Le sale giochi in Italia sono ormai quasi estinte da più di un decennio. Le consolle sempre più avanzate e economiche hanno cominciato il lavoro e internet ha dato il colpo di grazia. Ma dall’altra parte del mondo gli arcade non sono mai passati di moda. In Giappone questi locali riscuotono ancora un enorme successo, in un modo ormai unico al mondo. Molte delle catene di sale giochi giapponesi sono possedute dalle grandi case editrici di videogiochi, ma resistono ancora alcuni arcade indipendenti. Tra queste la Mikado di Minoru Ikeda.
Situata a Tokyo, nei pressi della stazione di Takadanobaba, Mikado è un locale leggendario per quanto riguarda il retrogaming nella capitale giapponese. Ma come ogni attività non essenziale, anche questa leggendaria sala giochi è stata costretta a chiudere a causa del Coronavirus. Conseguenza diretta di questa chiusura forzata è stata la diminuzione verticale dei guadagni. Un colpo che arriva in un pessimo momento per Ikeda, il proprietario, che aveva appena investito per espandere la sua piccola catena di sale giochi a Hiroshima e Osaka.
Ikeda si è quindi trovato quasi a dover chiudere la sua attività per mancanza di fondi, e si è così rivolto ai suoi fan. Tramite Campfire, sito di crowdfunding giapponese, ha lanciato una campagna per salvare Mikado. I contributi possono variare tra i 500 e il milione di yen, (tra i 4 e i 9.000 euro circa), e danno accesso ad una serie di ricompense. Queste vanno dal semplice ringraziamento di Ikeda agli sconti sulle future partite che si giocheranno nella sala giochi, fino ad arrivare alla possibilità di organizzare tornei.
La campagna ha visto la luce sabato 11 aprile, e ha raggiunto in poche ore il suo obbiettivo minimo di 20.000.000 di yen. Al momento la cifra raccolta ammonta a un totale di 26.820.271 yen, oltre il 134% dell’obbiettivo della raccolta. La raccolta fondi proseguirà per altri 26 giorni, ma ha già dimostrato quanto i giapponesi tengano ancora alle loro sale giochi.