Tra mille dubbi, incertezze e un buon carico di misteri ancora da svelare, la next-gen è sempre più prossima: Sony e Microsoft hanno iniziato a mostrare le proprie carte con eventi dedicati alle specifiche tecniche, al design di pad e console e più in generale alle loro strategie di mercato ma solo il colosso nipponico si è fatto avanti con qualche trailer espressamente dedicato ai “titoli del futuro”. Ora tocca alla casa di Redmond mostrare i muscoli e incuriosire il pubblico con la propria line-up di lancio (e non) e, soprattutto, cercare di recuperare il terreno perso nei confronti della rivale, tentando di riguadagnare completamente la fiducia dei giocatori, tanto bistratta a inizio di questa generazione.

Finalmente, nella giornata di domani, 23 luglio, alle ore 18:00 Phil Spencer salirà virtualmente sul palco per conquistare le luci della ribalta grazie alle novità in serbo per il pubblico, con una serie di rischi e sorprese che, a sua detta, dovrebbero convincere tutti sulla bontà del lavoro svolto con Xbox Series X. Qualche timore c’è: purtroppo Microsoft ha dimostrato più volte di non essere molto efficace, per usare un eufemismo, nella comunicazione e di compiere scelte non solo azzardate ma proprio incomprensibili. Per quanto il periodo delle decisioni scellerate paia essere ormai  ben lungi dal tornare, è comprensibile avvicinarsi all’evento dedicato a Xbox Series X con qualche remora ma al tempo stesso, considerata la situazione in cui si trova Microsoft attualmente, non può che esserci anche una grande curiosità.

Xbox series x

Back to Basics

Percorso impervio quello percorso da Microsoft durante questa generazione di console. Forte (e probabilmente un po’ baldanzosa) del successo di Xbox 360, approda all’E3 2013 con una conferenza che rimarrà nella storia, ma per tutti i motivi sbagliati. Oltre all’oramai iconico meme “TV, TV, TV!” rimasto impresso indelebilmente nel pubblico, c’era la questione “Always online” che avrebbe permesso di sfruttare la potenza del cloud ma con lo scotto di un DRM severo e un controllo quotidiano dell’effettiva connessione a internet, pena il blocco temporaneo del software. Tutte cose su cui Microsoft ha fatto poi marcia indietro, ma ormai il dado mediatico era tratto e la, sua comunicazione poco incisiva – per usare un eufemismo – aveva già iniziato a far danni.

Inoltre, ciò su cui la Microsoft capitanata da Mattrick non ha mai ceduto è stato il bundle forzato con Kinect, che sarebbe dovuta essere una periferica indispensabile per Xbox One, aumentando però il costo di acquisto di ben 100 euro rispetto alla rivale Playstation 4 e di conseguenza sancendo l’inizio del periodo più buio della divisione gaming di Microsoft, tanto che, qualche anno dopo, voci di corridoio sempre più insistenti iniziarono a prevedere una chiusura della stessa, facendo calare il sipario sul brand Xbox.‌ Con il passaggio di testimone a Phil Spencer, che già rivestiva in ruolo di primo piano all’interno dell’ecosistema Gaming di Microsoft ma che solo dal 2014 prende l’incarico di capo del brand Xbox, lentamente le cose iniziano a cambiare, non senza intoppi o scivoloni, ma finalmente inizia a delinearsi un’identità più solida per ciò che il marchio vuole rappresentare all’interno del mercato.

Si arriva dunque al concetto di Gamepass, alla voglia di abbattere muri e frontiere arrivando a più giocatori possibili, seguendo una visione, una linea, più fluida, liquida e fuori dagli schemi. Piaccia o meno, l’attuale mentalità di Microsoft nel contesto videoludico funziona e convince sempre più pubblico, ma sarà l’imminente evento dedicato a Series X che mostrerà se davvero la casa di Redmond è pronta a ripartire e rinascere dalle ceneri. Ma ciò che più ha penalizzato Xbox One in questi anni, oltre ai disastrosi primi anni, è stata la penuria di nuove IP che riuscissero davvero a fare breccia. La cancellazione di Scalebound è una ferita ancora aperta, così come il fallimento del tanto decantato (ma già poco atteso) Crackdown 3, oltre a una serie di piccole e grandi sconfitte e ingenuità che hanno portato il parco titoli di Xbox One a essere un pallido spetto delle precedenti console. Eppure oggi, almeno su carta, Xbox ha tutto ciò che serve per far bene e tornare ai fasti di un tempo. Una nutrita serie di studi proprietari, tra cui figurano Obsidian e Ninja Theory, oltre al nuovo The Initiative, i cui progetti sono ancora avvolti nel mistero, un servizio eccellente come Il Game Pass, che nella sua versione Ultimate includerà anche Xcloud, e una rinnovata voglia di stupire e inventare.

