ troppo “corta”. Da bocciare completamente invece le problematiche per quanto riguarda i tempi di caricamenti, veramente inaccettabili oggi giorno e la propensione del gioco nella modalità La Mia Squadra a voler far spendere a tutti costi soldi reali al giocatore. Il gioco in versione digitale risulta veramente pesante, con oltre 75 GB di spazio occupato, oltre a dei tempi di installazione veramente interminabili.