Warhammer 40.000: Mechanicus è un gioco strategico a turni che vi mette al centro di uno dei conflitti più amati e pubblicizzati negli ultimi anni dalla Games Workshop nelle ultime edizioni del gioco da tavolo: Adeptus Mechanicus contro i Necrons. La vostra maestosa astronave Caestus Metalican, comandata dal Magos Dominus Faustinius, scopre un mondo Tomba Necron seguendo le ultime tracce di una trasmissione di un magos scomparso da tempo.
Siamo nel mondo di Warhammer 40.000. Per più di diecimila anni l’Imperatore è rimasto immobile suo suo trono d’oro: è una carcassa in putrefazione tenuta in vita dalle tecnologie perdute dall’Età Oscura della Tecnologia. È il signore dell’Imperium per il quale ogni giorno mille anime sono sacrificate. Vivere in questo mondo, vuol dire trovarsi in uno dei più crudeli e sanguinosi regimi immaginabili. Dimenticate il potere della tecnologia, della scienza e dell’umanità, dimenticate la promessa di progresso e conoscenza, perché non c’è pace tra le stelle, solo un’eternità di carneficina e massacro e la risata di dei assetati.
L’Adeptus Mechanicus è l’organizzazione che controlla tutta la tecnologia e scienza umana. Vitali sono i loro mondi forgia, pianeti convertiti in fabbriche planetarie, intente a produrre ogni sorta di macchinario da guerra per permettere all’umanità di poter fronteggiare ogni minaccia della Via Lattea. Negli anni la Confraternita di Marte è stata espansa, fino a ricevere un esercito di miniature tutto suo nel 2014.
I Necron sono alieni che parteciparono alla più grande guerra che la Via Lattea abbia mai avuto eoni nel passato. Per tornare a essere vittoriosi e scampare alla loro debole esistenza carnale, tutta la popolazione trasferì la propria coscienza all’interno di corpi metallici indistruttibili. Alla fine della guerra, si ritirarono in un lungo sonno e ora, nel 41esimo millennio, i loro mondi tomba si stanno risvegliando.
Nel mettere contro il Mechanicus ed i Necron si riesumano tanti elementi fantascientifici interessanti ed appassionanti. Il Mechanicus è composto da umani che sostituiscono pezzi della loro debole carne con macchinari artificiali, nella ricerca della perfezione offerta dalla tecnologia, ma rimangono sempre con un piede tra i due mondi. La loro conoscenza della tecnologia non è totale, ma mista ad un misticismo religioso dovuto a un’era che ha distrutto molto del sapere umano. Il loro aspetto retrofuturistico dona un sapore di “tenuto su con il nastro adesivo”, dove le tecnologie più avanzate sono spesso mostrate nel più rudimentale dei modi.
I Necron sono invece misteriosi, la loro tecnologia è perfetta, è magia. Le loro truppe non hanno emozioni, sono efficienti e il loro metallo è in grado di ripararsi da solo. Le loro armi sparano flussi di energia in grado di disintegrare il legame degli atomi dei bersagli. Sono implacabili, dei Terminator.
Grazie alla penna di Ben Counter, uno scrittore con molta esperienza di Warhammer 40.000, autore di molteplici libri, tra i quali il leggendario “World Engine“, Warhammer 40.000: Mechanicus inquadra alla perfezione tutti i personaggi, andando a mostrare con grande perizia tutte le correnti di pensiero all’interno dell’Admech. Non è un gioco che fa del suo meglio per introdurre nuovi fan al franchise: meglio avere già un’infarinatura dell’ambientazione.
Scaevola è il prototipo del tecnoprete di Marte, oramai quasi rimosso della sua umanità, si esprime in modo freddo, come un computer. A fargli da contraltare, Videx, con molte più parti umane e fortemente legato alla religione del Mechanicus. Combattere i Necron a suon di preghiere in binario e incensi non dovrebbe funzionare, ma nel mondo di Warhammer a volte la fede è più forte di qualsiasi arma.
Nel gioco ci ritroviamo sul ponte dell’astronave Caestus Metalican e ogni membro del comando fornisce diverse missioni. A ogni missione corrisponde una ricompensa e completare tutte le missioni di un personaggio porta al compimento della sua ministoria. C’è però un pericolo incombente: il risveglio dell’intero mondo tomba, cosa che va evitata nel modo più assoluto, per il bene dell’Imperium. Svolgendo ogni missione, il contatore di risveglio aumenta. Il giocatore si trova quindi di fronte a delle scelte: a quali missioni dare priorità?
Si tratta di bilanciare bonus per la propria squadra, potenziamenti, informazioni utili per fermare la minaccia Necron, o semplici missioni secondarie, tutte contro un unico contatore. Non è detto che alla prima run il giocatore sia in grado di vedere tutto quel che il gioco ha da offrire. Su una cintuantina di missioni a disposizione, c’è tempo per farne circa 30, questo, unito a finali multipli, dona una buona rigiocabilità al titolo.