Inoltre, pare che un riavvicinamento con il sempre più distante mercato giapponese sia fortemente voluto da Spencer, ed effettivamente l’intento è stato già dimostrato con il reveal di Devil May Cry 5 Sul palco dell’E3 di Microsoft, così come l’ingresso di Yakuza e Kingdom Hearts nella softeca Xbox. Sebbene sia d’obbligo rimanere con i piedi per terra in questo senso, è facile lasciarsi prendere dall’entusiasmo pensando ai titoli approdati in passato su Xbox. Jet Set Radio, Panzer Dragoon, Otogi, Lost Odyssey, sono un ricordo ormai lontano ma è possibile che nelle parole di Spencer si celi l’intento non solo di portare sul proprio terreno brand attualmente importanti ma anche di proporne di nuovi, o di rievocarne alcuni ormai dimenticati ma intrisi della storia di Xbox? In questo caso, un ritorno alle origini sarebbe più che auspicabile.

Xbox Game Studios: Microsoft interessata ad un team first-party ...

Qui e Ora

Tralasciando un attimo il discorso sul potenziale di Microsoft e su tutto quello che potrebbe o non potrebbe mostrare a sorpresa nella suo show dedicato, è bene concentrarsi un momento su tutto quello che invece possiamo dare per certo  – o quasi – della giornata di domani. Ovviamente uno dei titoli di punta sarà il tanto chiacchierato Halo Infinite, del resto Master Chief è vera e propria icona del brand Xbox ed è un titolo di un’importanza da non sottovalutare, nonostante la percezione del pubblico sia ormai molto viziata riguardo a questa IP. Il trittico “Forza, Halo, Gears” è diventata ormai una cantilena dal sapore di sfottò, una critica, comunque comprensibile, verso i soliti noti che a oggi ricoprono il ruolo più di rilievo per Microsoft. È pur vero che si parla di titoli di ottima qualità, che non possono e non devono mancare, ma è necessario che l’evento sia foriero anche di nuovi titoli in grado di ridare nerbo e carattere a una libreria che, per quanto folta, manca ancora di mordente.

Hellblade 2: Senua’s Saga dovrebbe essere un altro titolo su cui possiamo mettere la mano sul fuoco e  che dovrebbe avere un buono spazio sul palco virtuale, considerato l’ottimo riscontro di pubblico e critica del primo capitolo, inoltre potrebbe essere il definitivo salto di qualità per Ninja Theory, essendo il primo titolo a uscire dopo l’ingresso nei first party Microsoft. Rimanendo sui sequel di spessore, Double Fine Productions dovrebbe deliziarci con il suo Psychonauts 2, seguito del cult del 2005 e si chiacchiera anche di una possibile occhiata a State of Decay 3. Poi ovviamente c’è la questione Playground Games e Fable, un binomio non ancora confermato ma che ormai pare essere certo, e questo forse potrebbe essere il titolo  più intrigante della line up di lancio di Xbox Series X. Il brand del resto ha sempre avuto carattere da vendere, uno stile artistico ricercato e unico e tanti spunti eccellenti, che però non sono mai riusciti a cristallizzarsi del tutto, complice probabilmente l’esser guidato dalla mano ferma, ma poco saggia, dell’istrionico Peter Molyneux, spesso vittima dei suoi stessi voli pindarici. Il ritorno di Fable non solo sarebbe più che gradito dai fan di vecchia data, ma sarebbe anche il debutto di Playground Games su un titolo al di fuori della serie Forza, per cui sarà interessante vedere il loro modo di approcciarsi a un open world rpg.

