Esport e sport tradizionali sono accomunati da una piaga che adesso, anche negli ambiti esportivi, inizia a farsi sempre più seria: la possibilità di piazzare scommesse. Possibilità che, oltre ad essere personalmente dannosa già da sé, può portare ad un cancro ancora peggiore: la corruzione.
In Australia il fenomeno inizia a dilagare e, di conseguenza, la legge inizia a fare sul serio. Ad Agosto sei pro players di CS:GO sono stati arrestati a seguito del coinvolgimento in partite truccate; adesso, sotto il mirino della Sporting Integrity Intelligence Unit, c’è un team di Overwatch indagato a causa di partite in cui sono state segnalate “anomalie nelle scommesse”. 

Neil Peterson, vice commissario della Polizia di Victoria, ha commentato così la questione: “Non esiste un test di idoneità per diventare proprietario di una squadra di eSport. Stiamo vedendo persone invadere quell’area che hanno una reputazione che probabilmente … non dovrebbe permettergli di essere coinvolti in questa parte degli eSport “Non posso assolutamente garantire che questo sarà l’unico [presunto] caso di partite truccate o di scommesse sugli ambienti di eSport nel mercato australiano”.
Sempre secondo Peterson, l’indagato medio ha un’età inferiore ai 20 anni, col rischio di passarne fino a 10 per corruzione.
“L’enorme volume di giovani coinvolti nel gioco d’azzardo, sia al liceo che all’università, ha proporzioni epidemiche. Quello che non vedo è qualcuno fare qualcosa a riguardo”.

Per Mark Johnson, docente all’università di Sydney, la causa è molto semplice: “L’industria dei videogiochi vale più dei film e della musica combinati, ma non è ancora presa sul serio”. “Se non guardi veramente gli sport tradizionali sai comunque cosa sono, mentre se non guardi gli esport non ne sai nulla.”