La Commissione Australiana per i Consumatori e la Competizione (ACCC) ha accusato Sony Europa, di cui Sony Australia è una costola, di pubblicità ingannevole e violazione dei diritti dei consumatori. La corte federale australiana ha condannato Sony a pagare una multa di 3,5 milioni di dollari in seguito a queste accuse.

La corte ha deciso che Sony Europa ha ingannato quattro consumatori dopo che questi hanno acquistato giochi descritti come “difettosi” attraverso il PlayStation Network. Sony aveva comunicato ai giocatori che non avevano diritto al rimborso dopo che avevano scaricato il gioco o passati 14 giorni dall’acquisto. Queste regole secondo la corte vanno contro la legge australiana. I fatti risalgono ad un anno fa e le accuse erano basate su una sentenza simile del 2014 contro Valve.

In una dichiarazione recente il presidente della ACCC Rod Sims ha affermato che Sony aveva dato consigli errati ai propri consumatori:

“I diritti dei consumatori non scompaiono dopo che scaricano un gioco digitale. Sicuramente nono spariscono dopo 14 giorni, né dopo qualsiasi ammontare di tempo stabilito da un rivenditore o da uno sviluppatore. I consumatori che acquistano in un negozio on line hanno gli stessi diritti di quelli che comprano nei negozi fisici.

Inoltre, Sony Europa è accusata di aver violato le leggi australiane anche per aver detto a un consumatore che solo lo sviluppatore del gioco poteva accordare il rimborso e ad un altro che il rimborso poteva avvenire solo nella forma di credito presso lo store Sony.

Sims a riguardo ha dichiarato che:

“I rimborsi secondo i diritti dei consumatori devono essere forniti sotto forma di contante o trasferimento di denaro, se il consumatore ha pagato utilizzando quei metodi, a meno che il consumatore non decida di convertirlo in credito presso il negozio.”

Non sono noti né il gioco in questione né i nomi dei consumatori coinvolti. A maggio però, la ACCC aveva ordinato a Sony il rimborso ai giocatori che avevano acquistato Fallout 76 al lancio e non erano stati in grado di ottenerlo. Non è chiaro se i due casi siano connessi.

Sony infine ha dovuto anche pagare le spese processuali.