Nelle prossime settimane su PDVG in collaborazione con Giochi Premium vi parleremo di diversi titoli per adulti meritevoli della vostra attenzione, da noi selezionati per voi.

Luminol è un gioco per adulti, precisamente una visual novel per adulti. È realizzato sul motore Ren’Py (scelta molto popolare per il genere), che prende il nome dalla commistione di ren’ai, amore romantico in giapponese, e Python, il linguaggio di programmazione su cui gira. La diffusione delle visual novel ha decisamente preso piede in occidente, tanto che la maggior parte delle migliaia di giochi realizzati è in inglese.

Luminol nasce come un progetto personale finanziato grazie a Patreon, gradualmente espanso (al momento fino all’ottavo capitolo) e poi localizzato da Luminol.
Il gioco si apre su uno scenario incredibilmente attuale, il protagonista (nel mio caso chiamato Biggus Dickus) è un detective capace e intraprendente, che si trova nei guai per aver ucciso un uomo e aver ferito gravemente un altro mentre cercava di sventare un furto al molo. Potendo leggere nella sua testa vediamo che non ha sparato per difendersi, ma perché aveva esplicitamente l’intenzione di uccidere uno dei due ladri, anche se il movente non è ancora chiaro. Il tenente capo, stranamente lasciato Lieutenant nella traduzione, come fosse un nome proprio, non sembra bersi la sua versione e lo sospende a tempo indeterminato dal suo incarico. Già questo basta a rendere il mondo di gioco migliore di quello in cui viviamo. Dopo la strigliata incontriamo una delle tre donne “protagoniste” del gioco: Sarah, una giovane e biondissima poliziotta, ambiziosa ma di sani principi. E con un gran culo.

Immediatamente dopo essere stati cacciati dal distretto il gioco offre il primo bivio: andare direttamente a casa o fermarsi a prendere qualcosa in una tavola calda. Scegliendo la prima il protagonista torna subito dalla moglie, una tettona che assomiglia molto a Daisy Ridley, altrimenti facciamo la conoscenza di Rose, cameriera dai capelli rossi e con aspirazioni da attrice e oggettivamente la più figa delle tre.


Indipendentemente dalla nostra scelta la giornata finirà nello stesso modo: il nostro alter ego si farà fare un pompino dalla moglie, ma non riuscirà a comunque a dormire, non tanto per il rimorso ma per la mancanza di prospettive lavorative. Questo finché non accarezzerà l’idea di diventare un investigatore privato, destino che sembra obbligatorio per gli ex poliziotti in film e videogiochi.

A questo punto viene introdotto il morality system di Luminol, che volendo fare un confronto azzardato è più simile a quello di Fable che a quanto riscontrabile in The Witcher. Non punta tanto sulle scale di grigio, quanto su: “vuoi roleplayare come un sociopatico dipendente dal sesso o una persona all’incirca normale?” Non che ci sia niente di male, si possono benissimo sfogare pulsioni del genere in forma videoludica. Se siete il tipo di persona che quando gioca a D&D si diverte a derubare e uccidere gli altri pg vi troverete a casa vostra e almeno stavolta non dovranno sopportarvi altre 3 persone in carne e ossa.

Il primo dilemma davanti a cui ci troviamo riguarda un sospetto di corna, una delle principali attività degli investigatori privati sia in game che nella vita reale. Il presunto cornuto arriva in ufficio chiedendo di osservare gli spostamenti della moglie, che ultimamente sembra comportarsi in modo strano. Dopo un pedinamento la moglie è prontamente sgamata a fare sesso con un tizio palestrato, ma non ne sembra particolarmente entusiasta. Probabilmente perché il pene del tizio in questione è letteralmente microscopico. Ora bisogna scegliere se condividere le informazioni col marito, come concordato, o ricattarla per per scoparsela.

Da notare che il gioco permette di salvare in qualsiasi momento e ha un numero di slot disponibili sull’ordine del Googolplex. Da evidenziare anche che le still images siano mediamente di buon livello, ma le animazioni, almeno per i primi capitoli, lasciano piuttosto a desiderare. Le gif della prima metà del gioco hanno la spiacevole tendenza di scivolare nell’uncanny valley: personaggi che scoprono i denti in modo del tutto innaturale e tette che rimbalzano sfidando qualsiasi legge della fisica.

La penetrazione è sorprendentemente ben fatta, con meno compenetrazioni (lol) di quante non ne faccia la barba di Geralt in Wild Hunt, e i personaggi – quindi anche lo sviluppatore – sembrano consapevoli del fatto che colpire ripetutamente la cervice uterina non è un’attività piacevole per nessuna delle parti coinvolte. Un po’ un mistero come il pene del protagonista, nettamente più lungo della cavità orale delle partner, riesca ad entrarci interamente quando glielo succhiano, ma del resto non mi è completamente chiaro neanche come funzioni nella vita reale, quindi non posso lamentarmi più di tanto.

