Quando sento il nome di Desperados non posso fare a meno di ripensare ad un periodo felice della mia vita. A casa, senza alcuna preoccupazione, a giocarci sul mio primissimo PC fisso insieme a Age of Empires II e altri titoli di cui non ricordo bene il nome (a parte Guild Wars, ma quello è l’inizio di un lungo amore per un genere di cui non parlerò qua). Inizialmente sviluppato da Spellbound Entertainment AG e pubblicato da Atari, è poi passato nelle mani di THQ Nordic che ne ha affidato lo sviluppo a Mimimi Games, società tedesca con all’attivo pochissimi titoli, di cui uno però è Shadow Tactics: Blades of the Shogun. La software house era già pratica con il genere e Desperados III raccoglie i frutti nati dallo sviluppo del titolo citato in precedenza. Cominciate a nascondervi tra le fresche frasche e a ragionare per bene, poiché il gioco non vi perdona niente.

Desperados III
Uff, per fortuna non sanno salire le scale… di solito

Non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta che ho giocato ad un titolo che grondasse Far West da ogni pixel, a parte chiaramente Red Dead Redemption 2.  L’atmosfera è ben evidente già dai primi secondi di gioco, scanditi dai suoni di una slide guitar, versi di avvoltoi e una blanda camminata dei cavalli che portano in scena i protagonisti, avvolti dalla rossa polvere tipica dell’immaginario “West”. È in questo momento che incontriamo un giovanissimo John Cooper, già protagonista dei primi due capitoli della serie, insieme al padre. L’inizio di ogni capitolo del gioco è caratterizzato da una missione che spiega tutto il background di Cooper e che delinea anche le motivazioni su cui poggia l’intera storia del gioco e cioè la caccia a DeVitt. La prima missione serve come breve tutorial per poi spostarci, fisicamente e temporalmente, a Byers Pass, con un Cooper ormai cresciuto che si sveglia a bordo di un treno assaltato da dei banditi. Già nella seconda missione ritroviamo un’altra vecchia conoscenza, il Dottor McCoy. In questo capitolo infatti tornano tre personaggi classici della serie. Oltre al già citato duo ritroviamo anche Kate O’Hara insieme a due nuovi personaggi originali di Desperados III, Hector e Isabelle.

Desperados III
Certe scene sono davvero belle

Ogni personaggio ha abilità e statistiche uniche e vi conviene imparare per bene come farle interagire al meglio, in modo da riuscire ad andare avanti con maggior facilità. Ad esempio, il gigantesco Hector è l’unico che può uccidere i nemici col cappotto in un solo colpo. Inoltre ha anche una pratica ed enorme trappola per orsi, utile da mettere sul cammino predefinito delle ronde, talmente stupide da non vederla e camminarci semplicemente sopra. Kate può borseggiare i nemici ma non può ucciderli, in compenso può accecare chiunque con le sue fiale di profumo oppure travestirsi in modo da attirare l’attenzione. Isabelle, personaggio che reputo il più interessante tra i cinque, è una strega della palude e usa magia la vudù per impossessarsi del corpo dei nemici e usarli a suo piacimento. Oppure può connettere due persone tra loro e far sì che subiscano entrambe la stessa fine: in pratica possono essere uccise contemporaneamente. E queste sono solo alcune delle abilità a disposizione dei vari personaggi necessarie ad avere la meglio sui vari tipi di nemici e situazioni estremamente diverse tra loro in cui ci trascina Desperados III: è possibile anche avere missioni di notte, quindi con coni visivi ridotti, oppure bisogna stare attenti al fango, su cui si lasciano impronte che allertano i nemici che sono quindi portati a seguirle. Certo, la possibilità di lamerare il titolo è sempre dietro l’angolo. Alla fine dei conti basta entrare in una casa/stanza e aspettare che i nemici entrino a uno a uno, in modo da ucciderli senza alcun problema, ma sono quasi sottigliezze e comunque non è un sistema applicabile sempre.

Desperados III
Se vedete una scena del genere potete pure ricaricare il salvataggio

È raro che si usino tutti e cinque i protagonisti insieme, spesso le missioni prevedono solo alcuni di loro e gli altri si possono aggiungere dopo o, a seconda delle circostanze, non esserci proprio. Ripeto quindi che è assolutamente fondamentale imparare le sinergie delle varie abilità e come concatenarle tra loro: non pensate nemmeno di caricare a testa bassa dato che verrete soverchiati nel giro di pochi secondi. Le ronde, se non vedono più i personaggi che erano presenti poco prima, si allarmano e cominciano a cercare ovunque e non è raro che veniate trovati anche nei cespugli. La visuale a volo d’uccello mostra anche i coni visivi dei nemici e le aree d’effetto di tutti i vari oggetti e armi, in modo da gestire la situazione al meglio. Tutto avviene in tempo reale ma è possibile far agire i vari personaggi nello stesso istante tramite la modalità Resa dei Conti, nella quale il tempo si ferma e possiamo impartire una serie di ordini che vengono eseguiti tutti insieme alla pressione di un tasto. In Desperados III si passa più tempo in questa modalità che altrove, dato che i nemici sono sempre numerosi e trovarci in situazioni di svantaggio è la prassi. In un certo senso mi ha quasi ricordato Hotline Miami, pur essendo totalmente diverso: le nostre azioni, per risultare efficaci e senza effetti collaterali, devono essere pianificate ed eseguite rispettando perfettamente i tempi dati dal gioco. Alla difficoltà più bassa qualche errorino è concesso ma già aumentandola di uno step, se non siete abituati al genere diventa semplicemente un inferno, e non è raro caricare e ricaricare decine e decine di volte una singola sezione.

Desperados III
Alla fine di ogni partita viene riprodotto tutto il replay delle nostre azioni

I personaggi sono tutti doppiati in inglese, con sottotitoli in italiano, e la grafica regalata dal sapiente uso di Unity è deliziosa e curata. Durante le prime missioni ho avuto qualche difficoltà a gestire la telecamera. Viene data infatti la possibilità di ruotarla totalmente: questo regala degli scenari davvero gradevoli all’occhio ma, al contempo, è possibile sbagliare qualche sezione semplicemente perché ci sono dei nemici nascosti da una casa o un albero e che non avevamo notato prima. Per fortuna il titolo è dotato di un sistema di salvataggio e caricamento veloce davvero perfetto. Basta premere il touch pad del controller PlayStation 4 per salvare e andare nel menù di pausa e ricaricare l’ultimo salvataggio è un’operazione istantanea. Ho notato alcuni microfreeze e durante i caricamenti la mia PS4 Pro fa un rumore mai sentito prima, roba che nemmeno dopo dodici ore di gioco continuo: un fatto decisamente strano ma che probabilmente verrà risolto da qualche patch. Se siete amanti del genere, Desperados III è semplicemente un acquisto imprescindibile, che vi può tenere impegnati per almeno una trentina di ore, senza contare poi le sfide del Barone. Se siete totalmente ignoranti a riguardo, andateci cauti nell’acquisto: il gioco è difficile, frustrante e richiede ore di pianificazione e tentativi per andare avanti, mette sempre alla prova il giocatore presentando situazioni diverse. Insomma, o si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo.