Street Fighter è uno di quei titoli che riporta indietro nel tempo. Nonostante il nostro paese non abbia vissuto, né maturato, una vera e propria cultura delle sale giochi arcade, non si può dire che in qualche modo i cabinati non siano state parte integrante dell’infanzia della maggior parte dei giocatori nati a cavallo fra gli anni ’80 e ’90. Inoltre, il genere dei picchiaduro vive anche di una sub-cultura che nessun altro genere può vantare. Essere parte integrante di questa community, in veste di neofita o di veterano, non è lontano dall’essere parte di un club (verrebbe da dire: di un culto), in cui è necessario conoscere l’etichetta e le regole fondamentali per soprav-vivere all’interno di un vero e proprio ecosistema, che si fonda su leggi precise e imprescindibili. E’ noto infatti che i beat’em up siano i titoli più ostici da affrontare per un novizio, e nonostante alcuni si prestino molto all’essere presi in mano anche solo per qualche pomeriggio insieme ad amici per delle allegre e sconclusionate scazzottate, altri mostrano una curva di apprendimento ripidissima, inavvicinabili per chi cerca partite mordi e fuggi alla stregua di un party game. Street Fighter V, per chi non ha mai affrontato un titolo simile, può risultare parte di questa seconda categoria, eppure basta uno sguardo leggermente più approfondito per capire come in realtà sia un eccezionale “primo incontro” per chiunque volesse affacciarsi al complesso e sfaccettato mondo dei picchiaduro, ed è proprio a loro che è dedicato questo pezzo.

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Tatsumaki Senpuu kyaku!

Frame trap, block stun, overhead, poke: giusto una manciata di alcuni termini in cui è possibile imbattersi in Street Fighter V quando si abbandona la punta dell’iceberg e si inizia a scavare un po’ in profondità. Ovviamente, sono tutti termini validi per la maggior parte dei picchiaduro in generale e sì, possono fare molta paura, considerata la miriade di informazioni che nascondono. Non è necessario conoscere tutta la terminologia legata al genere per prendere il pad in mano e iniziare a giocare, ma al tempo stesso se vorrete procedere in questa selva oscura, prima o poi dovrete fare i conti con ciò che si trova “oltre il velo”. Ad ogni modo, il titolo Capcom riesce a venire incontro al novellino sia in-game che non. I tutorial e le sfide, pur non vantando la completezza di altre serie come Guilty Gear, riescono a fornire l’infarinatura necessaria per capire i rudimenti del “linguaggio” che costituisce un picchiaduro 2D e al tempo stesso offrono tutti gli strumenti per indicarci quale potrebbe essere il personaggio più adatto a noi. Inoltre, il sito ufficiale Capcom ospita guide molto più esaustive e precise sul roster di combattenti del quinto capitolo. La Champion Edition di Street Fighter V vanta ben quaranta personaggi selezionabili, un parco lottatori veramente impressionante per chiunque si affacci per la prima volta a questa iterazione del brand. C’è davvero l’imbarazzo della scelta, e ovviamente alcuni personaggi sono espressamente pensati per andare incontro ai giocatori alle prime armi (Il classico Ryu, Cammy, Ed, Birdie, Necalli, etc) che potranno apprendere le fondamenta del gioco con personaggi facili da padroneggiare ma comunque in grado di dare una certa soddisfazione. Come detto in apertura, Street Fighter V si mostra un eccezionale maestro per chiunque voglia prendere confidenza con un genere tanto affascinante quanto ostico, e lo dimostra grazie a questi lottatori in grado di delineare perfettamente l’esperienza di gioco e tutte le sue sfaccettature, senza però dare nelle mani del giocatore meno preparato un avatar di difficile utilizzo.