Ma non si vive di soli bocchini, quindi occasionalmente il focus si sposta sulla storia principale, che inizia a prendere forma con un omicidio in cui sembra implicato anche il malvivente sopravvissuto al nostro tentato omicidio in apertura. La vittima è una giovane prostituta e i sospetti ricadono immediatamente sul vicino creepy e sul fidanzato. La polizia brancola nel buio e Liutenant, candidato sindaco, per limitare i danni da immagine è disposto a richiamarci come consulente esterno. A questo punto abbiamo anche la possibilità di indirizzare le indagini, ma, a parte una scena di sesso opzionale, la nostra scelta non ne influenzerà più di tanto l’outcome. La storia in sé non è male per un porno, si parla di almeno 8-10 ore di contenuti, con alti e bassi, ma che globalmente non arriva mai a livelli infimi. In base alle opzioni selezionate però si possono passare periodi anche piuttosto lunghi a secco, o all’estremo opposto saltare da un letto (o un tavolo) all’altro, quindi sotto questo punto di vista il pacing dell’esperienza può variare drasticamente da un capitolo all’altro. Un po’ bizzarra la cultura dei nativi dell’isola, che sembrano un incrocio tra celti irlandesi e rom con un blood fetish, ma del resto non credo che nessuno che acquista Luminol si aspetti trattati sociologici.

I dialoghi in Luminol non sono esattamente “sorkiniani”, e meno male, perché Sorkin non scrive dialoghi ma set-up ridicoli solo per far replicare GOTCHA ai suoi personaggi, come at me. Dicevo, dialoghi non esaltanti ma nemmeno scritti oscenamente. Forse a tre quarti del testo è bene menzionare che il gioco è funzionalmente muto, non c’è doppiaggio per ovvi motivi di budget e l’unico accompagnamento è costituito da una colonna sonora poco ispirata e quasi caricaturale della musica da porno. Se ci giocate potete tranquillamente disattivarla e mettere quello che preferite. Personalmente sconsiglio il podcast di Joe Rogan per non creare associazioni involontarie.

Come già accennato, in Luminol c’è un discreto parco di donne da sedurre (o ricattare), ma le principali rimangono sempre Katherine, moglie, Sarah, ex collega, e Rose, cameriera gnocca. Anche se ormai più che ai ruoli associo i nomi alla rispettiva disposizione verso l’anal: Katherine non lo fa e basta, Sarah lo fa senza troppo trasporto ma conosce i suoi polli, e a Rose piace anche l’anilingus. Ho già detto che Rose è oggettivamente la migliore? Alle tre è associato anche un sistema a punti, dipendente dalle scelte fatte. Onestamente non ho capito cosa comporti a livello di gioco, ma non posso nemmeno affermare che sia solo estetico, visto che sfogliando la cartella di installazione ho trovato decine di scene che non ho sbloccato.

Come si può facilmente notare dall’immagine, ho trascurato Katherine e nel frattempo mi chiedevo come mai non facessi progressi con lei: non l’ho mai trattata in modo sgarbato, ho persino prestato attenzione durante le sue pallose lezioni di fanta-archeologia. Poi mi sono reso conto che scegliere sistematicamente di passare la giornate scopando con qualcuno che non è tua moglie può mettere in crisi anche il migliore dei matrimoni. E che forse non sono emotivamente maturo quanto credessi.
Ma a quanto pare il divorzio non è contemplato nel mondo di gioco (come le malattie veneree, fortunatamente) e nessuno riuscirebbe mai a dire di no a Rose, che è oggettivamente la migliore delle tre.

Globalmente Luminol è stata un’esperienza singolare: non avevo mai sentito il bisogno di guardare gente che scopa per più di 5 minuti di fila. Ma devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso da certi aspetti, in particolare dalla varietà delle scene e da alcuni dettagli tecnici, come la pelle dei personaggi che presenta macchie e imperfezioni che la rendono molto realistica. Anche la qualità delle scene di sesso, in particolare delle gif, aumenta significativamente andando avanti, rispecchiando la chiara crescita personale dell’autore come artista. Un po’ meno entusiasmanti gli errori nella traduzione, frequenti seppur non gravissimi ma che a volte rendono difficile la comprensione di qualche paragrafo; la ripetizioni delle pose in diverse scene, si tratta pur sempre del lavoro di un singolo; e la scena con scambi di coppia obbligatoria (almeno nel mio playthrough) nonostante credessi di averla disabilitata. A quanto pare l’opzione si riferiva al possibile cuckholding, e non all’orgia. Si potrebbe sostenere che anche mia moglie ha il diritto di scopare in giro, ma non mi aspettavo così tanta parità dei sessi in un gioco erotico con protagonista maschile.

La storia in certi punti la tira un po’ troppo per le lunghe e farsi più di 4 ore di fila è poco raccomandabile, senza contare che in quel caso dovrete avvertire il vostro medico. Se ci si stufa si può sempre frugare nella cartella di gioco per cercare qualcosa di più stimolante di quello che sta avvenendo su schermo. Se cercavate un gioco erotico/poliziesco con un twist sovrannaturale degno del migliore hentai Luminol fa al caso vostro.