Correva l’anno 2008. L’università di Washington distribuì un videogioco sperimentale sviluppato dal dipartimento di Scienze ed Informatica. Il suo nome è Foldit ed il suo scopo è quello di permettere ai giocatori la progettazione di proteine antivirali.

Questo processo di gamification, come potete bene immaginare, ritrova dunque spazio oggi dopo ben 12 anni. L’emergenza Coronavirus ha infatti portato gli sviluppatori ad aggiornare il software aggiungendo proprio il COVID-19 tra gli enigmi disponibili.

“I coronavirus mostrano una proteina sulla loro superficie, che si lega strettamente a una proteina del recettore trovata sulla superficie delle cellule umane. Una volta che il  virus si lega al recettore umano può infettare la cellula umana e replicarsi. Se riuscissimo insieme a progettare una proteina in grado di bloccare il processo descritto si sarebbe trovata, potenzialmente, una cura!”

Videogiocatori italiani, è il momento di rimboccarci le maniche. Per i più curiosi invitiamo a visitare direttamente il portale ufficiale dedicato a Foldit.