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Utilizzare questi personaggi, oltre a permettere a chiunque di divertirsi sin da subito, offre anche un vantaggio che può apparire secondario ma risulta invece fondamentale: l’intelligibilità degli scontri. Insomma, nonostante nelle prime partite ci si senta tremendamente “noob” è facile capire immediatamente i propri sbagli. Un colpo dato dalla distanza sbagliata, una special mal calcolata o un tempismo errato nell’esecuzione di un input possono portare a nefaste conseguenze, ma al tempo stesso l’errore si rivela così palese che è pressoché impossibile non trarne immediatamente una lezione. Del resto, si sa: sbagliando si impara. E se prima d’ora questa frase vi è sembrata solo un luogo comune di scarsa importanza, ben presto diventerà un mantra conficcato nel vostro ipotalamo.

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Ma il merito di Capcom sulla facilità di leggibilità degli scontri si espande a tutto il cast e, tolte alcune volute eccezioni, guardare un match, anche ad alti livelli, è sempre chiaro e comprensibile, proprio grazie alla pulizia delle animazioni e alla fluidità dell’azione in ogni suo istante. V Skill e V Trigger aggiungono un ulteriore livello di stratificazione ai combattimenti e possono fornire nuovi strumenti o modalità ai personaggi, cambiando radicalmente l’approccio negli scontri. Cammy, ad esempio, può andare alle spalle degli avversari con la sua V Skill e al contempo evitare proiettili come il classico Hadouken dei personaggi Shotokan (Ken, Ryu, Akuma, etc) mentre grazie al V Trigger può potenziare le proprie special. Sebbene agli albori questo sistema potesse risultare un po’ sacrificato, l’avvento di un seconda opzione per il Trigger/Skill dedicata ad ogni componente del roster riesce a rinfrescare ancor di più lo stile di gioco. Questa introduzione si è rivelata decisamente un toccasana per la produzione, andando anche a ri-bilanciare alcuni personaggi dotati di V Skill e V Trigger poco performanti, e per quanto alcuni lottatori risiedano comunque sul punto più basso delle tier list, in linea di massima Street Fighter V si presenta come un picchiaduro abbastanza bilanciato ad oggi. Una volta apprese le basi fondamentali e avendo accumulato un bel po’ di scontri con il proprio “main”, è possibile approfondire, e addentrarsi in quello splendido quanto terrificante mondo a cui si accennava in precedenza, scegliendo se passare ad un alter ego più complesso o ancorarsi a chi ci ha accompagnato al di fuori della selva oscura, cercando di apprenderne ogni piccola sfaccettatura. Considerata la mole di personaggi disponibili e le diversità degli stessi, Street Fighter V Champion Edition si rivela un ricco buffet dedicato a tutti gli amanti del genere, anche e forse soprattutto ai meno esperti.

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Definitivo?

Capcom, ma non è la sola, ci ha sempre abituati ad una miriade di versioni per i suoi titoli, soprattutto i picchiaduro, soprattutto Street Fighter. Le innumerevoli Arcade Alpha Super Turbo Edition, sono diventate vero e proprio segno distintivo del franchise, suscitando l’ironia del web in più di un’occasione, tanto che giochi Guacamelee hanno ironizzato molto sul “modus operandi” della software house nipponica, utilizzando i nomi delle versioni complete dei loro titolo con frecciatine non troppo velate verso Ryu e compagni. Dunque risulta difficile, ad oggi, stabilire se questa versione risulterà effettivamente quella più completa: non è detto infatti che nel corso del 2020 non uscirà un nuovo Character Pass, eppure la Champion Edition di Street Fighter V risulta davvero un prodotto perfettamente completo. A partire dal prezzo molto contenuto, questa versione del titolo risulta davvero irresistibile per chiunque voglia finalmente acquistare Street Fighter V (e ad onor del vero anche chi possiede il gioco base e i primi due Character Pass). Accedere alla Champion Edition ci fornisce infatti il roster completo, oltre a tutti gli stage  e i costumi contenuti nei quattro Character Pass, che hanno espanso l’esperienza di gioco in questi anni. Non c’è proprio tutto tutto: all’appello mancano quattro stage e una manciata di costumi, che saranno sbloccabili o acquistabili in seguito poiché non facenti parte di alcun season pass, ma si tratta di mancanze minime che, seppur evidenti, non scalfiscono la quantità e la qualità dell’offerta di questa versione. Per chi ricorda gli albori di Street Fighter V, il traguardo raggiunto non può che essere impressionante, limando, cambiando e smussando le tante imperfezioni di un titolo partito decisamente con il piede sbagliato.