Obsidian dovrebbe mostrare nuovamente Grounded ma è auspicabile che presentino anche il loro nuovo progetto di punta, sebbene sia difficile pensare possa essere presente al lancio della console. Stesso dicasi per Rare e il suo Everwild, di cui abbiamo visto pochissimo finora e che, stando a recenti dichiarazioni, sembra essere ancora nel pieno dello sviluppo. Non mancheranno poi tanti titoli third party, come Assassin’s Creed Valhalla, DiRT 5, Watch Dogs: Legion e Rainbow Six Quarantine. Insomma, carne al fuoco potrebbe essercene tanta, considerata la presenza di altri team interni, tra cui soprattutto The Initiative, che quasi certamente presenzieranno ma su cui ancora non sappiamo niente di preciso.

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Famiglia Digitale

Qualche parola è necessario spenderla per quanto riguarda la console in sé, ma senza invischiarsi nell’ennesimo discorso sulle specifiche di cui trabocca il web. Xbox Series X, come PlayStation 5, non arriverà da sola sul mercato ma proporrà almeno una variante della sua configurazione. Lecito aspettarsi un modello “all digital” senza lettore Blu Ray a questo punto, non solo per la scelta adottata da Sony ma soprattutto perché Microsoft ha dimostrato negli anni passati, con Xbox One S, di apprezzare e sostenere un tipo di hardware votato esclusivamente al digital delivery. E poi c’è Lockhart, che potrebbe essere il vero asso nella manica, una versione meno performante ma decisamente meno costosa di Series X, in grado di far girare tutti i titoli della prossima generazione ma con qualche compromesso, che si farà via via più vistoso nel corso del tempo è lecito pensare.

Se Lockhart dovesse arrivare anch’essa senza lettore però potrebbe rivelarsi un azzardo fin troppo scellerato, considerata la sua natura di console adatta a tutte le tasche, e perciò indirizzata principalmente al pubblico casual, sarebbe davvero rischioso rivolgersi a quella stessa fetta di utenza privandola della possibilità di acquistare software in versione fisica, precludendo inoltre qualsiasi possibilità inerente al mercato dell’usato. La questione più pressante rimane il prezzo di questa piccola schiera di console però, sebbene non dovrebbe essere ancora rivelato. Sony e Microsoft sembrano attendere l’una la risposta dell’altra in questo senso, in una sorta di sfida a chi distoglie per ultimo lo sguardo. Se Microsoft è effettivamente sicura come sembra dei suoi prodotti e del valore degli stessi però, giocare d’anticipo annunciando i prezzi di listino della sua famiglia di console potrebbe rivelarsi la mossa strategicamente migliore, senza considerare il fatto che anche in questo caso il Game Pass potrebbe rivelarsi un vantaggio non di poco conto nel lancio di Xbox Series X, qualora decidessero di offrire un corposo periodo di prova con l’acquisto del suo hardware.

xbox series x

The Number 23

Come ci viene mostrato da Joel Schumacher nell’omonimo film, il numero 23 ha un certo carattere, intriso di grande potere e un’anima ricca di possibilità. Senza però trascendere in estrosi discorsi sulla numerologia, la cabala o la smorfia(non particolarmente clemente con questo numero) è lampante che questo evento sia una sorta di resa dei conti per Microsoft. La strada intrapresa è sicuramente quella corretta e in questi anni le conferenze Xbox sono sempre state apprezzabili, proprio considerando la voglia di rialzarsi dopo una caduta esemplare. Quel momento però è passato, non ci si può più accontentare di una dichiarazione di intenti, di un piccolo passo compiuto su una strada lastricata d’oro. Il momento di Microsoft è questo, con il lancio di Xbox Series X si gioca tutto e deve necessariamente presentarsi più in forma che mai, mostrando al mondo, quanto a sé stessa, una rinnovata forza, un’idea di intendere il videogioco non solo tramite servizi e idee innovative sui rapporti con il resto dell’industria e i giocatori ma anche, e soprattutto, con nuove idee sotto il profilo strettamente ludico, per ritrovare finalmente quel guizzo che permise al marchio Xbox di conquistare il mondo.