The Last of Us 2 è stato al centro di tantissime critiche, più o meno sensate, ma uno dei primi problemi che dovette affrontare fu l’accusa di crunch time durante lo sviluppo dello stesso da parte di Naughty Dog.
Già mesi e mesi fa si parlò di orari di lavoro massacranti per gli sviluppatori, con accuse a Neil Druckmann e i “piani alti” della software house. A tornare sull’argomento è stato lo stesso Druckmann durante un’intervista, riprendendo le parole di un giornalista di Kotaku che aveva descritto anche l’ambiente di lavoro come “tossico“.
Neil Druckmann ha quindi ammesso di non essere stato in grado di bilanciare bene il lavoro con il benessere e la vita dei propri dipendenti, ma che il lavoro extra non è stato solo frutto delle sue richieste. Il vicepresidente di Naughty Dog ha infatti dichiarato che l’amore per il lavoro ha portato molti dipendenti a lavorare di propria spontanea volontà sul gioco oltre il normale orario di lavoro, soprattutto quando si trattava di implementare le funzioni di accessibilità.
Nonostante ciò, Neil ha comunque promesso che per i prossimi giochi cambierà approccio e che chiederà un aiuto esterno per gestire alcuni aspetti del suo studio, per evitare troppo stress per i dipendenti.
Al momento solo parole, ma le intenzioni sembrano essere buone. Cosa ne pensate?