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“It’s a long way to the top, if you wanna Rollback Netcode”

Quando una produzione basa il fulcro della sua esperienza ludica sul comparto online, soprattutto il PVP, c’è una parola che assilla e tormenta i giocatori: Netcode. La buona riuscita di una partita contro altri giocatori dipende in larga parte dall’infrastruttura online, e pur considerando che la singola connessione sfruttata da ogni partecipante allo scontro sia fondamentale per un’esperienza godibile, è necessario che la produzione si basi su un sistema di netcode solido e fluido. Al giorno d’oggi le scelte sono fra Delay based netcode e Rollback netcode, i quali partono da una base simile ma trattano i problemi di connessione (ping e dunque lag) in maniera completamente diversa. Senza addentrarsi in troppi dettagli, il Rollback si è dimostrato capace di risolvere la quasi totalità dei problemi di connessione, evitando che il gioco si blocchi nel mezzo dell’azione e che i giocatori debbano sempre calcolare i frame di ritardo necessari per rispondere all’avversario o attaccare con successo. Il Rollback netcode è dunque la migliore soluzione per un picchiaduro, in cui la velocità dell’assimilazione delle azioni di entrambi i giocatori è necessaria per avere i migliori match possibili, riuscendo a restituire una sensazione pressoché identica al gioco offline con compromessi davvero minimi. Purtroppo, Street Fighter V, pur basandosi su questa tipologia di netcode, non ha lavorato sul sistema al meglio, funestando i giocatori con svariate problematiche dovute ad una scarsa  implementazione del Rollback. Il trattamento di Capcom verso questo spinosissimo problema, ovvero la totale indifferenza, ha portato molti giocatori ad accantonare il titolo, ma ecco la novità: con questa Champion Edition arriva anche un update ufficiale rivolto esclusivamente al netcode e al bilanciamento dello stesso, il quale dovrebbe sistemare gli annosi problemi una volta per tutte. Capcom interviene dunque, con forte ritardo, e ascolta finalmente le richieste dei giocatori, un vero peccato però che l’approdo di questo update non sia stato concomitante all’uscita della Champion Edition, impedendo di analizzarla in sede di recensione. Ad ogni modo, se la patch dovesse rivelarsi effettivamente risanatrice, l’esperienza di Street Fighter V potrebbe cambiare una volta per tutte, permettendo ai giocatori l’esperienza che da sempre richiedono e che, da sempre, gli spetta.

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Eye of the Tiger (Uppercut)

L’avvento della Champion Edition rappresenta la summa di tutto ciò che Street Fighter V significa oggi nel mondo dei picchiaduro, ancora imperfetto ma decisamente degno del successo che un brand così importante merita di avere. Certo, sarebbe stato preferibile che la Champion Edition avesse debuttato sul mercato spalleggiata dal tanto agognato fix del netcode, che dovrebbe essere invece effettivo mentre leggete queste righe, ma è comunque lodevole il lavoro svolto da Capcom. Forte di questa nuova edizione dal rapporto qualità/quantità/prezzo eccezionale e di un online teoricamente più pulito e digeribile, Street Fighter V potrebbe veder nascere ora l’inizio di una nuova era. I giocatori “della domenica” o quelli poco avvezzi al gioco online, rimarranno probabilmente scottati da un single player che si rivela appena sufficiente ed un sistema di gioco difficile da accostare a partite “mordi e fuggi”, per tutti gli altri, soprattutto per i giocatori che vogliono prendere per la prima volta un picchiaduro seriamente fra le mani, Street Fighter V Champion Edition rappresenta un sogno divenuto realtà.