Immaginate di poter racchiudere tutta la sensibilità, la fragilità e le emozioni dell’animo umano, e trasformarle in un’opera d’intrattenimento in stile 16-bit. Immaginate ora di poterne usufruire non soltanto davanti lo schermo di un PC, ma ovunque vogliate e in qualsiasi momento. Se mi avete seguito con la fantasia, avete probabilmente ottenuto niente meno che To The Moon per Nintendo Switch. Il titolo indipendente sviluppato dai ragazzi di Freebird Games si era già affacciato sulla piattaforma PC nel lontano 2011 e, dopo il porting su mobile, si appresta ad arrivare sulla console ammiraglia della grande N questo 16 Gennaio. E, detto francamente, non poteva esserci arrivo più gradito.

Un sogno da realizzare ad ogni costo

Per chi non avesse familiarità con To The Moon, il titolo si presenta come un classico RPG vecchio stile realizzato, in prima istanza, con RPG Maker e, in questa veste rinnovata, tramite Unity. Nel gioco vestiamo i panni di Eva Rosaline e Neil Watts, due dottori nonché dipendenti di un’agenzia molto particolare: il loro compito è infatti quello di realizzare il desiderio delle persone in punto di morte, dandogli così la possibilità di “vivere” una seconda vita e facendogli provare un’esperienza in realtà mai accaduta. Il tutto tramite un apposito macchinario, in grado di interagire direttamente con i ricordi dell’interessato. Il paziente che accompagna la nostra storia si chiama John, oramai decisamente avanti con l’età e non più cosciente. E questo anziano signore, proprietario di una grande villa ai piedi di un faro, ha espresso la volontà di visitare niente meno che..la Luna. Più di questo non posso e non voglio dirvi, per non rovinare una storia che merita di essere scoperta e apprezzata in ogni singolo dettaglio.

To The Moon

È possibile notare sin da subito che il gameplay è veramente semplice e basilare, quasi assente. Possiamo infatti muoverci con l’analogico sinistro o le frecce direzionali, e interagire con i vari oggetti e personaggi premendo il tasto A. Nel gioco il nostro dovere è essenzialmente quello di scavare a ritroso nella memoria del vecchio John per cercare di capire il fattore scatenante questo suo particolare desiderio, e farglielo vivere come fosse realmente accaduto. Per fare questo, i nostri due protagonisti devono spostarsi tra i vari ricordi, accedendo di volta in volta a quello meno recente attraverso i cosiddetti frammenti di memoria. Questi sono oggetti di particolare rilevanza per il nostro cliente i quali ci permettono, una volta raccolti tutti, di interagire con un oggetto ben determinato (sia esso un pupazzo, un libro o un pallone) che farà da collegamento per il ricordo successivo.

Mi è entrato qualcosa nell’occhio..

Il gameplay dunque non rappresenta la colonna portante di To The Moon, e questo in realtà era anche abbastanza intuibile. Il titolo infatti punta tutto sulla componente narrativa ed emotiva, centrando perfettamente il bersaglio. Quella che To The Moon vuole raccontare è una storia di crescita, amore, coraggio, comprensione e dolcezza, nell’accezione più pura che la parola possa mai avere. E lo fa con una delicatezza fuori dal comune, che tuttavia non risparmia il giocatore da momenti particolarmente drammatici e toccanti. Una vicenda inizialmente sfumata e poco chiara, che si delinea man mano che si indaga nel passato di John fino a raggiungere picchi emotivi davvero elevati, di fronte ai quali difficilmente si riescono a trattenere le lacrime.

To The Moon

Il tutto, per fortuna, viene smorzato dai numerosi interventi spensierati di Watts, che si rivela essere la spalla comica del duo, anche grazie a numerose citazioni al mondo cinematografico, televisivo e videoludico. E lo scanzonato rapporto di amore-odio tra i due protagonisti rappresenta proprio quell’elemento che fa da contraltare alla struggente storia che ci viene posta davanti.

Un’estetica minimale e delicata

Graficamente, To The Moon è niente più, niente meno, quello che ci si potrebbe aspettare da un RPG old-style, realizzato in stile 16-bit. Certo, rispetto alla versione PC ci sono rivisitazioni per quel che riguarda la grafica e l’interfaccia di gioco, ma nel complesso l’esperienza visiva resta in sostanza inalterata. Ciò che, tuttavia, rende To The Moon un’autentica perla è la colonna sonora di tutto rispetto. Le OST del titolo sono tutte magnifichecoinvolgenti e, soprattutto, perfettamente calzanti e coerenti con la scena che si trovano ad accompagnare. Molto gradita la possibilità di riascoltarle a nostro piacimento tramite il “Carillon”, selezionabile dal menù principale dopo aver concluso il gioco. Le soundtrack si fanno ascoltare e, aggiungerei, amare una più dell’altra, ed è veramente difficile che non ve ne riecheggi in mente almeno una di tanto in tanto.

To The Moon

Un ricordo da conservare

Insomma, To The Moon offre un’esperienza che ognuno di noi dovrebbe vivere per arricchimento personale e, soprattutto, emotivo. Il titolo non presenta una longevità particolarmente elevata, e si riesce a concluderlo in circa 6-7 ore di gioco. Ma come sicuramente avete già capito, non è questo il parametro rilevante nel valutare la bontà dell’opera di Freebird Games. Se non lo avete mai giocato fatevi questo regalo, anche perché per soli 11,99 euro l’acquisto è praticamente obbligato. Preparate i fazzoletti, quindi, e immergetevi in questa breve ma preziosa avventura. Citando una frase tratta direttamente dal gioco, “raramente il finale è più importante del percorso che lo ha preceduto“, e in questo caso posso assicurarvi che è impossibile pentirsi sia dell’uno che dell’altro.