Prima di andare sul campo si battaglia, c’è da prepararsi in modo adeguato. Il proprio manipolo di guerrieri è composto da alcuni Tecnopreti, veri e propri personaggi personalizzabili al 100%, e da truppe che si sbloccanno proseguendo con l’avventura. I tecnopreti hanno un nutrito sistema di equipaggiamento e di progressione legato alla spesa di una risorsa recuperata dal campo, che permette di acquisire punti abilità in molti rami. C’è molta flessibilità nel come costruire il proprio Tecnoprete in Warhammer 40.000 Mechanicus: potete creare dei mostri da combattimento corpo a corpo, dei cannoni su gambe o dei comandanti di truppe. Potenzialmente, si possono costruire molti team diversi nel corso della campagna, portando davvero stili distinti all’approccio in battaglia.
Il sistema non è però particolarmente bilanciato e dopo le prime scaramucce che vi vedono in netta inferiorità, è possibile creare dei personaggi in grado di asfaltare con poco sforzo tutta la campagna.
Una volta in missione, il gioco alterna una fase di esplorazione di un dungeon alla battaglia vera e propria. Nella fase esplorativa ci si deve muovere semplicemente tra caselle, decidendo come agire rispetto ai vari eventi casuali o meno che la vostra squadra incontra, fino ad arrivare alla stanza critica per la missione, nella quale avviene un combattimento. Esplorare tutte le stanze ha il potenziale di recuperare più risorse, ma allo stesso tempo consente a più Necron di entrare in attività, rendendo il vostro scontro finale più impegnativo.
Una volta in combattimento, siamo di fronte ad un gioco con turni interlacciati, dove le vostre unità ed i nemici si alternano in un ordinamento deciso in maniera randomica all’inizio del combattimento. Avete a disposizione un pool di punti cognizione condiviso tra tutte le vostre truppe. Alcune azioni base, come muoversi e sparare con alcune armi a bassa potenza, non consumano punti, mentre ogni altra cosa vagamente interessante, come sparare con un cannone volkite, far assaggiare ad un Necron la potenza della vostra alabarda potenziata acida o curare il vostro team, consuma punti cognizione. Questi sono recuperati interagendo con l’ambiente, abbattendo i nemici e grazie a diverse abilità.
Andare a trovare il modo di massimizzarli in battaglia è il cuore del pensiero tattico, oltre che essere divertente da attuare. Pianificare le proprie mosse per avere tanti punti così da attaccare ripetutamente il nemico più grosso della formazione, è appagante. La varietà dei nemici è buona, con tutte le unità Necron di taglia non veicolare rappresentate nel gioco e con caratteristiche sul campo di battaglia singolari, da tenere in considerazione quando bisogna capire che bersaglio attaccare per primo. La presenza di due fonti di danno, fisica ed energetica, e di armature dedicate al tipo, forza a dover avere un team in grado di essere pronto a tutto.
Come ho già accennato però, il loop di battaglia vede calare drasticamente la sua difficoltà dopo le prime missioni, quando i vostri Tecnopreti iniziano a diventare delle macchine inarrestabili, in grado di accumulare con grande efficacia punti cognizione.
Ci viene però in aiuto però un comodo menu che permette di regolare tutte le opzioni della difficoltà. Ridurre o aumentare le ricompense monetarie delle missioni? Fattibile. Dare buff e debuff alle unità nemiche? Rimuovere aiuti e eventi secondari dalle mappe esplorative? Insomma, giocando bene con questo menu, è possibile alterare molto l’esperienza, andando a tararla verso l’alto qualora si vada a perdere il mordente. Oppure fare l’opposto e semplificarlo all’inverosimile, qualora non siate particolarmente avvezzi al genere.
La versione di Warhammer 40.000: Mechanicus oggetto di questa recensione è quella per Nintendo Switch, completa del DLC Heretek. Questo aggiunge una nuova questline, nuove ambientazioni e nuove unità. Un’aggiunta nutrita e vederla inclusa è fa di sicuro piacere.
Il gioco ha subito un downgrade grafico rispetto alla versione per PC, visibile in particolar modo nella schermata di personalizzazione del proprio Tecnoprete. I caricamenti non sono il massimo della velocità, e ho notato diversi rallentamenti e impuntamenti. Nulla che però vada a minare l’esperienza complessiva, essendo un gioco a turni. Promosso su Switch.
Warhammer 40.000: Merchanicus è un buon gioco strategico. Che diventa consigliatissimo se siete appassionati di Warhammer 40.000. L’estetica, lo stile ed il GRIMDARK sono catturati alla perfezione, sia stilisticamente, che graficamente che musicalmente.