Assassin's CreedMolti giocatori hanno criticato il primo Assassin’s Creed, valutandolo come un gioco terribilmente ripetitivo. Ma le cose sarebbero potute andare addirittura peggio se non fosse stato per i suggerimenti ricevuti dal figlio del CEO di Ubisoft.

Il curioso aneddoto è stato raccontato da Charles Randall, ex sviluppatore in seno alla casa francese, che ha spiegato come l’intera vicenda lo abbia condotto a quelli che lui ha definito come “i 5 giorni più pazzi della mia vita”.

Dopo aver giocato la prima versione del titolo infatti, il figlio di Yves Guillemot aveva bollato il gioco come “noioso”, costringendo il team a tornare al lavoro in fretta e furia per arricchire l’esperienza con delle attività secondarie (e senza bug) prima che il tutto venisse pubblicato.

Una storia certamente singolare, soprattutto pensando a come il destino di un gioco così conosciuto tra il grande pubblico sia passato per le mani di un ragazzino e che, seguendo i suoi suggerimenti, un team di appena sei persone sia poi riuscito a creare tutte le attività secondarie del gioco in appena cinque giorni e senza problemi. A parte uno.

Charles Randall ha infatti raccontato dell’esistenza di un bug, che ha afflitto soprattutto i completisti del primo Assassin’s Creed, per cui la morte accidentale di uno Templari non permetteva di completarne il suo assassinio, costringendo i giocatori a riavviare l’intera partita. Un problema davvero fastidioso, per cui lo sviluppatore si è infine scusato. Meglio tardi che mai…